Nacon Revolution Pro 2 – Recensione

Il successo di Revolution Pro, il controller dedicato agli hardcore gamer e gamer professionisti per PS4 sviluppato da Nacon, è stato incredibile. In pochi mesi, grazie alla sua grande qualità, questo prodotto ha totalizzato un notevole risultato in termini di vendite ed è per questo che oggi possiamo stringere tra le mani il suo successore, Revolution Pro 2.

Cominciamo subito col dire che a livello strutturale la nuova versione raccoglie l’eredità del predecessore. Ritroviamo quel meraviglioso sfondo matto, leggermente ruvido al tatto, che dona al controller un ottimo grip per mani di tutte le dimensioni (e temperature). Tornano i meravigliosi stick, a mio avviso la parte più performante del pad: quello destro leggermente concavo, perfetto per tutti i movimenti di precisione e in particolare quelli di puntamento, e quello sinistro leggermente convesso, entrambi con asta di metallo ed estremità di una plastica solida ma confortevole.

Tornano anche i quattro tasti M, quelli posizionati nella parte inferiore sul retro del pad, dove vediamo anche il ritorno dei tasti che permettono di switchare tra le preconfigurazioni, e che adesso permettono anche di attivare la modalità PC. Sì, perché ora Revolution Pro 2 può essere utilizzato sia per giocare su PC che su PlayStation 4. Anche se potrebbe sembrare improbabile che gli amanti degli FPS su PC, o i PC gamer in generale, rinuncino al sacro matrimonio mouse-tastiera, la qualità del prodotto è tale da posizionarlo come una succosa alternativa anche per gli irriducibili della “master race”.

Altra modifica evidente è il cambio del cavo dell’alimentazione, da cavo proprietario a praticissima porta USB di tipo C. Bella inoltre, a mio avviso, la scelta di insistere sul wired, unica vera possibilità per annullare il ritardo sulla risposta dei comandi. Probabilmente la configurazione wireless avrebbe fatto piacere a quei giocatori a metà strada tra hardcore e casual, a cui il lungo cavo in dotazione (parliamo di ben 3 metri) non basta, ma per i professionisti del gaming la qualità conta molto più che la possibilità di essere lontani dalla tv. In realtà però, la maggior parte delle modifiche sono state fatte sul versante customizzazione, ma più che di modifiche credo che dobbiamo parlare di approfondimenti. Il cuore di tutto è il nuovo software.

Balza all’occhio l’assenza della possibilità di impostare le “Macro”, ma ha un suo preciso motivo. Nel Revolution Pro primo modello, queste servivano a settare una combinazione di tasti attraverso la pressione di un singolo bottone, ma sono state prontamente rimosse nel Pro 2 perché non accettate dai tornei ufficiali. Quella che poteva essere una pecca per un Pad Pro(fessional), quindi, è stata fortunatamente corretta. Passando agli stick, va detto che questa volta entrambi sono personalizzabili, non solo quello di sinistra (dedicato solitamente al puntamento) ma anche quello di destra.

Sinceramente la customizzazione per un nerd è come la cioccolata: la quantità è direttamente proporzionale alla soddisfazione. Anche se si tratta più di una sfumatura che di un’aggiunta sostanziale (per esempio, non è poi troppo utile migliorare la sensibilità di movimento del personaggio), è negli FPS che questa feature trova la sua ragion d’essere, permettendo per esempio di migliorare la sensibilità di un mirino. Pensate alle possibilità che questo apre in giochi come Sniper Elite III! Una vera gioia per feticisti dei movimenti millimetrici che, pur essendo tutto sommato frutto di un eccesso di zelo da parte di Nacon, è comunque una caratteristica assai gradita. Molto utile invece il lavoro fatto sulle frecce direzionali, adesso configurabili in 4 o 8 direzioni a seconda delle necessità. Con questa mossa Revolution Pro 2 si apre anche ai giocatori di picchiaduro, per i quali  questi sono l’interfaccia di gioco principale per attivare le combo più complesse.

Un’ultima modifica, piuttosto rilevante direi, riguarda il prezzo. Pur rimanendo economico rispetto al Razer Raiju e allo Scuf Impact Revolution Pro 2 viene venduto al prezzo di lancio di 129 euro, maggiore di quello del suo predecessore. Ma considerate tutte le migliorie e la profondità del software, devo dire tutto sommato che l’esperienza val bene il biglietto d’ingresso.