Ghostbusters (2016) – Recensione

Il Ghostbusters di Paul Feig verrà ricordato innanzitutto come il film la cui produzione ha subito il maggior numero di boicottaggi e veleno da parte del pubblico. Sin dall’annuncio, più in particolare da quando si è venuto a conoscenza che il terzo episodio ufficiale era stato ufficialmente cestinato in favore di un reboot, e l’intero cast storico totalmente sostituito con uno nuovo team totalmente al femminile, le ire dei fan (e non solo le loro) hanno echeggiato per tutto il web, un vero e proprio tsunami di odio e astio verso le nuove Acchiappafantasmi (impossibile non ricordare il record di dislike per un trailer su Youtube). Laddove dubbi e perplessità sono più che leciti per un’operazione commerciale del genere, dall’altro lato questa valanga di disapprovazione è stata mossa innanzitutto per partito preso, perché “i veri Acchiappafantasmi sono altri”.  Tuttavia, la pellicola di Feig è davvero così irrispettosa nei confronti del franchise con cui siamo nati e cresciuti, noi cacciatori di fantasmi degli anni 80?

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La storia dimentica completamente i due film precedenti e la serie animata, proponendosi come un ideale riavvio datato 2016. Erin Gilbert (Kristen Wiig) è una ricercatrice universitaria autrice di un libro sul paranormale scritto molti anni prima insieme all’amica e compagna di corso, Abby (Melissa McCarthy). Dopo aver maldestramente perso il suo posto di lavoro, proprio a causa della sua propensione per spettri e affini, Erin decide assieme ad Abby di unirsi a Jillian, una stravagante ingegnere tuttofare e alla turbolenta ex impiegata nei trasporti pubblici Patty. Insieme, daranno vita ad un vero e proprio gruppo di acchiappafantasmi, destinato a combattere una minaccia proveniente dall’oltretomba e che si sta per abbattere proprio sulla città di New York. Paul Feig mette in piedi una frizzante commedia d’azione, stracolma di battute (alcune divertenti, altre meno) senza scadere quasi mai nella banalità. E, incredibile ma vero, il quartetto funziona: dimenticando completamente il carisma di Peter, Egon, Ray e Winston, le nuove Ghostbusters risultano quantomeno apprezzabili, visto che non scimmiottano in alcun modo il gruppo storico degli Acchiappafantasmi anni 80. E poi c’è Chris Hemsworth: il suo personaggio (il nuovo receptionist) è sorprendentemente riuscito, tanto adora essere preso poco sul serio e protagonista di momenti comici assolutamente riusciti. Senza contare i cameo “eccellenti” di cui la pellicola è letteralmente cosparsa dall’inizio alla fine (molti più di quanti immaginate).

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La storia dimentica completamente i due film precedenti e la serie animata, proponendosi come un ideale riavvio

Il tutto, inoltre, è contestualizzato ai tempi moderni: gente che con nonchalance scatta un selfie assieme all’acchiappafantasmi di turno e, perché no, anche al fantasma, utenti che insultano le nostre eroine sotto ai video Youtube esclamando “le donne non dovrebbero acchiappare i fantasmi”, con tutte le conseguenze che una campagna mediatica negativa porta con se. Tutto perfetto quindi? No: se la pellicola avesse tenuto conto dei due film precedenti, forse l’impatto sarebbe risultato decisamente più incisivo (un po’ come accaduto col recente Jurassic World, il cui risultato finale è decisamente più convincente della prima avventura delle nuove Acchiappafantasmi). La vicenda stessa è forse eccessivamente edulcorata e “soft”, dimenticando semidei sumeri o quadri Carpazi, a favore di draghi verdi e spettri giganti col papillon. Ad ogni modo, il Ghostbusters datato 2016 è davvero l’unico modo per riavviare un franchise del genere ai giorni nostri, senza mancare troppo di rispetto agli Acchiappafantasmi che furono. Che vi piaccia o no, chiaramente. E senza dimenticare che: “qualche volta se piove merda e qualcuno deve metterci un ombrello… e chi chiamerai?”