Abzû Recensione, immergiti, nuota, ammira… e basta

Abzû

Un respiro profondo in superficie e subito già nelle profondità marine senza pensare a nulla lasciandosi avvolgere dall’acqua come in un caldo abbraccio ammirando il mondo marino che ad ogni passo si schiude davanti agli occhi. Questa in poche parole è la sintesi dell’esperienza unica di Abzû, titolo sviluppato da Giant Squid Studios e pubblicato da 505 Games. Un’avventura nelle profondità del grande blu che porta il giocatore ad attraversare scenari mozzafiato e a nuotare tra centinaia di creature diverse. Il gioco è già approdato da tempo su PlayStation 4, PC e ora finalmente viene pubblicato anche su Nintendo Switch, versione che abbiamo provato per questa recensione. Il mare e le sue meraviglie regalano tanti spunti d’ispirazione che oltre ad avere colori intensi e sfaccettati offre panorami che riescono a sembrare sia familiari che provenienti da mondi fantastici. Cucire con questo ordito la trama di Abzû propone una forte componente narrativa. Nel mutismo forzato del mare, fatto di versi animaleschi e di suoi ovattati, sono le immagini e gli scorci a raccontare una storia intensa tra il sub che impersoneremo e tutto quello che è l’ecosistema sottomarino fino alla scoperta di antichi segreti e delle rovine di una civiltà ancestrale con una storia, appena accennata, che ricorda per certi versi il mito della caduta di Atlantide. Integrato a questo c’è un accenno di rapporto emotivo tra il protagonista e un animale che mai si potrebbe pensare diventi suo amico. Non aggiungo altro per evitare spoiler.

Abzû

Un’altra analogia facile da fare è con Endless Ocean, ma rispetto a quest’ultimo la potenza evocativa delle immagini del titolo Giant Squid è tale da prendere vistosamente le distanze e avvicinarsi molto più a Journey, dal quale mutua alcuni componenti del team di sviluppo. Non si tratta di esplorazione pura e semplice ma di una viaggio fatto di tappe incantevoli. Abzû è completamente guidato dalla trama e la trama è fatta di tanti meravigliosi scorci che si susseguono tra un’area e l’altra trasportando il giocatore in un’incredibile esperienza multimediale interattiva. La potenza della storia di Abzû è accompagnata da una realizzazione stilistica davvero magica: un concentrato di luci e colori con accostamenti perfetti e palette cromatica con colori intensi e linee morbide. La realizzazione tecnica mostra una creatività impareggiabile che denota un gusto estetico da primo della classe. C’è qualche problema di aliasing e qualche altra piccola pecca tecnica ma nulla che può rovinare l’esperienza. Anche perché lo stile in cel-shading aiuta dare una percezione di fiaba animata da assaporare tutta d’un fiato, considerata anche la durata davvero esigua del gioco: 3 ore. Il passaggio da modalità dock a modalità portatile non varia minimamente la qualità grafica.

Ovattata e pregevole è la colonna sonora che offre tracce fatte di archi e strumenti dalle sonorità antiche e sezioni corali amalgamati con i pochi ma familiari suoni della fauna marina. Una ensemble di suoni che con un paio di cuffie diventa davvero un piacere per le orecchie. Peccato che tutta la bellezza visiva e narrativa sia accompagnata da una componente ludica davvero esigua. L’interazione è limitata al poter farsi trascinare aggrappandosi a una delle creature marine, recuperare alcuni collezionabili e utilizzare un sonar per interagire con il mondo. Il problema è che questa interazione è limitatissima e i pochi puzzle non offrono alcuna sfida se non quella di andare a ricercare i punti su cui agire. La componente ludica è talmente ridotta che, come per altri casi noti già citati, è difficile definirli videogiochi puri, Abzû percorre il confine tra videogioco e cortometraggio interattivo in cui l’utente finale deve lasciare che siano gli occhi e il cuore a guidare le emozioni e il piacere di questo piccolo viaggio tra gli abissi.

Abzû può considerarsi un esercizio di stile ben riuscito che fa immergere, è proprio il caso di dirlo, di una delicata e intensa esperienza visiva attraverso profondità marine. Un aperitivo a base di antiche civiltà, animali marini soavi e scene intense da godersi tutto in una sera per ritrovare un contatto con il proprio fanciullo interiore e riuscire ad apprezzare, in un mercato fatto di tanta azione, una lenta progressione godibile anche da chi guarda semplicemente il gioco. Reputo questo titolo una esperienza narrativa interattiva che fa parte di quella categoria di prodotti che passeggiano sulla linea di confine tra videogioco e prodotti cinematografici. C’è troppo poco gameplay e quel poco che c’è è davvero poco incisivo per poter rappresentare una esperienza di gioco soddisfacente. Abzû è un prodotto per palati sopraffini che non si curano della componente ludica e puntano tutto sull’atmosfera di titolo quando scelgono cosa acquistare su uno store.

Dalla sua Mansion nel Sannio ha attraversato l'universo senza Tuta Phazon, visitando regni brulicanti di Koopa con l'aiuto di Pietre Sheikah. Ma il suo desiderio è una casetta sulla colonia 9 di Bionis e un mech parcheggiato in giardino. Cinema, borad game e birra artigianale le altre sue passioni. Ogni volta che esce un nuovo Zelda esclama: "Avverto un tremito nella forza."