Per scrivere un libro sul videogioco, bisogna conoscere il videogioco. Giorgio Catania lo sa bene, e il suo libro, frutto di un lavoro durato quasi dieci anni, trasuda da ogni pagina non soltanto una passione sterminata, ma anche una conoscenza profonda e analitica del mezzo. Intermundia Genesis costruisce magistralmente un mondo coerente e interessante, dando vita a un racconto identitario in cui ogni videogiocatore può immedesimarsi. L’autore dimostra infatti di conoscere estensivamente quello di cui sta parlando, riprendendo i linguaggi tipici dei mondi persistenti, e tessendo una storia che integra nei suoi ingranaggi le dinamiche peculiari di giochi come Lineage II o World of Warcraft.
A livello linguistico, è assai interessante la commistione tra l’italiano corrente e le contaminazioni che si riscontrano all’interno dei giochi online, un’avanguardia letteraria che si ricollega direttamente al primo romanzo italiano dedicato a questo mondo, Skill di Alessandra C., di cui Intermundia rappresenta un degnissimo erede. È un interessante scontro tra media quello che ci propone Intermundia Genesis, un libro unico nel suo genere, una “power fantasy” che realizza il sogno di ogni giocatore, ossia sentirsi protagonista all’interno di un MMORPG, usando uno stile accattivante, fresco e in grado di stimolare costantemente la soglia dell’attenzione con accurate ricostruzioni di azioni e combattimenti. Come un videogioco, appunto.
Il setting è un fantasy piuttosto classico, con la particolarità di essere tutto in VR: il libro infatti si svolge all’interno di un videogioco, denominato appunto Intermundia e suddiviso in tre universi, Genesis, Exodus e Apocalypsis, che presumibilmente comporranno una trilogia a livello editoriale. In Genesis abbiamo un protagonista di nazionalità italiana, che resta senza nome per tutta la durata del racconto (al contrario del suo alter-ego digitale) e di cui tuttavia non sa moltissimo, se non che ha una sorella più giovane e poco altro. Mondo reale e gioco si fondono, attraverso l’espediente letterario dell’interludio, spezzoni di real life che si frappongono alla virtual life. Egli però all’interno di Intermundia, un gioco totamente immersivo fruibile grazie al dispositivo Virtual 5ense, si chiama Mar ed è un fortissimo Evocatore. Il Guardiano Tanaka, amministratore di Intermundia, gli affida una missione: scovare un gruppo di ribelli che si è rintanato un dungeon del gioco, sfruttando una “falla” del sistema, causata da un fantomatico update che permette loro di essere intoccabili dagli admin. Il protagonista dovrà quindi brandire la leggendaria Masamune, un’arma che invece di uccidere “banna” i giocatori, e guidare un party di 8 persone, tutti apparentemente fra i migliori player e appartenenti a classi diverse.
Si legge come un libro, ma si vive come un videogioco: questa è la premessa di Intermundia, che riesce a ricreare attraverso il testo esperienze familiari per chiunque abbia giocato almeno una volta nella vita in un mondo online. Il senso di immersione, la meraviglia della scoperta, le connessioni che si vengono a creare con altre persone conosciute online… tutto questo è ben presente in Intermundia Genesis, capace di cristallizzare un approccio ai mondi online che sfortunatamente oggi si è un po’ perso, ossia quello che aveva teorizzato all’epoca il grande game designer Richard Garriott con Ultima Online.
Un’invenzione letteraria fortemente radicata nella realtà, dunque, ma che non scade mai nell’ammonimento banale e paternalistico visto nel film di Ready Player One, dove il protagonista nel finale sente il bisogno di chiudere il gioco per due giorni a settimana, perché “anche la vita reale è importante”. In Intermundia, al contrario, quello che avviene nella realtà virtuale ha lo stesso valore e significato di ciò che succede nella vita reale, un concetto che ho sempre avuto a cuore e che ho ritrovato con enorme piacere all’interno del romanzo. Il libro di Catania parla al cuore di chi ha avuto la fortuna di giocare con i MUD, di chi ha vissuto l’evoluzione di un genere, da Ultima fino a World of Warcraft passando per Phantasy Star Online, con una punta di nostalgia per un genere che, in realtà, si è allontanato dal concetto di interpretare un ruolo, preferendo piuttosto puntare sulla competizione spicciola.
Intermundia è un vero gioco di ruolo, dove i personaggi vivono un’esperienza: il più grande risultato dell’autore, è senza dubbio quello di essere riuscito a ricreare all’interno della narrazione un videogioco “letterario” fantasioso e stimolante. E che ci piacerebbe dannatamente giocare.