Gli Dèi, si sa, sono permalosi. Anche se sconfitti, dimenticati, e magari imprigionati in oscure cittadelle continueranno sempre a pianificare atroci vendette. Questa è la premessa di Eldest Souls, il titolo soulslike di Fallen Flag Studio che abbiamo avuto l’occasione di testare con mano durante la Milan Games Week 2018.
Ispirato a Dark Souls, Hyperlight Drifter e Titan Souls, il titolo ci viene presentato dagli sviluppatori come un boss rush game, ossia una sorta di corsa infernale tra un boss e l’altro, caratterizzato da una componente tattica e strategica che sarà determinante in ogni scontro.
In Eldest Souls impersoneremo un misterioso guerriero, abbandonato a se stesso in una oscura cittadella nella quale gli antichi Dèi sono stati imprigionati. Inutile dire che alle succitate divinità la cosa non è andata particolarmente a genio e ora, dopo secoli di prigionia e finalmente liberi di portare distruzione nel mondo, si sono impadroniti della cittadella. Il nostro compito? Prenderli a sculacciate e far loro capire che si, sono divinità, ma il loro posto è pur sempre in carcere.
Sviluppato in maniera piuttosto lineare, il titolo consta di una serie di livelli, raggruppati in diversi hub di gioco, nei quali potremo decidere come e se avanzare. Ogni livello, infatti, corrisponde ad un boss e dopo le prime battute di gioco (che svolgono egregiamente la funzione di tutorial), saremo quindi liberi di approcciarci al gioco come meglio crediamo. Non saremo infatti costretti ad affrontare specifiche sequenze di nemici (e su questo punto una menzione d’onore per Vanth Studio è d’obbligo: ogni boss è unico, non c’è riutilizzo di asset) ma, al contrario, potremo decidere di volta in volta quali Dèi e Guardiani (boss minori, i primi che incontreremo nella cittadella) affrontare. Ogni volta che sconfiggeremo un boss maggiore, una divinità, otterremo una particolare Shard. Questi oggetti, intrisi del potere del boss a cui li avremo strappati, ci consentiranno, uniti al nostro equipaggiamento base, di modificare il nostro stile di combattimento e di accedere a meccaniche sempre nuove e del tutto funzionali al gameplay frenetico e fluido del gioco.
La componente RPG del gioco, limitata di fatto ad una progressione del personaggio attraverso tre diversi skill tree, è effettivamente poco approfondita ma, coniugata all’immediatezza dell’azione e alla semplicità del concept di gioco, riesce a fare il suo lavoro, consentendo ai giocatori di creare il proprio stile di combattimento personalizzato e basato sulle proprie inclinazioni.
Abbiamo parlato di Dark Souls e delle similitudini tra i due titoli. In particolare la narrazione, che come sappiamo in Dark Souls è affidata a sussurri, bisbigli e intuizioni, ci ha ricordato da vicino le opere di From Software. Tecnicamente il gioco gira fluidamente, pur tenendo conto che la build che abbiamo potuto provare è una alpha che comprende le meccaniche di base del gioco e poco altro. Effetti luminosi buoni, texture ben definite e un uso molto particolare degli sprite riescono a rendere questo soulslike 2D in pixel art decisamente accattivante e gradevole all’occhio.
Eldest Soul è, al momento, ancora in lavorazione. Il lancio del gioco è previsto per il 2019 su Nintendo Switch e PC, quindi non ci resta che aspettare ancora qualche tempo per mettere le mani su una release definitiva che, a giudicare da quanto abbiamo visto, potrebbe davvero rivelarsi una piccola perla del panorama indie italiano.
Per ora da Eldest Souls è tutto, vi invitiamo a rimanere comunque sulle nostre pagine: ci sono ancora tanti indie di cui vogliamo parlarvi, tutti qui alla Milan Games Week 2018.