FIFA 14 – Recensione Xbox One

La mia avventura casalinga con la next-gen non poteva che cominciare con FIFA 14. I motivi sono due: il primo riguarda il mio preorder, il secondo una dipendenza che ho sviluppato. Per ciò che concerne la prenotazione della console, è stato quanto successo a Gamescom a convincermi. Se ripercorrete con la mente la travagliata serie di annunci della compagnia di Redmond, sarete d’accordo con me nel pensare che dalla checklist della “peggior campagna marketing di sempre” mancava da spuntare solo la voce “chiedere alla gente di non comprare Xbox One investendo i soldi in una PlayStation 4”. Poi, con l’annuncio del pack Day One Edition con FIFA 14 al suo interno, qualcosa è cambiato. E Microsoft ha cominciato a schiarirsi le idee, schiarendole anche ai videogiocatori. I risultati di questi giorni, che vedono un milione di console piazzate nelle prime ventiquattro ore (attenzione a non paragonare il dato con quello di Sony, visto che in un caso si tratta di lancio globale, nell’altro di un territorio), sono lì a dimostrarlo.

Il secondo punto di cui parlavo poco fa riguarda la mia dipendenza dal pallone. Guardo e mi interesso di calcio da una vita, per amore di chiacchiera. Sono stato un PESsaro fino a quando era giusto farlo, per poi abbracciare il credo di David Rutter non appena FIFA ha messo sotto il Re. Per quanto riguarda One, posso dire che FIFA 14 Gen 4 è stato il mio system seller anche se, a dire il vero, di FIFA in sé mi curo poco. In questa edizione non ho praticamente toccato la Carriera e ho fatto giusto un paio di partite con il Pro Club. Tutte le mie attenzioni sono state monopolizzate dal solito FUT (FIFA Ultimate Team. In pratica, le figurine dei calciatori versione 2.0, con pacchetti che costano un tot di più dell’obolo che versavo all’edicolante secoli fa). Questa precisazione è necessaria per farvi capire l’indirizzo del pezzo: non è mia intenzione scendere nei dettagli di cose che non tocco nemmeno con un bastone come Carriera, Sfide Online e Pro Club. Qui ci occuperemo solo di quanto avviene sul manto erboso, che accomuna tutte le modalità. Ma torniamo a noi.

DAY ONE EDITION
Terminato il setup della console e il download dei 10 GB che servono per portare sul nostro hard disc il redeem token della Day One Edition, quello che è apparso davanti ai miei occhi mi ha lasciato semplicemente senza fiato. Sono un giocatore PC, e alla grafica “bella” ci sono abituato, ma devo ammettere che l’impatto con FIFA 14 è stato più che positivo. Per ingannare l’attesa durante l’installazione, che ha tempi biblici, è possibile disputare una partita tra Real Madrid e Barcellona, con telecronaca in Inglese. State già facendo i salti di gioia perché pensate che non sentirete più il duo Caressa/Bergomi (che speriamo venga cambiato nella prossima versione), vero? Ecco, fermatevi e riponete la trombetta sopra quella vecchia bandiera dell’Inter che tenete nel cassetto. Dalla seconda partita in avanti, che potrete affrontare scegliendo la vostra squadra da una rosa un pochino più ampia, che comprende team di alta classifica come il Manchester City e piccole provinciali come il Milan (ciao AliasGV!), Cip e Ciop torneranno a palesarsi con il loro campionario di frasi, che – è bene ricordarlo – ti convincono una volta di più a cercare l’opzione per disabilitare l’audio.

TUTTI IN CAMPO CON LOTTI… EHM, TOTTI
I primi istanti sono un po’ fuorvianti, perché i meccanismi di base rischiano di sembrare identici, in tutto e per tutto, a quelli visti nelle stragiocate versioni 360 e PlayStation 3. Che qualcosa sia cambiato, però, lo si intuisce non appena si arriva sul fondo e si effettua un cross. Sulle versioni current gen, questa operazione viene considerata una sorta di esecuzione del portiere, considerando quanto risicate sono le chance che l’estremo difensore ha di evitare di raccogliere la palla in fondo al sacco dopo un’inzuccata avversaria. Su One, invece, non è così. Intendiamoci, questo non significa che sia impossibile segnare di testa, ma è diventato sicuramente più complesso farlo. Almeno online, almeno in FUT. Il merito? Forse di qualche aggiustamento fatto da chi sta nella stanza dei bottoni, ma, più probabilmente dell’EA Sports Ignite, l’engine che è l’anima di questa versione. All’interno del nuovo motore trova anche posto un inedito sistema di gestione della fisica, chiamato senza grandi slanci di creatività Future Physics, che si occupa di controllare tutto quello che avviene sul rettangolo di gioco. Nelle occasioni in cui il team di FIFA ha parlato di Ignite, ha sempre cercato di farci capire la differenza che intercorre tra le due versioni ricorrendo a un semplice esempio: su 360 e PS3 gli atleti “simulati” contemporaneamente sono solo quelli nelle immediate vicinanze del pallone, mentre su PS4 e Xbox One tutti vengono sempre tenuti sotto controllo. Ma non è solo una questione di quantità di “simulazione”, è anche una questione di qualità. Un esempio, in tal senso, riguarda il contrasto “base”. Su current gen, il body check tra due atleti si risolve con il più piccolo che quasi sempre ha la peggio e anche il contrasto più lieve rischia di sbilanciarlo. Qui, invece, le cose possono andare diversamente, perché ogni intervento ha più soluzioni possibili, sia grazie a una più accurata simulazione fisica, sia grazie all’incremento del numero di animazioni. So che sembra una cosa complicata, ma è solo colpa mia: bastano quattro minuti passati in compagnia del nuovo FIFA per capire quanto l’EA Sports Ignite faccia la differenza. Il nuovo engine fisico, inoltre, vi costringerà a riprendere dalle basi e probabilmente, come successo a me, anche a riconsiderare l’impiego di alcuni calciatori. Su Xbox 360, per farvi capire, il mio Arturo Vidal sembrava ben distante dall’essere l’atleta che scende in campo allo Juventus Stadium, quello in grado di spaccare in due una partita. Per dirla in altra maniera, Re Artù pareva poco più che un paracarro, così come l’ex partenopeo Cavani. Questo mi portava a preferire a questi due assi il teutonico Ilkay Gündogan a centrocampo e Sturridge in avanti. Benché ancora in fase di studio, su Xbox One ho invece rivisto le gerarchie.

IO SONO LEGGENDA
Una delle introduzioni di questa versione, che mi tocca da vicino, è la presenza delle Leggende, icone del calcio del passato riproposte proprio in FUT. Questo dà quindi la possibilità di vedere Ruud Gullit di fianco a Marchisio (sì, sono entrambi CC), o Van Basten che deposita in rete un preciso lancio di Andrea da Brescia (Pirlo, per i non Juventini amanti del calcio). Le leggende sono un’esclusiva Xbox, e sono disponibili tanto su 360 quanto su Xbox One. Per quanto mi riguarda, non ho ancora avuto la fortuna né di pescarne una nei vari pacchetti che ho acquistato, né di incontrarne sul manto erboso. Ho solo visto il già citato Ruud Gullit messo in vendita a qualche milione di FIFA coin… robetta da niente.

IL NUOVO E IL VECCHIO
Questa versione di FIFA 14 è, almeno a parer mio, semplicemente grandiosa, ma in questo giudizio pesa logicamente il fatto che a me, la versione attuale, sia piaciuta parecchio. Hanno sistemato i colpi di testa, ci sono un sacco di animazioni in più (i passaggi di petto, signori!) e il sistema di gioco è solido come una roccia… non posso chiedere di più, almeno non a due mesi di distanza dalla release originale (oddio, a dire il vero continuano a esserci ancora troppi pochi falli rispetto al calcio visto in TV, almeno a parer mio). FIFA 14 Gen 4 si dimostra più una versione 1.5 HD di FIFA 14 current gen che altro, ma considerando la bontà del gioco base, questa è tutto fuorché una brutta notizia. O un qualcosa che non fosse lecito aspettarsi. Se questo è il punto di partenza, possiamo aspettare sereni di mettere le mani su FIFA 15, che probabilmente alzerà l’asticella sotto diversi punti di vista, proponendo un salto generazionale capace di convincere anche i più scettici a entrare nella next-gen.