Raji: il God of War dall’India

Raji

Nel Gamerome di questi giorni abbiamo avuto l’occasione di provare Raji: an Ancient Epic, sviluppato dagli indiani della Nooding Head Games. Il risultato, per noi di GamesVillage, è davvero molto, molto, molto promettente. Ma non perdiamoci in chiacchiere e andiamo subito al sodo, perché Raji ha molta carne sulla brace.

Il titolo è ambientato nell’India della mitologia induista, e il feeling generale ci ha ricordato tantissimo i primi due God of War usciti su Playstation 2. La protagonista, una giovane ragazza in veste rossa fluente, agile come una scimmia, è chiamata Raji (in lingua hindu, letteralmente, spendente). La forza che la anima è la speranza di salvare il fratello rapito dai demoni Rāksasa. Quello che Raji non sa è che è stata scelta da da Vishnu, Durga, Shiva e tutto il corredo di divinità induiste per assolvere al compito di riportare l’equilibrio e riconfinare i demoni nella loro prigione.

Raji

Pad alla mano Raji si mostra fluido, rapido, action vecchia scuola con telecamera fissa dinamica che seguirà le piroette e le rapide stoccate della protagonista. Il feeling generale che ne deriva è di un mix tra la saga ellenica di God of War e il primissimo Prince of Persia: le Sabbie del Tempo uscito sulla seconda console ammiraglia Sony. Ci muoveremo in ampli templi abbandonati, tra statue di elefanti e raffigurazioni di divinità antropomorfe, bracieri e fiamme, rovine e macerie, cascate e muschi rampicanti, e poi scorci più ampi, orizzonti luminosi e nebbiosi, dove sfolgorano ponti mastodontici e fortezze titaniche. La cultura e il mythos indiano vengono resi alla perfezione, evocati anche da una regia musicale che ci ha ricordato le composizioni di Ravi Shankar (il sitar fa da padrone nella colonna sonora).

Raji

I nemici affrontati spaziavano da simil-ogre forti della loro stazza a più minuti goblin muniti di attacchi a distanza. Le combo fanno tradizione al genere smashing-buttons, con il piacere di poter interrompere la sequenza da un momento all’altro con una schivata e poi riprenderla velocemente: quello che ne deriva è una danza mortale, rapida, sempre fluida e sempre ben visibile su schermo. Il titolo Nooding Head Games punta sulla chiarezza dell’immagine piuttosto che sulla densità. Nella demo provata abbiamo con piacere massacrato i demoni con una staffa intrisa del potere del fulmine, in grado di immobilizzare i nemici in un esplosivo effetto a catena. Gli sviluppatori ci hanno affermato che nella versione finale del gioco saranno presenti altre armi, ognuna dotata di un elemento (dando una sbirciata a immagini non rilasciate, abbiamo riconosciuto una scimitarra infuocata e una lancia piatta ghiacciata). La componente platform sarà parte essenziale dell’esperienza: cornicioni, balconi, colonne spezzate, pareti da scalare e da correre in ogni direzione. Raji non ha nulla da invidiare al Principe di Persia dunque.

Raji

Facendo omaggio al genere dal quale deriva, Raji presenterà al suo interno puzzle game da risolvere, tutti permeati della cultura e del folklore induista. Questa è l’anima del gioco e l’intensità che muove gli sviluppatori: portare nel mercato occidentale un titolo che faccia conoscere i colori e gli aspetti della millenaria tradizione induista, dalla quale noi, italiani, mediterranei ed europei, affondiamo le nostre radici. Noi lo aspettiamo frementi perché siamo entusiasti del risultato, in un quadro d’uscita che spazia da Marzo a Giugno 2020, su PS4, PC, Xbox One e Nintendo Switch.

Non esisto. E anche se esistessi ignorerei dove sono. Perso nel NET o nel Lifestream, in qualche arcipelago sperduto dell'Alaska, forse nell'Arkham dei Grandi Antichi e, più lontano, tra montagne di D20, alla destra di Padre Ilùvatar, in un sogno b/n. Dove sono, chi sono? Nel dubbio, scrivo.