Una partita a… Rock’n Wrestle

1985 – “Mhh mhh, che schienata! Per me numero uno!” Ricordiamo come fosse ieri la voce di Dan Peterson che commenta la WWF mentre Hulk Hogan solleva Andre The Giant, 25 cm in meno e più leggero di almeno 100 Kg, poesia pura di un tempo di eroi. Come poesia è quella di questo sport game che pare più un beat’em up ad incontri ante litteram.

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Un barbuto antesignano di Big Show si appresta ad eseguire una micidiale Press Slam sul suo platinato avversario che, non fosse per il costumino a bretelle, avremmo senz’altro identificato con Rick Flair! Woooo!

Nei panni del peggior personaggio del roaster (ma nel pvp si può scegliere qualsiasi personaggio a seconda della versione del gioco) con un caschetto biondo ed una tutina ascellare blu dobbiamo schienare tutta una serie di improbabili wresteler ispirati ad i più diversi campioni. Il numero di mosse disponibili è incredibilmente alto così come gli attacchi base la cui disponibilità varia anche a seconda del livello di energia dell’avversario.

Gli avversari sono i punti di forza del gioco, incarnano quasi tutti gli stereotipi della metà degli anni ottanta per cui incontreremo i village people, un punk, un luchador mascherato, ognuno con la propria mossa speciale che non esiterà ad usare ogni volta che riuscirà ad afferrarci. La strategia non è per niente semplice, il gioco si divide in sostanza in due grandi tronconi poiché con gli ultimi tre avversari basta una mossa falsa e si finisce schienati in pochi secondi senza possibilità di replicare.

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Lo Sceicco assassino, un po’ Sabu un po’ l’immarcescibile Iron Sheik, viene abbattuto da quello che sembra essere un membro dei Village People.

La cosa migliore è stare lontani colpendo con i calci e i pugni a disposizione fino a che l’avversario non ha l’energia talmente bassa da poterlo terminare con una mossa sola, cercare di finirlo quando invece è al tappeto rappresenta il passaporto per perdere. Una menzione speciale merita il salto dalle corde, se sbagliate la tempistica finirete faccia a terra in una delle maniere più ilari dell’intera storia dei videogiochi e non è detto che l’avversario sia così gentile da darvi il tempo di riprendervi.