Blacksad Under the Skin è ispirato al celebre fumetto ideato da Juan Díaz Canales e reso vivo dai disegni di Juanjo Guarnido. Un successo narrativo indiscusso, da cui Pendulo Studios e Microids hanno deciso di muovere i primi passi per creare un’avventura visiva che regalasse ai videogiocatori l’emozione di trovarsi all’interno di una classica storia in pieno stile noir, mescolando alcuni elementi presi in prestito dai famosi punta-e-clicca anni ’90, alle dinamiche tipiche delle più moderne produzioni Telltale. Uscito per PC, Playstation 4 e Xbox One, la domanda che sorge spontanea è: Blacksad Under the Skin sarà riuscito a rendere omaggio a un fumetto così amato e originale?
Bambole e cazzotti nella New York anni ‘50
John Blacksad è un detective privato che cerca di tirare avanti come può nell’affascinante quanto pericolosa New York fine anni ’50. Un reduce della Seconda Guerra Mondiale, pronto ad affrontare ogni genere di situazione gli si presenti davanti durante lo svolgimento della sua nuova professione, sempre in bilico tra la necessità di essere un osso duro con la feccia della città e la spinta a mostrare il suo lato più dolcemente tormentato di fronte alle bellezze che incontra sulla sua strada. Ma niente lo può preparare a ciò che lo attende. Quello che all’apparenza sembra essere un classico caso di persona scomparsa, diventerà presto qualcosa di ben diverso.
Tutto ha inizio quando nel disordinato ufficio di Blacksad si presenta l’affascinante Sonia Dunn, sinuosa bellezza che, senza non poche preoccupazioni, gestisce la palestra di pugilato del padre, morto impiccato pochi giorni prima. La ragazza ha un caso per il detective: Bobby Yale, il suo campione, è sparito dalla circolazione e se non ricomparirà prima dell’incontro fissato tra due settimane al Madison Square Garden, la dolce Sonia dovrà pagare una salatissima multa oppure chiudere definitivamente la palestra. La situazione è delicata e solamente il nostro eroe, l’affascinante Blacksad, può risolverla, facendo sfoggio di tutti il suoi talento da investigatore privato. Ma, come abbiamo detto, questo caso all’apparenza canonico, sta per prendere dei risvolti assolutamente inaspettati, trascinando il detective nei recessi più oscuri della città.
Dal fumetto al video, in pieno stile noir
La trama di Blacksad Under the Skin riesce a richiamare alla mente quelle già narrate nella sua controparte fumettistica, andandosi a posizionare idealmente tra i volumi Arctic Nation e Anima Rossa. La Grande Mela antropomorfa nata dalla mente dell’autore iberico Juan Díaz Canales, fa da sfondo all’avventura del nostro detective con le fattezze di un gatto nero, costretto a confrontarsi con ogni genere di brutto ceffo animale. La storia è degna del miglior film noir e riesce a trasportare il videogiocatore in questo ambiente misterioso e pieno di quella suspance che caratterizza racconti e film del genere. Il tutto viene arricchito da una colonna sonora in pieno stile pulp, con trombe e contrabassi che identificano la musica di quel tempo, creando sonorità misteriose e malinconiche allo stesso tempo, unendo acusticamente tutte le vicende. Anche se ci saremmo aspettati un comparto musicale più originale, che potesse in qualche modo svecchiare il genere, bisogna ammettere che il tutto viene ben eseguito, creando una piacevole sensazione di nostalgia.
I personaggi esplodono in tutta la loro bellezza e complessità all’interno della storia, riprendendo in pieno le caratteristiche che hanno decretato il successo del fumetto, supportati anche da un doppiaggio ben eseguito e una trama avvincente. Purtroppo il comparto grafico non riesce a rimandare le stesse sensazioni, dimostrando una realizzazione approssimativa, non sempre ben definita, dando l’impressione di essere stata creata frettolosamente se non, peggio ancora, in maniera superficiale. Per un gioco che ha come punto di riferimento non un “semplice” racconto ma bensì un fumetto, opera narrativa dove l’aspetto grafico e visuale hanno un’importanza fondamentale, riteniamo sia un grave difetto che non può passare inosservato.
Nei panni del detective
Se per un fumetto l’attenzione maggiore viene data alla narrazione e ai disegni, nel videogioco si aggiunge anche il gameplay. In Blacksad Under the Skin, il sistema di gioco è fortemente incentrato sull’esplorazione, alla ricerca di indizi ed elementi utili alla risoluzione del caso. Tutto ciò con cui interagiamo, viene automaticamente annotato sul nostro block notes, al quale possiamo accedere in qualunque momento per rileggere informazioni utili alla comprensione della storia. Alcuni elementi, inoltre, sono memorizzati nella sezione Deduzioni, all’interno della quale possiamo trarre conclusioni fondamentali a risolvere il caso. La maggior parte del gioco, quindi, ci vedrà impegnati a girovagare per le diverse location, alla ricerca di oggetti con i quali interagire, in pieno stile punta-e-clicca.
Grande spazio viene dato alle decisioni che, in alcuni momenti del gioco, possiamo prendere quando ci confrontiamo con altri personaggi della narrazione. Scegliere quale azione compiere o quale frase dire, all’interno di un tempo limitato, avrà un forte impatto sullo svolgersi della vicenda, fornendoci nuovi indizi e andando a modificare le caratteristiche comportamentali del nostro Blacksad. Quasi come l’elenco delle abilità di un classico GDR, man mano che andremo avanti, il detective guadagnerà aspetti psicologici peculiari, risultato delle nostre scelte, facendolo apparire, ad esempio, più o meno taciturno. In qualsiasi momento, comunque, potremo decidere di rigiocare una sezione dell’avventura, permettendoci di compiere scelte differenti e di indirizzare la vicenda verso nuove strade. La somma di tutti questi elementi, quindi, fa apparire Blacksad Under the Skin, un titolo che si ispira fortemente alle avventure grafiche che hanno fatto la fortuna dello studio di produzione Telltale, profilandosi come un’interessante alternativa videoludica ai redivivi librogames.
Nonostante le premesse interessanti, che riescono a rispettare il clima investigativo che si respira all’interno del fumetto, il tutto viene sviluppato in un sistema di gioco molto lento, che non soddisfa i moderni standard. Il protagonista si sposta nelle ambientazioni camminando, alla minuziosa ricerca di ogni singolo elemento interessante, senza darci la possibilità di muoverci rapidamente nello spazio. Questo sistema rallenta enormemente il ritmo di gioco e ingabbia il giocatore, sminuendo il valore del titolo. La presenza di numerosi bug ed errori, inoltre, spezza il divertimento e abbassa il livello di coinvolgimento. Finché si tratta di scritte sfocate e rumori ambientali che appaiono o scompaiono all’improvviso, si potrebbe anche soprassedere, ma quando il gioco all’improvviso si blocca a causa di misteriosi problemi, sale un po’ di rabbia, specialmente perché stiamo parlando di un’avventura noir, dove la suspance e il coinvolgimento sono fondamentali.
Blacksad Under the Skin è uno splendido esempio di come, partendo da materiale narrativo di ottima qualità, si possano mettere in pratica operazioni crossmediali molto interessanti. Purtroppo l’idea non è stata supportata degnamente da uno sviluppo accurato, rendendo incompleta l’opera di trasposizione. I personaggi sono accattivanti, psicologicamente coinvolgenti, e la location riesce a trasmettere in toto il clima tipico dei film e dei racconti noir. Il tutto viene supportato da una buona colonna sonora che, anche se può apparire stereotipata, è un ottimo filo d’unione tra le diverse ambientazioni. Il gameplay strutturato sul sistema della scelta di azioni e della ricerca di informazioni, è interessante e rispecchia pienamente lo stile pulp del genere, permettendo al videogiocatore di sviluppare una propria versione del personaggio. Allo stesso tempo, una grafica poco accurata e un sistema di movimento lento, appesantito dalla presenza di diversi bug, fa purtroppo abbassare enormemente il valore del gioco. Un vero peccato, considerando il grande successo che le avventure di Blacksad hanno riscosso nella loro versione a fumetti. Ci saremmo aspettati qualcosa di più, avendo a disposizione del materiale di partenza di così alto valore.