Star Trek: Bridge Crew – Recensione

Parliamo oggi di Star Trek: Bridge Crew un gioco disponibile per il PlayStation VR, una periferica per PlayStation 4 che permette di immergersi completamente nel gioco. Finora si sono visti pochi titoli interessanti su questo device, tra cui l’ottimo Resident Evil VII, ideato in prima persona proprio pensando all’utilizzo col casco HMD (head-mounted display). I possessori di questo dispositivo aspettano sempre con molto entusiasmo un titolo che sfrutti appieno le capacità e le enormi possibilità offerte dal casco VR.  Quale serie allora si rivela più adatta della fantascientifica Star Trek per immergersi in una splendida avventura in prima persona in completa realtà virtuale?

PER ARRIVARE LA DOVE NESSUN GAMER E’ MAI GIUNTO PRIMA…

Debutta nel catalogo PS4 un titolo molto particolare, Star Trek: Bridge Crew, un complesso simulatore di strategia spaziale ambientato dell’universo fantascientifico ideato da Gene Roddenberry nel lontano 1966. Star Trek dopo l’episodio pilota The Cage, rifiutato dalla produzione, perchè troppo poco d’azione e rivolto ad un pubblico troppo colto, e sostituito con un secondo episodio pilota ha debuttato con una serie tv, oggi chiamata Serie Classica, che è letteralmente entrata nella storia. In seguito sono arrivate nel 1973 la serie animata, dove, peraltro, debutta il ponte ologrammi, e nel 1987 è il turno di The Next Generation. Le serie degli anni novanta, Deep Space Nine del 1993 e Voyager del 1995 diventano meno mainstream e si rivolgono al pubblico di fedelissimi, quelli che, negli anni, verranno chiamati Trekker. Lo stesso pubblico al quale, da una prima impressione, si rivolge il titolo in esame. La saga cinematrografica arriva nel 1979 e comprende ben sei film dedicati al primo equipaggio e quattro dedicati a TNG. Nel nuovo millennio debutta la serie Enterprise, arrivata in TV nel 2001, per la prima volta ambientata prima delle avventure del capitano Kirk, che è un vero prequel. A breve, inoltre, è stato annunciato il debutto della nuova serie intitolata Discovery. Nel 2009 anche la saga cinematografica si rinnova, grazie all’ideazione di un nuovo inizio, che vede tornare l’equipaggio originale, ma in un universo alternativo parallelo che non intacca la linea temporale degli eventi già successi nella serie, con la grande differenza che, nell’altro universo, il pianeta madre di Spock, Vulcano, è stato distrutto ed ora i vulcaniani sono dei profughi costretti a cercare casa nello spazio. Star Trek: Bridge Crew è ambientato proprio in quest’ultimo setting, nell’universo reboot alternativo creato dal regista J.J. Abrams e vede la sistemazione dei vulcaniani sulle colonie come trama base per questo nuovo spettacolare titolo in Virtual Reality. Chi ha provato il titolo strategico sviluppato da Totally Games per Activision nel 2002 su formato PC Star Trek: Bridge Commander si sentirà un po a casa, con questo seguito ideale e concettuale.

DIARIO DEL CAPITANO, SIAMO A BORDO DELL’ASTRONAVE U.S.S. AEGIS

Star Trek: Bridge Crew ci catapulta nell’epoca della serie classica, e più precisamente nell’universo reboot alternativo creato da J.J. Abrams nel 2009, in cui il pianeta vulcano è stato distrutto. Ci si ritrova a bordo dell’astronave U.S.S. Aegis. La nave spaziale della Federazione Unita dei Pianeti U.S.S. Aegis porta il codice federale di bordo NX 1787. La sigla NX ricorderà ai più esperti la nave vista nella serie Star Trek: Enterprise, ultima serie vista in TV con il Capitano Jonathan Archer che comandava la nave spaziale Enterprise NX-01.  La classe NX è stata la prima a superare la velocità Curvatura 2 nell’anno 2143, con la nave NX-Alpha, andata distrutta nell’atmosfera al rientro, dopo aver comunque ottenuto il primato. Il gioco di Ubisoft ci mette nei panni di un equipaggio completamente nuovo composto da ufficiali della Federazione, che devono cooperare per decidere il destino della nave e dell’equipaggio. Siamo in una situazione critica, durante l’esplorazione di un  settore largamente inesplorato dello spazio conosciuto conosciuto come La Trincea, ai confini con lo spazio dominato dall’Impero Klingon, all’epoca nemico giurato della Federazione. La ricerca di un nuovo mondo destinato a diventare una nuova casa per il popolo vulcaniano, decimato dopo la distruzione del pianeta Vulcano. La Trincea possiede risorse enormi, bellezze mozzafiato e meraviglie sconosciute, ma Anche strane anomalie e pericoli ancora sconosciuti. Ovviamente i bellicosi Klingon vogliono impedire a tutti i costi alla Federazione di stabilire la colonia vulcaniana su uno dei pianeti di classe M, quindi abitabili, di quel settore di spazio strategicamente fondamentale per loro.La U.S.S. Aegis è dunque scelta per esplorare il settore e scegliere il pianeta adatto, con una sequenza di missioni esplorative, di combattimento e di scansione delle risorse. Noi siamo al comando della nave e dobbiamo coordinare il lavoro degli altri ufficiali di plancia, governando la nave nei suoi aspetti più importanti.

La cura dei particolari all’interno dell’iconica plancia delle astronavi della Federazione Unita dei Pianeti è davvero notevole e coinvolgente

LE DIFFERENZE CON LA NAVE STELLARE ENTERPRISE

Per chi preferisse un veicolo più tradizionale, ecco che lo sviluppatore ha inserito la possibilità, eccezionale, di comandare in Star Trek: Bridge Crew anche l’Enterprise! In realtà le missioni da affrontare sulla plancia della leggendaria nave spaziale sono considerate di livello avanzato, quindi è consigliabile provarle solo dopo essere diventati grandi esperti del gioco, o perlomeno dopo aver completato con successo il fondamentale tutorial iniziale, che spiega tutti i primi rudimenti e le missioni ambientate sulla U.S.S. Aegis. La U.S.S. Enterprise NCC-1701 classe Constitution, che è la nave più iconica e celebre della Flotta Stellare, è disponibile dunque solo per gli equipaggi avanzati nella modalità Ongoing Voyages Mode. L’utilizzo di questa nave si differenzia parecchio da quello della U.S.S. Aegis in diversi modi chiave. Innanzitutto i controlli analogici. I controlli dell’Enterprise sono stati creati per essere precisi sullo schermo e non sono contrassegnati. Il che rende più difficoltosa la gestione. L’intera nave è gestita tramite azionamento fisico dei comandi e presse fisiche. Ma non solo, a differenza dell’Aegis, di classe NX, la classe Constitution originale dei sistemi di intrusione avanzata e di basso profilo, quindi il tutto è parecchio più difficile da gestire, sotto ogni aspetto tattico. Per contro utlizzare l’Enterprise in Star Trek: Bridge Crew permette di avere una maggiore potenza generale, sia di attacco che di difesa e sopratutto una carena più robusta che resiste decisamente meglio in battaglia, nonostante la minore manovrabilità.

QUATTRO UFFICIALI IN PLANCIA!

Quattro sono gli ufficiali deputati alla guida dell’astronave durante l’esplorazione dello spazio misterioso della Trincea. Star Trek: Bridge Crew può essere giocato sia in solitaria, con i compagni gestiti dalla IA del gioco, che con tre diversi amici, dal vivo o in rete. con tanto di supporto per il Cross Platform. Quindi possono giocare insieme utenti PlayStation 4, che possono utilizzare sia gamepad che Move, utenti di Oculus Rift, HTC Valve ed anche PCXbox One, ma senza supporto per la realtà virtuale. Bisogna specificare subito che il titolo è concepito principalmente per un uso in multiplayer, con quattro giocatori coinvolti. Il gioco cooperativo è perfetto per la filosofia Trek e del resto una plancia di una astronave federale è gestita da più persone. Molto ben variegati quattro diversi ruoli da interpretare. Si inizia dal Capitano. Il ruolo primario della nave può gestire il monitoraggio parziale della nave, l’iconico pulsante Allarme Rosso, i sistemi locali, le mappe warp, il controllo dello schermo, il fondamentale pannello degli obiettivi, con cui conoscere le missioni in corso, e può dare comandi sia agli ufficiali anziani che all’equipaggio secondario composto dai PNG. L’ufficiale Tattico è responsabile dell’attivazione di scudi, scanner, armi, inclusi phaser e siluri fotonici, oltre che la gestione dei sottosistemi della nave. L’ingegnere di bordo deve dare potere ai motori, preparare la curvatura, gestire il teletrasporto e riparare tutti i sistemi secondari, con un sorriso sulle labra, in stile Scott sull’Enterprise. Il Guardiamarina, infine, ha il fondamentale ruolo di pilota della nave, gestione della navigazione, incluse le attivazioni di velocità impulso o curvatura. Star Trek: Bridge Crew presenta anche delle interessanti e ben concepite missioni Stealth, in cui il Guardiamarina può anche occuparsi della Ship Signature. Un titolo che fa della componente gestionale e strategica davvero il suo punto di forza, con una realizzazione del tutto precisa e fedele alla serie TV in modo maniacale.

Un appassionante video che rende bene il livello di coinvolgimento e realismo che il titolo riesce ad avere in multiplayer locale:

INFINITE DIVERSITA’ IN INFINITE COMBINAZIONI (IDIC)

Come da tradizione iniziata dal leggendario titolo Star Trek: Online, gioco dedicato alla saga di genere MMORPG realizzato da Cryptic Studios per Atari nel 2010, la customizzazione dei personaggi è veramente alta. Del resto bisogna seguire la nota filosofia vulcaniana dell’IDIC, ovvero delle Infinite Diversità in Infinite Combinazioni. Nel gioco è possibile personalizzare il nostro avatar nella navetta in modo da avere una esperienza sempre unica giocando a Star Trek: Bridge Crew.  Le opzioni includono però solo due specie selezionabili, umana o vulcaniana, il sesso, il colore della pelle, il  tono e la struttura del viso. I giocatori possono anche scegliere di randomizzare il loro avatar. Per chi gioca in solitaria e offline, invece, saranno disponibili solo personaggi standard, ed oltre al capitano troveremo i personaggi, inediti nella serie, del guardiamarina Rao, nel ruolo del pilota, del tenente Hoyle, umana che ricopre la figura di Ingegniere ed  il tenente T’Nar, la vulcaniana che siede alla postazione dell’ufficiale tattico. La bravura dei propri compagni farà la differenza. Ogni sbaglio da parte di un compagno potrebbe portare alla morte! Possono aggiungersi giocatori all’equipaggio anche dal canale online Ubisoft Uplay, pienamente supportato. Una piccola critica che molti trekker vorranno muovere a Ubisoft è quella di

GUARDIAMARINA, DOBBIAMO AFFRONTARE IL TEST DELLA KOBAYASHI MARU

Star Trek:  Bridge Crew è specificamente progettato per consentire ai giocatori di condividere le loro avventure insieme, con gli amici. Il gioco permette anche di svolgere semplici Partite Private,  tramite i menu in gioco, una sorta di Deathmach rapidi per partite veloci, questo aumenta parecchio la longevità del titolo. L’equipaggio creato, oltretutto, può anche essere riutilizzato per missioni successive, sia in campagna che in match singoli. Le missioni che dovremo affrontare sono semplici e lineari all’inizio per diventare più approfondite man mano che si procede nel gioco. Dal semplice raggiungimento ed esplorazione del primo pianeta in velocità Warp, alla scansione delle risorse, al semplice lancio di due siluri fotonici per eliminare due asteroidi pericolosi. Non mancano citazioni di culto come il leggendario test della Kobayashi Maru. Fin troppo famoso per i fan sfegatati di Star Trek. E se ve lo state chiedendo non ci sono patch per vincere il test truccando il gioco, come ha fatto il giovane James T. Kirk all’Accademia Della Flotta Stellare Stellare. Perlomeno non ancora… Una sezione molto importante è quella della modalità  Ongoing Voyages Mode. Il potente motore procedurale del gioco crea  missioni randomizzate giocabili sia con l’U.S.S. Aegis che con l’U.S.S.
Enterprise. La OVM è consigliata, secondo gli sviluppatori, per gli esperti del titolo o perlomeno per chi ha superato con successo la Campagna semplice. Principalmente le missioni sono di quattro tipologie diverse. Salvataggio: creato per far vedere il lato più umanitaria della Flotta Stellare, con l’equipaggio è arriva per primo sulla scena di un grave disastro e deve fare scelte di vita e di morte. Recupero: fatto per testare la comunicazione e il coordinamento. L’equipaggio deve rintracciare e catturare un criminale sfuggito prima che possa essere prelevato dai Klingon. Ricerca: altra tipologia di missione focalizzata sull’esplorazione, una scelta ideale per i giocatori casuali o per quelli che vogliono semplicemente indagare sullo spazio, l’equipaggio è incaricato di raccogliere dati scientifici ed informazioni sulla misterosa regione nota come La Trincea. Difesa: progettato per massimizzare l’emozione ed il pericolo del combattimento, l’equipaggio deve correre in aiuto di altri membri dell’Operazione Distant Shore. In ogni tipologia di missione, dalle più semplici alle più avanzate, i comandi sono parecchio complessi e il lato gestionale è davvero notevole. Del resto è un vero e proprio simulatore, con elementi tattici oltre che momenti d’azione.

L’immagine promozionale scelta per Star Trek: Bridge Crew è molto tradizionale, con il logo che rimanda alle serie TV e l’astronave U.S.S. Aegis NX-1787 inquadrata in modo canonico

Una piccola curiosità, il titolo di lavorazione di Star Trek: Bridge Crew durante lo sviluppo era Starfleet Academy: Training Simulator, che rientra perfettamente nel filone dei precedenti giochi di Star Trek dedicati all’universo dell’Accademia Della Flotta Stellare Stellare ma alla fine, prima della pubblicazione, si è deciso per un titolo che richiamasse in modo più chiaro il franchise della saga.Del resto anche il tema si è spostato, e da missioni simulate all’interno dell’accademia si è passati a reali missioni nello spazio inesplorato su una vera astronave.

QUI UFFICIALE TATTICO, ABBIAMO SULLO SCHERMO LA VISUALE ESTERNA DELLA AEGIS

Il comparto audiovisivo realizzato da Ubisoft è veramente di buon livello, Star Trek: Bridge Crew offre scenari mozzafiato presi dall’immaginario della saga ideata da Gene Roddenberry. Lo spazio esterno è ricco di particolari e vederlo sullo schermo interno dell’Enterprise è veramente evocativo. Non solo, nel momento in cui la visuale esterna passa in primo piano ci sentiremo davvero nello spazio profondo. Il sogno di ogni dannato nerd sulla terra è sempre stato quello di trovarsi sull’Enterprise, del resto, come insegna bene il divertente personaggio Uomo Fumetti dei Simpson. I modelli poligonali sono molto ben realizzati ed il tutto è fluido e senza problemi. Le maggiori emozioni, ovviamente, si provano con la visuale in prima persona, che ci fa vedere direttamente dagli occhi del capitano o degli altri ufficiali di plancia.  Vedere con gli occhi del personaggio che stiamo interpretando i comandi della nave spaziale è una gioia per gli occhi. La tecnogia presentata in realtà non è fedele all’iconografia ideata negli anni sessanta da Gene Roddenberry ma cerca di presentare quelle che, con molta probabilità saranno le caratteristiche future della tecnologia attuale, tra cui i gli schermi virtuali proiettati direttamente davanti agli occhi degli utenti. Del resto la saga aveva anticipato di vent’anni almeno tecnologie oggi di uso comune come i comandi touch screen, o i tablet, con i celebri schermi portatili tuttofare, i celebri DPad. Una nota a parte meritano assolutamente le proiezioni olografiche della nave che si vedono nella sala macchine ed in altre sale gestionali, accurate, iconiche e coinvolgenti. La nave stellare Aegis viene ricostruita in maniera impeccabile, e la sensazione  di poter toccare con la nostra mano gli altri personaggi è notevole. La visuale interna, sul PlayStation VR risulta parzialmente limitata, e muove troppo la testa il visore ci manderà un messaggio di errore, ma spostando la vista all’esterno della nave ci sarà finalmente una libertà di sguardo a 360 gradi, in stile Oculus Rift, con un panorama infinito letteralmente da perdere il fiato. L’esterno dell’astronave è disegnato con cura maniacale, con un livello di credibilità e fedeltà veramente notevoli. Stesso discorso per le stelle, i pianeti e gli asteroidi, decisamente realistici e ottimamente disegnati.

Alcuni degli scenari offerti da Star Trek: Bridge Crew sono veramente spettacolari, sia in fase di battaglia che per i semplici panorami a perdita d’occhio!

ALLARME ROSSO IN CASA TOM CLANCY

Ubisoft si è presa l’onere di sviluppare un titolo PlayStation VR dedicato a questo immortale franchise, ed ha cercato di fare le cose davvero in grande. Lo sviluppatore interno scelto è Ubisoft Red Storm, studio di sviluppo statunitense del compianto Tom Clancy. Lo studio nasce nel 1996 col nome di Red Storm Entertainment per volere dello stesso Tom Clancy, che, già autore di libri di successo, voleva entrare nel settore videoludico, con opere derivate dai suoi romanzi. Lo studio viene fondato con una sede nel North Carolina. Già l’anno successivo arriva infatti sul mercato Tom Clancy’s Politika. un board game digitale basato su Risiko che presenta nella confezione un racconto inedito dell’autore. Nel 1998 è il turno dello strategico Dominant Species e nello stesso anno debutta la serie Tom Clancy’s Rainbow Six che porterà lo sviluppatore al successo. Dal videogioco, curiosamente, deriva un romanzo inedito. Dal 2000 lo studio diventa un first party di Ubisoft e muta il nome in Ubisoft Red Storm. Sotto Ubisoft arriva Tom Clancy’s Ghost Recon, eccezionale titolo di ambientazione fantapolitica sulla terza guerra mondiale e diversi nuovi episodi legati ai giochi del compianto scrittore, anche sceneggiatore dei suoi videogiochi, scomparso nel 2013. Star Trek: Bridge Crew arriva dunque dopo oltre cinquanta titoli realizzati, da uno studio di prim’ordine che è sempre stato sinonimo di qualità.

SETTE DI NOVE PRESENTA: STAR TREK IN VR

Per la presentazione alla stampa Ubisoft ha fatto le cose davvero in grande, coinvolgendo un cast d’eccezione, comprende anche alcuni membri storici delle vecchie serie di Star Trek, decisamente amati dal grande pubblico dei trekker. Star Trek: Bridge Crew  ha potuto godere di una grande campagna promozionale da parte della casa francese, del resto di tratta di una produzione tripla A che punta a spingere le vendite del visore stesso. Da Star Trek: The Next Generation abbiamo LeVar Burton, interprete del leggendario Geordi La Forge, ufficiale dell’Enterprise tra i più amati dal pubblico. La scelta è decisamente azzeccata, poichè il tenente è cieco fin dalla nascita ed utilizza uno speciale visore per vedere il mondo attorno a lui. Dalla serie Star Trek Voyager ecco che compare Jeri Ryan, attrice che ricopre il ruolo della sexy Borg Sette Di Nove, che è tra i personaggi più iconici della serie. Dal recente film Star Trek: Beyond arriva Karl Urban, interprete del Dottor Leonard “Bones” McCoy dell’universo reboot alternativo. Nel video promozionale compare infine lo sviluppatore David Votypka, membro dello studio Ubisoft Red Storm che spiega come usare il complesso ed affascinante simulatore in Virtual Reality.

Di seguito il video in cui gli attori della saga provano, divertiti, l’appassionate simulatore tattico di Ubisoft:

William, se l’immagina come era una volta? Niente motori, niente computer, solo il vento e il mare, e le stelle a guidarci.  (Jean Luc Picard nel film Star Trek: Generazioni del 1994)

Un titolo complesso, ricco di strategia, azione ed emozioni. Perfetto per il multiplayer e con una longevità praticamente infinita grazie alle missioni casuali generate dal motore procedurale. A volte passerete il tempo solo ad esplorare lo spazio per la curiosità di vederlo, magari azionando l’iconico pulsante Allarme Rosso solo per far sobbalzare i vostri compagni di viaggio. Un titolo estremamente curato e unico nel suo genere, che vi darà molte soddisfazioni, soprattutto se siete dei fan delle leggendaria saga spaziale. Il prossimo passo, ormai, sarà il ponte ologrammi, stavolta ci siamo andati incredibilmente vicino.

END TRASMISSION

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.