Battle Fantasia

Può un coniglio-mago competere con Ken di Street Fighter?

Quella di far uscire un titolo inedito, appartenente comunque al genere dei pichiaduro ad incontri, nello stesso mese in cui appare sugli scaffali anche un certo Street Fighter IV, può sembrare una scelta alquanto azzardata. Il “rullacartoni” griffato Capcom può contare, infatti, su di una popolarità davvero invidiabile, mentre i ragazzi di Arc System (gli stessi di Guilty Gear) si limitano solitamente a rendere felici una piccola schiera di videogiocatori. Se avete seguito con attenzione gli sviluppi legati a Battle Fantasia, saprete che questo picchiaduro molto fantasioso propone, forse per non sfigurare con la concorrenza, un comparto grafico interamente poligonale. Personaggi e fondali sono quindi in tre dimensioni, ma le meccaniche di gioco non si discostano da quelle classiche bidimensionali. Il giocatore non può, di fatto, spostarsi in profondità, ma è limitato al solo movimento sull’asse orizzontale. Tale scelta ha permesso però l’implementazione di un parco mosse tanto classico quanto immediato. “Mezze lune” in avanti e indietro (o mosse caricate da “sinistra a destra”) da affiancare ad uno dei quattro attacchi disponibili, garantiscono la nascita di colpi speciali molto spettacolari e dall’alto tasso distruttivo. Anche in questo caso ci troviamo, insomma, di fronte ad un sistema di gioco capace sì di essere apprezzato da chiunque, ma in grado di donare anche qualche soddisfazione agli amanti del genere grazie ad una discreta profondità. Quest’ultima considerazione è valida per la versione PS3, perché purtroppo la croce digitale presente sul controller Microsoft si comporta in maniera tutt’altro che impeccabile. Per poter godere a pieno il titolo in questione, se possedete Xbox 360, vi suggeriamo l’acquisto di un bell’Arcade Stick della Hori, per intenderci quello del tutto simile al controller da sala giochi, oppure il pad Madcatz oggetto di un nostro recente speciale.

 

Le modalità ludiche di Battle Fantasia propongono le classiche sfide tipiche del genere. L’opzione Arcade viene affiancata dal Time Attack e dal Survival, mentre per poter gustare i vari epiloghi legati ai dodici personaggi presenti non bisogna far altro che optare per l’immancabile modalità Storia. In quest’ultimo caso, una serie di tavole semi animate, caratterizzate da un tratto tipicamente nipponico e davvero ben disegnate, illustreranno le vicissitudini del guerriero utilizzato.

Nonostante la presenza di uno story mode piacevole, è nella modalità multigiocatore che risiede il colpo più devastante. Le possibilità offerte, anche in questo caso, non si discostano dai cliché del genere e con un compagno al proprio fianco il divertimento assiste ad una incredibile impennata. Tutte quelle persone che non dispongono di un avversario di pari valore a portata di mano non hanno comunque di che preoccuparsi: grazie all’implementazione del gioco online è possibile trovare uno sfidante da picchiare, ubicato magari a diverse migliaia di chilometri da noi. Un sistema di classifica costantemente aggiornato mostrerà, inoltre, il livello raggiunto della propria arte combattiva. In questi primi giorni non abbiamo riscontrato un’alta presenza di sfidanti: ad essere sinceri, in due ore siamo riusciti solo a combattere tre volte, ma la connessione non ha mostrato segni di cedimento, mentre nel prossimo futuro potrebbero apparire magicamente molti più sfidanti.

 

UNA SCELTA INFELICE
Le ultime produzioni legate al genere dei picchiaduro possono vantare un parco lottatori dannatamente esteso. Il nuovo progetto Arc System propone invece solo 12 “miseri” personaggi, comunque ben differenziati fra loro. Nella rosa dei lottatori non vi è spazio, quindi, per i soliti combattenti fotocopia, dotati giusto di differenze estetiche, ma tale scelta non può che far aggrottare ugualmente più di un sopracciglio. Anche l’aspetto prettamente grafico lascia spazio a qualche lamentela. I personaggi sono indubbiamente ben animati e modellati, ma i livelli che fanno da sfondo alle varie battaglie, inspiegabilmente, non risultano ben caratterizzati e saturi di particolari. Alcuni, come quello ambientato nel bosco magico pieno di bestiole fantasiose e di vegetazione, si lasciano apprezzare, mentre altri denotano strutture poligonali poco ricche e caratterizzate da texture fin troppo sgranate. L’impressione generale è quella di trovarsi di fronte ad un titolo eccessivamente legato alla scorsa generazione di console. Qualche modalità di gioco in più avrebbe, infine, portato Battle Fantasia ad ovviare al suo più grande limite: quello di essere apprezzabile esclusivamente dagli estimatori del genere ludico al quale appartiene.