Dead or Alive 6 Recensione

Dead or Alive 6

Siamo tornati sul tatami, dopo oltre sette anni dal lancio dell’ultimo capitolo della saga, per provare con mano Dead Or Alive 6, l’ultima fatica del celebre Team Ninja. Ecco quindi che, tra una finta e una contromossa, siamo tornati sul tatami con BassTinaKasumi e tutta l’allegra -e abbastanza attaccabrighe, riconosciamolo- brigata dei partecipanti al Dead Or Alive. Prendete pop corn e bibite, signori, il match sta per iniziare e, come sempre, lo scontro sarà senza regole e pietà alcuna.

Dead or Alive 6

Botte per tutti i gusti

E’ ovvio che il fulcro dell’azione, dato il genere d’appartenenza del gioco, siano nient’altro che sonori schiaffoni, combo e proiezioni: dopotutto parliamo di Dead Or Alive 6. Ecco quindi che affiancate ad uno Story Mode del tutto anonimo -intendiamoci: la trama, nei vari capitoli della saga, non ha mai brillato ma in questo caso è del tutto pretestuosa e inconsistente- potremo trovare diverse modalità di gioco che sono in grado di soddisfare praticamente tutti i gusti, dai classici Versus Survival passando per il nuovo Quest Mode. Non manca inoltre il noto tutorial targato Dead Or Alive, fonte -spesso- di frustrazione: il picchiaduro di Koei Tecmo, infatti, seppur in modo diverso da altri esponenti del genere come Street FighterTekken, è molto tecnico. Una sorta di coreografia di pugnicontromosse, da eseguire con un tempismo pressochè impeccabile per ottenere qualche risultato degno di nota. Insomma, non proprio il paradiso del button mashing, per dirla tutta. Ecco quindi che in questo contesto un neofita potrebbe trovarsi abbastanza spaesato di fronte alla mole di mosse disponibili per ogni personaggio e, come accennato, il tutorial proposto dagli sviluppatori non riesce ad essere poi di grande aiuto. Un difetto, questo, che la saga si trascina dietro sin dagli albori ai tempi di DreamcastPlayStation nei rutilanti anni ’90 del secolo scorso. Se, da un lato, il tutorial non riesce ad essere l’aiuto che dovrebbe ecco che d’altro canto la snellezza del combat system -tecnico non vuol necessariamente dire macchinoso, ricordiamolo sempre- viene incontro anche ai meno avvezzi ai match virtuali, riuscendo comunque a garantire una sana dose di divertimento e soddisfazione anche agli esordienti.

Dead or Alive 6

Poche novità, ma di pregio

Tagliamo subito la testa al toro: non troverete chissà quali stravolgenti novità in Dead Or Alive 6. Qualche nuovo combattentearene e un paio di meccaniche inedite, ecco la somma delle novità introdotte da Koei TecmoTeam Ninja in questa nuova iterazione della serie. Poco, però, non significa scarso. Anzi, tutto l’opposto. La sensazione, pad alla mano, è che le nuove meccaniche -tra le quali spicca in particolare la inedita Break Gauge– si riescano a fondere in modo quasi organico con la solida base di Dead Or Alive, portando una necessaria ventata di freschezza in un gameplay che comincia a sentire un po’ il peso dei suoi oltre vent’anni. Parlando proprio della Break Gauge, questa non è altro che una barra speciale divisa in due elementi che si riempirà man mano che gonfieremo di botte il nostro avversario. Una volta che almeno uno dei due segmenti della Break Gauge sarà pieno potremo usare la potenza accumulata per attivare attacchi speciali in grado di ribaltare le sorti di un match. A secondo della direzione associata all’attacco Special, infatti, potremo dare il via ad una sequenza di attacchi culminanti in una letale combo –Fatal Rush– oppure utilizzare una tacca della nostra Break Gauge per salvarci con una sorta di contromossa universale con una tecnica definita Fatal Reversal. Questa novità, l’introduzione della Break Gauge e il suo utilizzo, sono state un po’ una croce e delizia durante la nostra prova del gioco: da fan storici, che hanno cominciato la loro avventura nel torneo di Donovan ai tempi del primissimo Dead Or Alive, questa nuova meccanica ci ha fatto storcere il naso. Posto il buon lavoro svolto da Team Ninja per equilibrare i diversi lottatori, tecniche come la Fatal Reversal rischiano di inficiare alla base l’ormai celebre e noto triangle system, ossia il sistema di combattimento su cui si fonda tutta l’esperienza di Dead Or Alive 6 e mutuata dal vetusto e universale gioco sasso-carta-forbice. Per contro l’introduzione di questo elemento riesce a dare un nuovo spessore alla strategia con cui affronteremo gli incontri sul ring di Koei Tecmo, aggiungendo un pizzico di pianificazione extra ai nostri match. Sul fronte lottatori, invece, avremo a che fare con due new entryNico, una scienziata, e Diego, il classico lottatore da strada, entrambi dotati di un peculiare stile di combattimento.

Dead or Alive 6

Mai viste kunoichi così provocanti!

Una delle caratteristiche della saga che più sono state apprezzate nel corso di queste due ultime decadi è, sicuramente, il comparto grafico. In questo Dead Or Alive 6 riesce ad alzare ulteriormente l’asticella rispetto all’ultima incarnazione della serie, Dead Or Alive 5 -ad onor del vero, la versione Core Fighter approdata su PlayStation 4Xbox One nel 2013 altro non era che una riproposizione dell’omonimo titolo per Xbox 360PlayStation 3 dell’anno precendente-. KasumiAyane e tutte le altre lottatrici e lottatori appaiono in ottima forma, grazie anche alla scelta saggia di Koei TecmoTeam Ninja di ridurre certi… “attributi” delle procaci kunoichi, rendendo le nostre beniamine un po’ meno sexy ma di sicuro più realistiche nelle movenze e nell’aspetto. Non mancheranno comunque occasioni per ammirare le grazie di queste bellissime donzelle, grazie alla consueta vasta varietà di outfit sbloccabili per ogni personaggio. In tutte le nostre ore di gioco abbiamo potuto apprezzare la bontà del lavoro di Team Ninja: nessuna compenetrazione poligonale, effetti particellari di buona qualità, sapiente uso delle luci e una fisica decisamente raffinata fanno da contorno a un ritmo di gioco abbastanza sostenuto. Le texture e i modelli dei personaggi sono ottimamente realizzati e ogni lottatore si muove in modo fluido e naturale. Purtroppo lo stesso non possiamo dire per le arene che, ad uno sguardo un po’ più attento, si rivelano un po’ carenti della stessa attenzione prestata ai combattenti: piccoli effetti pop in si affiancano a sporadici cali di frame rate. Il comparto audio è nella norma, non brilla particolarmente ma fa il suo lavoro, con un suono ben direzionato e pulito e una colonna sonora, al pari della trama del gioco, del tutto dimenticabile. E online, come si comporta Dead Or Alive 6? Beh, difficile dirlo con certezza: per ovvi motivi non abbiamo potuto stressare il comparto online tanto quanto avremmo voluto fare, ma di base tutto sembra funzionare abbastanza bene; nonostante in alcuni casi il lag e soprattutto l’input lag siano stati decisamente insopportabili, ma parliamo di casi limite, siamo riusciti a disputare match tutto sommato godibili e abbastanza fluidi. C’è sicuramente qualcosa da rivedere, ma sembrerebbe che in quel di Koei Tecmo si sia data la giusta attenzione ad una componente critica dell’offerta di gioco.

Ayane, Hayate, Hayabusa, Kasumi e Raidou, insieme a tutti gli altri iconici lottatori del Dead Or Alive sono tornati e lo fanno in grande spolvero. A distanza di oltre sette anni dal lancio dell’ultimo capitolo della serie questa nuova iterazione riesce ad essere una ventata d’aria fresca per i fan più accaniti, che troveranno l’esperienza classica di Dead Or Alive affiancata ad alcune piccole ma incisive novità sul fronte gameplay. Come dicevamo, poco non significa scarso e Team Ninja dimostra, ancora una volta, di essere in grado di sfornare dei piccoli gioielli. Aldilà di una pallidissima trama, mero pretesto per introdurre gradualmente personaggi e meccaniche ai giocatori, in Dead Or Alive 6 ci sono spunti di qualità sotto molti fronti, dal comparto grafico al gameplay. Il comparto online sembra ben funzionante, seppur permangano a tratti alcuni problemi che il titolo continua a trascinare con se sin dai tempi di Dead Or Alive 3, ma in ultima istanza nulla di irreparabile. Se siete fan dei picchiaduro e il button mashing è una pratica che osteggiate con tutte le vostre forze, questo è sicuramente il titolo per voi!

Gamer dal 1990, complice un NES è diventato un essere mitologico, metà uomo metà pad. Nato per partenogenesi dal dio Chaos, si narra che nel suo pizzetto viva un troll viola del tutto simile a Trevor Phillips. Tra una sessione di gaming e l'altra è riuscito a procreare e la stirpe, sorprendentemente, è umana. Sincero, arrabbiato e politicamente scorretto, ama Halo alla follia, tanto da chiamare la figlia Cortana.