Sono solo fantasmi Recensione

Sono solo fantasmi

Sono solo fantasmi |Il cinema italiano è arenato oramai da tanti anni in produzioni fatte con lo stampino: sempre le solite commedie, identiche storie di Mafia e di criminalità organizzata, e molti altri prodotti che non osano più di tanto e che si adagiano sugli allori. Per fortuna il panorama filmico del nostro paese non è così omogeneo e lungometraggi particolari e alternativi, che cercano di fare la differenza ci sono e fanno sentire prepotentemente la propria voce in capitolo. E come accade nei viaggi più lunghi, i grandi risultati si raggiungono con delle piccole tappe, dei minuscoli obiettivi che poi vanno piano piano a far parte di un progetto molto più ambizioso del previsto. Nel genere commedia, uno di questi punti di arrivo è decisamente Non ci resta che il crimine (qui trovate la nostra recensione), un’opera che ci ha saputo colpire per la sua frizzante carica. Ma per fortuna non è sola: a discapito delle apparenze (che presagivano una pellicola trash dalle dimensioni mastodontiche) anche Sono solo fantasmi può far parte della stessa categoria. La realizzazione di Christian De Sica, infatti, ci ha stupito, dimostrandosi un prodotto per nulla banale e, a suo modo, coraggioso nella sostanza e nella proposta. Scoprite con noi le avventure degli Acchiappafantasmi più improbabili che la storia umana ricordi.

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La squattrinata squadra, anche se non sembra, risulterà vincente.

Sono solo fantasmi: una Napoli come non l’avete mai vista

Prendete tre fratelli diversissimi tra loro, fateli incontrare dopo anni di assenza e vedrete la magia: alla ricerca spasmodica di soldi, il mago romano Thomas (Christian De Sica), l’imprenditore fallito Carlo (Carlo Buccirosso) e il problematico Ugo (Gianmarco Tognazzi) si improvvisano cacciatori di spettri. Gli attori protagonisti, grazie alla loro esperienza, sono brillanti e convincenti e forse l’unico che risalta meno tra i tre risulta De Sica, non tanto per una performance più debole, ma perché interpreta una parte tagliata per lui che oramai conosciamo a menadito, costruita con cinepanettoni su cinepanettoni. Tornando all’avventura, i risultati del gruppo sono incredibilmente miracolosi, tali da far pensare che i tanti ectoplasmi non siano reali, essendo solamente nelle menti superstiziose e ingenue dei propri clienti. Ma è qui che vi sbagliate di grosso: con un twist degno di nota, il lungometraggio cambia maschera e diventa un opera orrorifica fatta e finita, che fa paura più del dovuto, ma che lascia davvero basiti. Già, perché il tanto decantato ibrido commedia-horror, aveva fatto pensare ad una lancetta che pendeva più sul lato giocoso ed esilarante ed invece, udite, udite, non è così. Certo, i momenti buffi ci sono eccome, ma si alternano a scene che lasciano davvero poco spazio all’immaginazione e richiamano dei grandissimi classici del genere: Poltergeist, L’esorcista, The Grudge, sono alcuni dei lungometraggi citati in alcune sequenze. Una regia quella di Christian (con l’aiuto di suo figlio Brando) decisamente insolita, ma che sa regalare attimi di tensione, anche per merito di una sceneggiatura (firmata De Sica, Luigi Di Capua e Andrea Bassi) che costruisce una storia divertente ed entusiasmante, con al centro una Napoli esoterica e folkloristica, popolata da spettri e creature che provengono dalla cultura popolare, dai racconti tramandati, dalla mitologia locale.

Sono solo fantasmi

Anche i nostri Ghostbusters hanno il proprio bolide…

Sono solo fantasmi: nostalgia e trash

C’è anche spazio per momenti intimi e delicati: il regista ed interprete ricorda il celebre padre Vittorio in più di un occasione, con omaggi più o meno velati che sono ben integrati all’interno della storia, senza risultare forzati o fuori posto. Si può dire che, non solo metaforicamente, lo spettro del grandissimo e celebrato artista riecheggia per tutto il film, partecipe ascoltatore della narrazione e principale dedicatario dell’intera produzione. Purtroppo però, non tutto sta in piedi perfettamente, a partire dalle situazioni comiche, alcune volte squisitamente e genuinamente divertenti, altre portatrici di una comicità davvero becera e squallida, decisamente imbarazzante e senza un senso vero e proprio. Tutto questo è un peccato, anche perché si parte da intenzioni completamente differenti e l’inserimento di scene volontariamente squallide, poteva essere evitata senza nessun problema, in quanto confonde in parte il pubblico che non sa effettivamente cosa sta andando a guardare. Anche se il bilanciamento tra commedia e horror è gestito piuttosto bene, una componente maggiormente paurosa avrebbe decisamente giovato, eliminando tutte le parti trash e inconcludenti che vi abbiamo descritto qui sopra. Un ulteriore problematica è data dall’improvvisa accelerazione dell’ultimo atto della narrazione, che poteva essere decisamente gestito meglio e approfondito dettagliatamente. Il tutto porta ad un finale esplosivo e roboante, dove si risolve l’intera avventura con un paio di azioni e di situazioni buttate lì con una leggerezza che forse era meglio evitare. In effetti era forse meglio ambire a qualcosa di più inaspettato, in maniera tale da portare avanti la bandiera del cambiamento che tutto il lungometraggio ha portato per quasi tutti i minuti di girato. L’opera, in ogni caso, divertente ed intrattiene in modi che nessuno si sarebbe mai e poi mai aspettato, come lasciavano presagire le apparenze. Un libro però non si deve mai giudicare solo dalla copertina…

Sono solo fantasmi fa capolino nelle sale italiane senza nessuna pretesa e ponendosi forse in maniera sbagliata: tutto lasciava intendere di trovarsi nuovamente di fronte all’ennesima commedia dozzinale e poco curata. E invece no: il lungometraggio ha una sceneggiatura e una regia solida, un’ottima soundtrack e la rappresentazione di una Napoli inusuale, fortemente legata alla tradizione e ai miti popolari. Certo, non è tutto oro quello che luccica e la deriva trash che prende il lungometraggio in dei momenti specifici si poteva agilmente evitare, come anche la corsa verso il finale, che rende gli ultimi minuti un po’ troppo abbozzati. Nel complesso, un film più che sufficiente che fa ben sperare nelle produzioni successive e nell’evoluzione delle commedie nostrane, sempre più vicine ad un cambiamento strutturale, linguistico e di genere. 

Massimiliano è un amante a tutto tondo dell'intrattenimento, dal cinema e serie tv fino a passare ai videogiochi. Sincero appassionato del mondo Marvel, di Star Wars e della cultura pop, nel tempo libero divora libri e graphic novel di qualsiasi tipo, con la predilezione per Moore e Gaiman. Sogna in futuro di diventare uno scrittore talmente tanto influente, da poter governare la mente dei suoi lettori, e ci sta lavorando con molta costanza!