Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion Recensione, Finn e Jake pronti all’arrembaggio

Adventure Time Enchiridion

Non credo che la serie animata Adventure Time abbia bisogno di presentazioni: cominciata il 5 aprile 2010 su Cartoon Network, conta attualmente 10 stagioni, ed è entrata nel cuore di milioni di spettatori di tutte le età. I due protagonisti, Finn l’umano e Jake il cane, hanno decimato i cuori di tutti i fan con la loro ingenuità sfociante nel puro nonsense, e Marceline la vampira ha ribadito a tutto il globo quanto sia figo essere goth; per non parlare delle carie che la Principessa Gommarosa e il suo Regno di Dolcelandia ci hanno arrecato… Beh, è tempo di rivivere quelle spettacolari avventure, per tutti; Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, RPG con combattimenti a turno sviluppato da Outridge Games e Climax Games, distribuito da Bandai Namco con la benedizione di Cartoon Network, è infatti disponibile per PC, Nintendo Switch, Playstation 4 e Xbox One. Ergo, non avete scuse per non levare le ancore e salpare alla volta del mondo di Ooo. All’arrembaggio!

Non ci sono dubbi, è proprio Adventure Time!

Se c’è un dettaglio che deve saltare subito all’occhio quando si tratta di un gioco basato su una serie animata, è la fedeltà a essa; nulla di peggio di trovare una narrazione stravolta o sconnessa dall’opera di riferimento, anche se si trattasse di pochi particolari. Grazie ai sacri game developer di Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, non è questo il caso. Ci troviamo a vestire i panni dei grandi eroi di Adventure Time: Finn, Jake, Marceline e BMO, l’adorabile console amica dei nostri eroi, sono impegnati a risolvere una catastrofe scatenata sull’intero mondo di Ooo. Le pianure al di fuori dei grandi regni sono completamente allagate e battute in continuazione dai pirati, minacciando l’esistenza del Regno di Ghiaccio e del Regno di Fuoco. Chi sono? Da dove vengono? Perché l’intero mondo è sott’acqua? Attraversando un oceano di dubbi e il nuovo oceano che ha sommerso Ooo, i nostri eroi dovranno affrontare una serie di prove di abilità, orde di nemici e torchiare i vari personaggi secondari alla ricerca di indizi utili alla missione.

Già dal graphic design del gioco si nota quanto la fedeltà alla serie sia massima: la grafica è completamente in 3D, ma il feeling ricreato è assolutamente fedele al 2D del cartone animato. Inoltre, viene mantenuta ogni backstory dei personaggi, come ad esempio il rapporto burrascoso tra la Principessa Fiamma e sua cugina Torcho, e soprattutto viene ribadita l’importanza dell’Enchiridion, il manuale dell’eroe che scopriremo avere un ruolo chiave nel corso dell’avventura intera. La colonna sonora del gioco aiuta a ricreare quell’atmosfera infantile che pervade e caratterizza la serie animata, e persino le gag frequenti, la natura naive dei due eroi principali e le trasformazioni di Jake vengono mantenute e ricreate alla perfezione con la magia del è3D, ed esse saranno indispensabili sia nell’esplorazione dei mondi sia durante le battle phase.

Adventure Time jake

Ma è come Final Fantasy!

È la frase che mi sono scoperta a dire durante la primissima battle phase del gioco: la struttura del combattimento a turno di Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion infatti riprende a piene mani quella della serie di RPG giapponese più amata al mondo. Ognuno dei nostri eroi ha a disposizione una gamma infinita di potenziamenti per le statistiche di attacco e difesa, strumenti di cura per sé e per il gruppo intero e piccoli scherzetti da lanciare ai nemici per mettergli i bastoni tra le ruote. Inoltre possono essere lanciati attacchi semplici o speciali (i quali saranno più o meno efficaci a seconda della natura del nemico, come quelli di ghiaccio che saranno più efficaci contro i nemici di fuoco), consumando la barra dell’energia di tutto il gruppo, e ogni eroe avrà un’abilità principale che inficerà più o meno sulle sue stesse statistiche; per dirne una, la capacità di rigenerarsi di Marceline, fondamentale durante una battaglia dura, paga con l’impossibilità di bloccare gli attacchi dei nemici. Ad ogni modo, le battaglie di Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion faranno scendere una lacrimuccia agli amanti della popolare serie giapponese, salvo poi riportarli sull’attenti con nemici ostici e una difficoltà sempre crescente.

adventure time i pirati dell'enchiridion recensione battaglia

Al termine di una battaglia, i nostri eroi possono aumentare di livello, sbloccare nuove abilità e potenziare le proprie statistiche -salute, difesa, agilità, precisione, attacchi speciali e così via- attraverso l’addestramento dell’eroe, accessibile nel menù di pausa. Parlando delle abilità speciali, inoltre, ognuna di esse rispetta appieno la personalità dell’eroe e la loro attitudine mostrata nella serie animata, e, come detto prima, saranno indispensabili in ogni aspetto del gioco: il sonar di BMO può guidarci alla ricerca dei mondi di gioco e di tesori nascosti nell’oceano, e la capacità di Jake di manipolare il proprio corpo, durante la battle phase, può tornare utile per ingannare i nemici.

Come in Final Fantasy, oltre alla storyline principale da dipanare, si può anche accedere a un buon numero di quest secondarie, indispensabili per ottenere grandi quantità di monete (fondamentali per comprare oggetti utili durante la battle phase e nel potenziamento delle statistiche); oggetti rari e costosi, nuovi attacchi speciali e addirittura pagine dell’Enchiridion, quindi non è il caso di prenderle troppo sottogamba.

Insomma, grazie a questo gioco abbiamo scoperto che l’unione tra Adventure Time e Final Fantasy non è poi così malvagia, anzi: può regalarci una buona dose di difficoltà, utile a sviluppare la nostra capacità strategica, ed enfisemi polmonari dovuti al numero di “AAAAW” detti durante il corso dell’intera avventura.

Riferimenti eccellenti e difettucci sparsi

Non solo rose e fiori, purtroppo. Durante le sessioni di gioco mi è capitato più volte di incappare in caricamenti assurdamente lenti, oltre a bug e glitch più o meno grossi e fastidiosi; nulla che una buona patch di aggiornamento non possa risolvere, sia chiaro, ma si tratta sempre di un doppio lavoro per gli sviluppatori, costretti a riprendere in mano più volte lo stesso gioco per risolvere problemi che potevano essere tamponati già in fase di beta testing, e di un fastidio per l’utilizzatore finale, il quale di fronte a tali carenze di attenzione potrebbe più o meno storcere il naso. Passino i personaggi che a volte si trovano inglobati nei muri o si bloccano in fase di caduta, glitch grafici di poco conto che ormai sono diventati quasi la norma, ma non poter aprire il menù di pausa o la mappa di gioco  per un periodo a causa di una mancata risposta dei comandi vi assicuro che è stato abbastanza fastidioso. Senza contare gli innumerevoli cali di framerate nelle fasi di caricamento, i quali però non arrecano danno al gameplay generale (almeno quello…). Anche il metodo di selezione delle opzioni in battle phase o nell’addestramento dell’eroe l’ho trovato inutilmente macchinoso: parlando della mia esperienza su Playstation 4, perché affaticare il pollice per tenere premuto l’analogico sinistro quando si può ricorrere alla comodità della croce direzionale?

Beh, sperando che su altre piattaforme questa mappatura sia stata implementata in maniera meno macchinosa, possiamo consolarci divertendo a scovare le svariate citazioni cinematografiche sparse per tutto il gioco. Partendo dall’immenso omaggio a Final Fantasy di cui abbiamo già snocciolato ogni suo aspetto, l’intera premessa narrativa in salsa piratesca cita la serie di Pirati dei Caraibi (per non parlare del Kraken, ma quella è un’altra storia…). L’attacco speciale con il guanto di Finn richiama pericolosamente Avengers: Infinity War, e riderete sotto i baffi quando vi accorgerete come l’incontro con uno dei principali side character ricordi la trama di Cast Away. La parte RPG del gioco, inoltre, consistente in degli interrogatori ai vari personaggi secondari, ricalca nell’atmosfera e nell’atteggiamento dei protagonisti i gialli e polizieschi alla Poirot, a cui Jake assomiglia in maniera assolutamente comica.

Prendete Final Fantasy, sostituite le radici giapponesi con quelle americane, le lacrime con le risate e una buona dose di sentimento del puccioso, e avrete Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion. Un’avventura assolutamente adatta a tutti: i bambini sorrideranno con i loro eroi preferiti e gli adulti troveranno gusto nella difficoltà dei frequentissimi combattimenti. Persino chi non conosce la serie può trovarsi a proprio agio nel seguire le avventure e lo sfrenato nonsense dei nostri eroi, e anzi può addirittura sentirsi spinto ad avvicinarsi alla serie animata per capirne di più. Non esistono momenti morti: c’è sempre qualche scrigno da aprire e moneta nascosta da trovare per arricchire il proprio portafogli, una battaglia da affrontare, una citazione da scovare e una side quest da svolgere. Certo, c’è ancora tanto lavoro da fare, soprattutto per correggere i bug e i difetti del framerate, ma nulla che possa inficiare troppo l’esperienza di gioco. Un’avventura divertente e adorabile, adatta a tutte le età. Un must have soprattutto per gli appassionati della serie.
Adventure Time! Chiama i tuoi amici, andremo verso terre lontane…