Unravel Two Recensione

Unravel Two

Unravel Two | Unravel ha fatto innamorare i giocatori di Yarny, tenero pupazzetto di lana che sembrava vivere in un mondo incantato e fiabesco. In realtà chi ha sperimentato con mano il titolo è consapevole di quanto la realtà sia differente dall’apparenza: c’è molto poco di tenero in questa avventura. Unravel Two ha seguito il primo capitolo presentandosi come una storia di speranza e redenzione, aggiungendo un secondo Yarny che accompagna il primo in ogni momento, e gli dona nuova forza e coraggio. Ed è questo il tema principale: siamo chiamati ad essere coraggiosi e gettarci nelle sfide, anche quando appaiono imponenti e non ci fanno sentire adeguati. Collaborazione, riflessione ed eroismo ci possono guidare verso la luce. L’arrivo di Unravel Two su Nintendo Switch è un dono per tutti i giocatori che possiedono la console, nonché una valida scusa per rivivere l’esperienza.

Unravel Two

Il mondo è buio e spaventoso, ma siamo qui. Insieme.

Unravel Two è poesia, ma anche orrore

La caratteristica che più di tutte risalta è senza dubbio l’atmosfera, poetica e leggiadra, che permea ogni secondo di gioco. Dai paesaggi bucolici illuminati da raggi di sole che inondano di luce la scena ai cunicoli sotterranei nei quali penetrano solo pochi riflessi, si respira l’aria di un mondo vivo, con una colonna sonora rilassante che accompagna l’azione quasi cullando il giocatore. Tutte le nostre certezze vengono ribaltate quando ci troviamo costretti ad osservare lo sfondo: mentre noi ci avventuriamo nelle varie ambientazioni, riviviamo una storia di violenza e di avvenimenti traumatici. Nonostante la trama faccia appunto da background e non se ne capiscano spesso i dettagli, è un elemento importante dell’esperienza, poiché colpisce dritto al cuore il contrasto tra la spensieratezza e la paura.

Unravel Two

Chi ha paura del fuoco? In fondo siamo solo fatti di lana….

Unravel Two richiede riflessi, ma anche riflessione

Come il suo predecessore, Unravel Two è un platform puzzle: alterna sezioni con salti acrobatici a momenti più riflessivi, in cui è necessario pensare alle proprie azioni e comprendere come agire. Srotolando (dal verbo inglese “to unravel”) parte del proprio corpo i personaggi possono sfruttare il filo di lana che li unisce per interagire con l’ambiente circostante in svariati modi. Agganciando al lazo determinati punti di attracco ci si può dondolare per darsi lo slancio e raggiungere così piattaforme altrimenti inaccessibili, oppure si possono costruire piccoli ponti su cui rimbalzare o spostare oggetti. I puzzle proposti sono pensati per essere risolti da due giocatori, ma il gioco è totalmente fruibile anche in singolo poiché si può alternare il controllo fra i due pupazzi, e il personaggio rimasto deselezionato manterrà l’azione che stava esercitando, come ad esempio tirare una corda o tenere la presa su un oggetto. I tempi necessari alla risoluzione degli enigmi sono calcolati anche per poter essere risolti in questa modalità di controllo e non si ha mai la sensazione di dover spaccare il decimo di secondo, segno che il bilanciamento del gioco è stato minuziosamente curato. Il livello di sfida generale del titolo è spostato sul difficile, ma i più smaliziati giocatori di platform riescono a cavarsela egregiamente una volta capito come risolvere gli enigmi. Per chi ha più difficoltà con il genere, non è una passeggiata: alcune sezioni sono davvero complesse. Per di più, molti livelli sono caratterizzati dal dover fuggire a minacce che ci inseguono e ciò aumenta la tensione, rendendo più difficile essere precisi nei movimenti. In caso di necessità, il gioco fornisce sempre un aiuto passo-passo per il superamento di ogni sezione presente, ma il supporto si limita a spiegare come comportarsi, perciò non risolve le pene di chi non è bravo a saltare. Me inclusa, che mi sento la vergogna dei giocatori nintendari.

Unravel Two

Per chi ha voglia di sfide più impegnative sono inoltre presenti dei mini-livelli extra che mettono seriamente alla prova le capacità (e la pazienza) di ogni sfidante. La ricompensa per chi riesce a superarli senza distruggere la console è ottenere nuovi elementi per personalizzare l’aspetto di Yarny, un incentivo notevole per i collezionisti e gli esteti. Variare i colori dei due esserini, che poi si combinano intrecciandosi, può permettere di creare meravigliosi miscugli cromatici. L’unico piccolo appunto che si può muovere è relativamente all’inerzia nei movimenti dei personaggi, forse troppo lineare. Nulla che non si impari a gestire, ma la sensazione di non avere il controllo al 100% rimane più o meno costante. Si tratta comunque di una piccola macchia di fronte a un’originalità e un’ingegnosità davvero rare da trovare in un gioco.

Unravel Two

Romantici voli sui cigni. Ma a breve ci inseguirà un tacchino.

Unravel Two si sente decisamente a casa su Switch

Unravel Two si è fatto decisamente attendere su Nintendo Switch, arrivando sulla console quasi un anno dopo. L’idea del porting è stata comunque ottima, poiché come spesso accade il titolo e la ammiraglia Nintendo sembrano fatti l’uno per l’altra. La resa sul tablet è semplicemente magnifica, ed i colori brillano come gemme. Nonostante i personaggi siano piccoli rispetto allo sfondo e rischino di perdersi, il titolo è perfettamente giocabile senza difficoltà anche in modalità portatile, soprattutto tenendo i joycon attaccati alla console. Non si assiste pressoché mai a rallentamenti, tranne per assurdo nelle cut-scene, ed il gioco fluisce morbido e senza problemi. Esteticamente tremenda è invece la schermata di caricamento, la cui acqua sullo sfondo si muove in maniera sgradevole e tende a bloccarsi di continuo. Un dettaglio, certo, ma in un titolo di così pura e autentica bellezza, stona come non mai.

Unravel Two è un titolo poetico, coraggioso, complesso e affascinante. Merita una lunga lista di aggettivi e soprattutto merita il tempo dei giocatori che possiedono un Nintendo Switch. Dategli una possibilità anche in co-op locale, poiché sono sempre meno i giochi che offrono questa possibilità a me gradita, e di conseguenza quando ne trovo uno valido me ne innamoro con tutta me stessa.

Mangiatrice compulsiva di sushi e cibarie di ogni genere, ama alla follia tutto quello che è Nintendo, non disdegnando neppure il dorato mondo dei Pokémon. Videogioca sin da quando era bambina, ed ora che è grande forse lo fa addirittura più di prima. Anzi, sicuramente.