eFootball PES 2020 Recensione con voto

PES 2020

eFootball PES 2020 Recensione |Sì, Pro Evolution Soccer è tornato. Non si tratta di una mera certificazione della pubblicazione annuale di un nuovo capitolo della serie, quanto piuttosto della convinzione, condivisa in queste ore da fan base e stampa specializzata, della reale bontà di un titolo che accarezza quelle vette di eccellenza precluse al calcio secondo Konami da più di un decennio. Una breve premessa per confermare come, al netto di qualche inciampo legato al matchmaking e ai contenuti, PES 2020 è, ad oggi, la migliore simulazione di calcio presente sul mercato. Ad ogni modo, potremmo anche spingerci oltre, peccando di sicurezza e mostrando lungimiranza. Difficilmente i rapporti di forza potranno cambiare nelle prossime settimane, perché eFootball, semplicemente, fa del gameplay il suo punto di forza. Un impianto ludico talmente potente che, mescolato ad un pacchetto di animazioni sorprendente e ad una fisica del pallone verosimile, restituisce al videogioco una rappresentazione realistica della disciplina a cui si ispira. Pro Evolution Soccer è tornato ed è di nuovo il re.

eFootball PES 2020

Giocare in scioltezza.

eFootball PES 2020: la grande bellezza

Nella prima parte di questa recensione, priva del voto a causa dell’apertura dei server posticipata al Day One, avevamo espresso parole al miele anche per il comparto tecnico del titolo. Dopo la prima patch e gli aggiornamenti  dei trasferimenti all’ultimo giorno di calcio mercato non possiamo che confermare l’incredibile impatto visivo del titolo che, su Playstation 4 PRO collegata per l’occasione ad un pannello Oled da 65”, mette in scena uno spettacolo sorprendente. Mai, in questa generazione, il Fox Engine di Konami si era mostrato tanto in forma, sfoderando un livello di dettaglio inedito e, pure, un’eccellente implementazione dell’HDR. Gli stadi, quelli su licenza, appaiono vivi, colorati di tifo e passione,  pronti ad accogliere, anticipata da una fugace visita nel tunnell, l’ingresso degli atleti. Quelli più famosi sono proprio come li ricordiamo, modellati nel fisico e nelle movenze, con i volti, perfettamente scannerizzati, che grondano sudore, tensione agonistica. Persino un misto di arrogante orgoglio di chi, accolto come un dio, è pronto a lottare nella moderna arena. In questo senso, lo stacco con atleti di secondo, terzo e persino quarto piano è importante, per quanto meno fastidioso e evidente rispetto al passato. Ciò che conta è che i secondi precedenti al match restituiscono, ancora una volta e ancora di più, le giuste sensazioni. Quel feeling, se si preferisce, che gli appassionati conosco bene, vivendolo ogni domenica, ogni mercoledì di coppa, davanti a quella stessa tv pronta, al bisogno, a replicarne gli effetti. Ciò che conta è che,dopo il fischio di inizio, la sospensione della incredulità regga all’impatto, infondendo nel controller quella stessa meraviglia già regalata agli occhi. Il ritmo di gioco è generalmente compassato, per subire accelerazioni improvvise e alle volte risolutorie. Il gioco, merito della fisica, è più “pesante”, eppure anche più “snello” nell’esecuzione di passaggi, tiri, filtranti. Non è neppure facile traslare in parole le soddisfazioni che il gameplay di PES 2020 è capace di regalare al videogiocatore. Specie a chi, per troppo tempo, è stato in qualche modo addomesticato ad un’altra idea di calcio. Un’altra idea di ciò che è divertente e cosa proprio no. In questo senso, PES 2020 supera la prova del divertimento grazie ad alcuni accorgimenti piuttosto intelligenti. I tiri, che richiedono sempre un giusto tempismo e una corretta lettura del posizionamento dell’atleta, sembrano aver guadagnato in potenza e velocità E allora, ecco che i portieri, pure loro, si sono adeguati, replicando tecnica e istinto tanto tra i pali quanto fuori dall’area piccoli. I filtranti, in eFootball, ritrovano utilità e precisione, ma mai e poi mai si piegano ai voleri della Cpu senza passare dall’abilità dell’utente. E poi, gli scontri a centrocampo, quei contrasti duri e decisi che mettono alla prova la preparazione dell’arbitro, finalmente capace di punire la cattiveria e la volontà senza mai abbassare il ritmo di gioco. Il ritmo, appunto. Quello di una vera partita, verosimilmente tradotto in codice dalle fluttuazioni della sfera, né troppo leggera, né troppo pesante. Davvero, già dalla prova del single player, non c’era nulla, al netto di una IA finalmente fantasiosa nell’applicazioni di schemi e tattiche, che era possibile recriminare all’impasto ludico messo in piedi da Konami. E nulla, neppure, c’è da rimproverare in termini di lavoro e scelte agli sviluppatori quando si scende in campo nei match online, privi, a patto di avere connessioni all’altezza, di input lag o rallentamenti di sorta, adocchiati solo in alcune condizioni particolarmente sfavorevoli in termini di qualità della rete. La perfezione, però, non è di questo mondo, perché i tempi di attesa nella ricerca di un avversario sono ancora troppo lunghi. Pure più di quanto fosse lecito aspettarsi dove le difficoltà di inizio stagione già recepite nella passata edizione. Fino a 5 minuti 5 perché il matchmaking produca risultati, con troppo tempo, pure, concesso ai giocatori per sistemare la propria formazione. Per chi, da un gioco di calcio, pretende legittimamente attese più rapide e meno spossanti, si tratta di un elemento fastidioso, chiamato ad essere analizzato e sistemato, per davvero, nel prossimo futuro.

eFootball PES 2020

Acrobazie in volo!

eFootball PES 2020: presenze ed assenze

D’altro canto, l’estensione  in termini contenutistici proposta dalla produzione è evidente, per quanto piuttosto moderata. Se la Master League mette in mostra nuove cinematiche particolarmente incentrate sul ruolo dell’allenatore, chiamato addirittura a scegliere la giusta riposta nei dialoghi a scelta multipla privi di doppiaggio, la modalità Diventa un Mito e tale e quale al passato. Le attenzioni del team sono state occupate, immaginiamo, dalla complessa struttura di My Club che, pur non rivoluzionando un bel nulla, aumenta le possibilità in termini di personalizzazione del team snellendo alcune fasi legate ai trasferimenti. Restano i dubbi circa l’effettivo equilibrio tra i team costruiti facendo affidamento solo sulle proprie forze e quelli, al contrario, alimentati da portafogli sempre troppo aperti. Ma è una critica generale, slegata al gioco specifico e allargata, piuttosto, al genere di appartenenza. A chiudere il pacchetto, sorvolando su tornei e campionati, arriva il MatchDay, competizioni legate a fazioni per risultati personali che finiscono nella grande rete cucita addosso al titolo, ampliando l’offerta competitiva di un gioco che punta con decisione, nel titolo e nella filosofia, agli eSports. La nota dolente, pur in attesa dell’aggiornamento primaverile dedicato al Campionato Europe di calcio, resta legata al comparto licenze. Il peso dell’esclusività con la Juventus è pesante, capace di produrre effetti importanti in termini di vendite sul mercato nostrano. Purtroppo, però, non basta da sola a sopperire alle carenze storiche che la serie si porta dietro incapace, ancora oggi, di mostrare loghi, nomi e maglie ufficiali di troppi top team e troppi campionati. Maggiori e minori. La fantasiosa Serie B italiana, popolata da squadre farlocche, è un esempio di come Konami debba tanto, troppo, alla scena amatoriale, già al lavoro, sin dalla pubblicazione della demo, nel coprire quelle pecche contenutistiche che PES si porta dietro da anni. In tal senso, è giusto ricordare come il lavoro, encomiabile, sia precluso all’utenza Xbox per via delle particolari politiche di Microsoft. Ad ogni modo, guardando al passato, è impossibile non sorridere sulle rose perfettamente aggiornate all’ultima sessione di mercato. Questo, in soldoni, si traduce con la presenza di Lukaku e Sanchez all’Inter, mentre il PSG può contare, per ora relegato in panchina, sul fiuto del goal del discusso Icardi. Allo stesso modo, i rapporti settimanali garantiscono, pure, l’aderenza con il calcio realmente giocato, tra stati di forma e upgrade individuali necessari per accontentare la base, sempre più corposa ed esigente, che regge il My Club. Personalmente, preferiamo, ad ogni modo,evidenziare l’essenza del gioco. Ovvero, quel gameplay già elogiato in fase di anteprima e oggi persino adorato dopo qualche decina di scontri in multiplayer. Slegato dalla comunque ottima IA, eFootball PES 2020 il meglio lo mostra nelle sfide tra umani, giocatori, guerrieri affamati di vittoria. A costo di ripeterci, le innovazioni apportate alla formula di gioco sono importanti. Detto della fisica e del ritmo, persino la scelta di traslare i dribbling sullo stick analogico destro, per quel Finesse certificato dall’esperto Iniesta, si rivela vincente all’interno di un contesto ludico impeccabile, realistico  e divertente. Semplicemente, superiore.

https://www.youtube.com/watch?v=V-mDyfoYYc8

L’apertura dei server, le prime sfide in multiplayer e lo studio di tutte le modalità presenti non cambiano l’opinione già espressa da GamesVillage su eFootball PES 2020. Il nuovo capitolo della saga Konami incarna l’essenza dello sport in generale e del calcio in particolare. Strabiliante in singolo, PES 2020 è adorabile in multiplayer, dove l’anima competitiva infusa nel codice esplode in tutta la sua magnificenza. I defetti ci sono: il non sempre perfetto tempismo della telecamera, specie nella nuova inquadratura Stadio, nel seguire l’azione. Una telecronaca in italiano che, pur discretamente interpretata dal duo Caressa . Marchegiani, appare finta e posticcia. Il matchmaking ozioso e, appunto, quei nomi di fantasia appiccicati ad alcuni team. E, ancora, un’offerta contenutistica, in termini di modalità, relativamente povera se paragonata alla concorrenza. Difetti piccoli e grandi, a seconda di gusti ed esigenze, che non intaccano la grandezza di un titolo che setta nuovi standard nel sotto genere delle simulazioni. Quelle calcistiche, quelle sportive. È morto il Re, evviva il Re.

Michele Iurlaro è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti e dei praticanti professionisti. Scrive molto. Scrive troppo. Da troppo tempo