Jurassic World – Il regno distrutto, la Recensione di un nuovo mondo

Jurassic World Dominion

Ricordi quando hai visto il primo dinosauro vivo?“.

Sì, ricordiamo molto bene la prima volta che Ellie Sattler e Alan Grant videro per la prima volta un branco di dinosauri muoversi sulle distese del primo parco creato da John Hammond. Eppure le cose son cambiate.

Se con Jurassic World i dinosauri che hanno creato un nuovo immaginario cinematografico ci sembravano tornati a nuova vita, in un ambiente moderno, con una nuova storia, nuovi personaggi ma sempre fedeli a ciò che li ha resi epici, il nuovo capitolo purtroppo si distacca completamente da tutto ciò che era stato Jurassic Park.

Il problema principale è stato proprio quello di voler riutilizzare a tutti i costi gli elementi chiave, le scene, le battute e i comportamenti propri della saga, in un auto-citazionismo deleterio per una pellicola che poteva avere una sua autonomia senza fondarsi troppo sui rimandi ai precedenti film.

Sono passati tre anni dal disastro di Jurassic World, e i dinosauri che erano stati lasciati a vivere in autonomia sull’isola rischiano una nuova estinzione, causata adesso dall’imminente eruzione del vulcano di Isla Nublar.

Siamo di fronte a una storia già vista, dove si scopre che chi vuole mantenere in vita le ultime creature rimaste in vita non lo fa per salvarli davvero: i bracconieri vogliono sfruttare i dinosauri per dei banali fini economici, e quelli che ci sembravano amici sono in realtà traditori. Abbiamo già visto il personaggio del cacciatore spietato in Jurassic Park 2, qui replicato nelle stesse caratteristiche fisiche e caratteriali, senza un minimo sforzo di novità. Addirittura i mezzi di contenimento per i dinosauri sono identici, proprio per richiamare le ambientazioni dei vecchi film. Ma in questo episodio il voler accontentare a tutti i costi i fan con continui riferimenti, troppo forzati, è stato dannoso e non positivo. E persino la buona CGI non può porre rimedio a quello che è, alla fine dei conti, un prodotto scialbo.

Insomma, il risultato è un film troppo impersonale. I momenti di suspense, tipici del rapporto tra uomo e dinosauro in tutta la saga, sembrano buttati a caso in ogni momento buono; non c’è la creazione del vero pathos a cui siamo abituati ad assistere. I personaggi sono molto superficiali, come lo sono le relazioni tra di loro: Vediamo che Claire (Bryce Dallas Howard) e Owen (Chris Pratt) si sono lasciati, sì, ma tutto ciò lo andiamo a scoprire attraverso un’infantile discussione sul “chi ha lasciato chi”. Anche i comprimari sono piuttosto inconsistenti, e se la sceneggiatura punta molto sulla piccola Maise, purtroppo il personaggio non riesce a rendere l’investimento fatto, risultando a tratti un po’ forzato.

Detto questo, la pellicola risulta godibile nel suo insieme e non mancano sicuramente emozioni di ogni tipo. Rispetto ai precedenti capitoli, che mantengono un ritmo lineare e in grado di alternare momenti di tensione e fuga dall’attacco dei dinosauri, qui ci troviamo sballottati tra momenti di terrore estremo, quasi da film horror, a sensazioni di pura tristezza. La scena della distruzione dell’isola rappresenta forse quel momento di saluto definitivo ai dinosauri per come li abbiamo conosciuti. Non abbiamo mai sofferto così tanto per la loro fine, rappresentata in maniera così cruenta. Forse una sofferenza evitabile, ma che ci ha davvero portati alla fine del sogno che abbiamo vissuto dall’arrivo del primo Jurassic Park, e che ha adesso trovato la sua conclusione in Jurassic World.

Forse proprio la metafora del passaggio dall’età della spensieratezza, in cui i dinosauri sono stati compagni di giochi nell’immaginario; potenti macchine da guerra, certo, ma che abbiamo osservato sempre sullo schermo come indistruttibili e, nonostante tutto, a cui ci siamo affezionati, nonostante la chiara incompatibilità con l’essere umano.

Il messaggio finale di Jurassic World – Il regno distrutto è che l’uomo e le altre specie sul pianeta Terra dovranno imparare a convivere con queste creature fuori dal loro tempo. Perché, come ci dice il nostro indimenticabile Professor Ian Malcolm (anche qui con un cameo troppo piccolo per essere davvero apprezzato): “La vita non ti permette di ostacolarla“. Ma questo scenario è del tutto nuovo. Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo capitolo? Speriamo indubbiamente in una svolta più coraggiosa, meno citazionistica e più autoriale.

Alessia "Paddy" Padula, Production Director di Idra Editing nonché abruzzese doc, ha una grave dipendenza dalle serie tv, specialmente Doctor Who e Sherlock! Permalosa in modo pericoloso, potrebbe uccidervi per uno spoiler, quindi siete avvertiti. Il suo punto debole? Panda, koala e tutti gli altri animali coccolosi. E gli arrosticini, ma questa è un'altra storia.