ArmA II

La guerra simulata di Bohemia Interactive ritorna più in forma che mai.

A nessuno piace andare in guerra, soprattutto se si tratta di un conflitto che non coinvolge il proprio paese. Ma quando è possibile visitare uno stato virtuale di quasi trecento chilometri quadrati senza rischiare la pellaccia e sperimentare tutte le situazioni che una guerra vera potrebbe proporre alla modica cifra di cinquanta euro, allora la situazione cambia, e parecchio. Stiamo parlando di ArmA 2, simulatore di soldato discendente da quell’Operation Flashpoint che all’inizio di questo decennio aveva rivoluzionato il modo di intendere gli sparatutto d’ispirazione militare. Stavolta non sarà più un isolotto a essere minacciato dall’invasione della grande madre Russia, ma un lembo di terra alle pendici del Caucaso. Nei panni del comandante di quattro marine delle forze speciali americane verremo chiamati a disinnescare una potenziale guerra civile che potrebbe portare a una riedizione di quanto accaduto in Vietnam trent’anni fa. Pronti per il lavoro sporco?

RACCOLTO ROSSO
Sarà meglio per voi visto che, in quanto a contenuti, ArmA 2 propone una lunga serie di possibilità che permettono di sfruttare l’enorme potenziale di questo gioco a partire dalla lunga campagna single player intitolata Red Harvest. Portando a termine tutte le missioni proposte potremo scoprire le lande di Chernarus e far conoscenza dei membri delle fazioni filocomuniste e filoccidentali che alimentano l’imminente conflitto. Nella remota possibilità che le oltre trenta ore di gioco necessarie a concluderla non vi bastino, sarà possibile cimentarsi in una mezza dozzina di missioni singole, ottime per fare esperienza con il sistema di comando della squadra, la gestione dei mezzi e l’interpretazione della mappa. Non siete ancora soddisfatti? E allora sotto con la possibilità di giocare tutte le missioni proposte (della campagna e singole) in cooperazione con tre amici, o dedicarsi al mastodontico e complesso multiplayer competitivo. Tanta roba quindi, ma per apprezzarla al meglio bisogna essere disposti a sbattere la faccia contro le idiosincrasie tipiche dei prodotti made in Bohemia Interactive.

CURVA DI APPRENDIMENTO
I simulatori Bohemia pubblicati fino a oggi sono sempre stati caratterizzati da una lunga curva di apprendimento e ArmA 2 non fa eccezione. Il controllo del personaggio principale prevede un utilizzo di tasti molto superiore rispetto a un normale sparatutto, per non parlare del sistema di comando della squadra alle nostre calcagna, sempre ancorato all’utilizzo dei tasti numerici per aprire altrettanti menu pilotabili via rotellina del mouse. Tale vastità di opzioni riflette le immense possibilità offerte dal gioco per quanto riguarda il movimento, la postura, il comportamento tattico dei nostri commilitoni, ognuno dei quali è liberamente utilizzabile durante la missione per approfittare della sua arma in dotazione.

Tanta flessibilità si accompagna a quella che è l’interazione con il mondo di gioco: ogni oggetto o veicolo (di terra di aria o di mare) è utilizzabile contro il nemico in ogni momento, lasciando al giocatore la più totale libertà di decidere come concludere una missione. Assaltare l’avamposto nemico di notte con i visori notturni o rubare un T-72 sovietico e seminare il terrore tra i civili a suon di cannonate? Arrivare via fiume o impadronirsi di un elicottero o aereo da caccia per coprire in brevissimo tempo lunghe distanze? Non ci sono limiti alla fantasia bellica del giocatore nel portare a termine le missioni, anche grazie all’evoluzione continua della situazione. All’interno dell’area di gioco sono spesso presenti truppe amiche che ci assistono nel raggiungimento dell’obbiettivo finale. Poiché nessun evento è predefinito e una loro azione si può risolvere in un successo o fallimento, un paese può essere pieno di cadaveri nemici o pullulare di fanti ribelli pronti a farci a pezzi a colpi di RPG-7. Come molto di rado accade negli FPS moderni, una missione non sarà mai uguale all’altra: un valore aggiunto che rende ogni partita una storia a sé.

MODERATAMENTE CASUAL
ArmA 2, nonostante un lavoro di alleggerimento dei menu di comando per rendere le prime missioni appetibili anche a un pubblico moderatamente “casuale”, rimane un titolo per una selezionata elite di estimatori di simulazioni belliche che passeranno più facilmente degli altri sopra una serie di difetti che gli impediscono di arrivare a valutazioni particolarmente elevate. Gli aspetti più fastidiosi sono essenzialmente due, di cui il più importante riguarda l’intelligenza artificiale non perfetta del gioco per quanto riguarda i commilitoni o le forze nemiche. Spesso (non sempre) i soldati non riescono a percepire correttamente la direzione del fuoco nonostante gli ordini di copertura, costringendoci a ripetuti ricaricamenti a causa della loro dipartita. Il secondo aspetto riguarda i frequenti bachi (audio, video e qualche script non funzionante) che hanno caratterizzato single e multiplayer su cui si sta concentrando il lavoro di Bohemia. Vista la complessità di ArmA 2 probabilmente non verranno tutti risolti per l’arrivo del gioco sugli scaffali ma la dedizione dei BI Studio ci porta a pensare che, nel giro di un mese, il gioco arriverà alla sua forma migliore.

ATMOSFERA CAUCASO
Un ultimo cenno va alla parte grafica la cui valutazione è complessivamente positiva: modelli dei personaggi, veicoli, edifici e texture di boschi e prati immergono il giocatore molto bene nell’atmosfera “caucasica” del gioco. Non tutto è perfetto, tuttavia. In particolare, alcune animazioni, la fisica di corpi e oggetti e la devastabilità di veicoli ed edifici sono lontani dalla spettacolarità dei altri titoli sandbox come GTA 4 o Far Cry 2. Discreto è il sonoro: alla buona selezione di effetti si contrappone una recitazione dei dialoghi non sempre accurata, aspetto bilanciato dalla completa traduzione del parlato attraverso sottotitoli localizzati in italiano.