Assassin’s Creed The Rebel Collection Recensione

Assassin's Creed IV Apertura Recensione
Assassin's Creed IV Apertura Recensione

Dopo lo svolto radicale intrapreso da Ubisoft nell’ultimo capitolo della saga Assassin’s Creed, il franchise ora ripropone il meglio di se in una serie di porting dall’aroma nostalgico. Oggi è il turno di Assassin’s Creed The Rebel Collection per Nintendo Switch: l’intrigante connubio di Black Flag, una delle opere più apprezzate del brand, e Rogue, un prodotto dall’anima controversa, che non ha mai trovato la sua meritata giustizia. Sebbene la software house ci stia arrivando a piccole dosi, ormai è palpabile l’idea che la console portatile sia un frontiera molto apprezzata per la saga degli assassini migliori dell’epopea videoludica. Non ci aspettavamo certo una tale accoppiata, ma bisogna siglare sin da subito che la scelta abbia giovato di gran lunga sull’aspetto ludico del prodotto. Nel miasma di giochi fuori dai canoni narrativi o stilistici propri del filone principale, i due titoli si posizionano come quelli che hanno dato il là ad una sfarzosa frontiera del crudo divertimento, che non vedevamo l’ora di gustarci in versione tascabile. Al di là dell’anima integerrima delle due opere, che mantengono la loro dignità anche a distanza di anni, il fascino di entrambi rimane tangibile, merito specialmente dei contenuti aggiuntivi offerti per quest’edizione.

Assassin’s Creed The Rebel Collection

Assassin’s Creed The Rebel Collection custodisce dentro di sé un inebriante senso di libertà: il valore aggiunto che ha reso Black Flag e Rogue non necessariamente le opere più acclamate delle saga, ma quelle ludicamente più appaganti. Complice un framerate stabile a 30 per entrambi i titoli, le sconfinate avventure del carismatico Edward Kenway e dell’avventuriero Shay Patrick Cormac sono ancora inebrianti per chi, come me, ama un pizzico di integerrima odissea esplorativa per passare il tempo libero. Interessantissima la possibilità di prendere la mira con il giroscopio, piccolezza che ci fa capire quanta attenzione Ubisoft ha riposto nell’hardware di Nintendo Switch, cosa che ci fa più che piacere. Lo scopo della recensione infatti è un’analisi sul porting, essendo il vero banco di prova della serie dopo anni. Il gameplay risente marginalmente degli adattamenti imposti dalla console ibrida, ma anzi, ne emerge più fluido e largamente restaurato. Rimangano ancora i difetti genetici che li hanno sempre caratterizzati, ma se vissuti entrambi ad ampio respiro, riescono a completarsi a vicenda, sprigionando l’essenza pura targata Assassin’s Creed: verve libertà.

Assassin's Creed IVCome si poteva facilmente intuire, le apodittiche perplessità del porting si sarebbero palesate principalmente sul fronte grafico. Il tempo è un giudice intransigente nel naturale scorrere di generazioni videoludiche, eppure Assassin’s Creed The Collection supera brillantemente tale traguardo. Le atmosfere vivide tra burrascosi oceani, ottenebranti caverne e belligeranti avamposti, risuonano più che mai nella versione portatile e non ci si annoia proprio mai. Sarà la nostalgia di una saga storica o il vivace adattamento a tema Nintendo Switch, ma il duetto di Ubisoft funziona in tutta la sua e forma e, anche se non brilli per ardore creativo, riesce a riproporre due storie emblematiche del franchise in una veste assai elegante. Non mancano gli scivoloni nel reparto tecnico e sonoro che, inaspettatamente, non reggono il confronto con altre trasposizioni più curate. Dialoghi ed effetti sonori sono difatti annacquati da un comparto tecnico non sempre entusiasmante, che però riesce comunque ad innovarsi.

In conclusione Assassin’s Creed The Rebel Collection è un porting dignitosamente sopra le righe, tanto da incanalare il brio e lo spirito della saga anche su Nintendo Switch. Il rifacimento grafico e tecnico risente di qualche goffa negligenza, ma con i 30 fps stabili e un adattamento assolutamente sopraffino, sia Black Flag, che Rogue ne escono rinvigoriti e al massimo del loro splendore. Fluidi e ben ristrutturati, i due gioielli di casa Ubisoft trovano un porto sicuro nel loro approdo nella console ibrida, mantenendo tutti i contenuti aggiuntivi di entrambe le edizioni, anche se peccando di poca ambizione. Unico vero cruccio rimane il comparto sonoro, davvero poco in linea rispetto allo squisito lavoro di porting in toto: una macchia nera in un’opera che, sebbene non propriamente svecchiata, si ripresenta elegante agli occhi dei nuovi e vecchi appassionati. Un must per chi non li ha mai provati in passato.

Sebbene abbia un nome così letterario, sin dalla tenera età egli matura un interesse per il genere RPG e quello fantasy, al punto tale da sognare di farne parte. Avete presente quei bambini che emulano l’onda energetica? Ecco, il suo sogno è invece quello di entrare nella realtà virtuale per lanciare lui stesso magie ai suoi nemici! Se non gli piace qualcosa, attenti, vi farà assaggiare la potenza degli elementi!