Commodore 64 Game Machine, il passato mai nato

Commodore 64 Game Machine è un nome che dirà certamente poco ai lettori, non a caso, perché si tratta di un sistema in realtà mai realizzato e rimasto allo stadio di prototipo. Lo conosceranno solo gli esperti del settore, diranno i più. Nemmeno quello, invece. Di questa macchina nulla si sapeva fino ad oggi, visto che nessuno ne aveva mai nemmeno parlato. Un progetto segretissimo e che avrebbe forse fatto la differenza sul mercato, cambiando per sempre la storia dei videogiochi.

Commodore 64 Game Machine, il prototipo viene svelato

La verità, finalmente, vede la luce, grazie ad alcune fotografie svelate al pubblico solamente nel 2020 sul web dall’ingegnere software Andy Finkel. Un nome noto storicamente per essersi occupato della documentazione ufficiale del VIC 20 e del suo KERNAL, il sistema operativo proprietario della casa statunitense. Si tratta di una scoperta sensazionale, perché apre nuovamente il dibattito dell’eterna lotta tra il Commodore 64 ed il resto del mondo. Non solo con i suoi diretti concorrenti Home Computer, come il Sinclair ZX Spectrum, il Texas Instruments TI 99, i diversi sistemi Atari 400, 800, XE, XL o l’Amstrad CPC 464 di Alan Michael Sugar, ma anche con le console ad otto bit contemporanee. La Commodore infatti, storicamente, tenterà la via delle console fuori tempo massimo, solo nel 1990, quando ormai l’era ottobittiana prima dorata e magica è ormai del tutto sulla via del tramonto.
Una linea molto bizzarra, eppure accattivante, dominata dall’iconico joystick-paddle integrato di un evocativo color azzurro, il colore aziendale statunitense.
Il programmatore statunitense Andy Finkel afferma di aver lavorato all’epoca su alcuni giochi dimostrativi inediti che sarebbero dovuti essere utilizzati durante una successiva fiera di settore dell’elettronica statunitense (pare durante l’anno 1987) per la presentazione della prima console a marchio Commodore, ma che poi, per il rinvio del progetto, non sono mai stati ne completati e finalizzati in giochi completi, ne mai svelati al grande pubblico. Purtroppo l’autore non cita ne svela i titoli software, che per il momento restano inediti ed incompiuti, ma si focalizza sull’hardware, con alcune foto dello chassis esterno e, sopratutto, dell’architettura interna della macchina, basata su una scheda derivata da quella del Commodore 64, ma con forma diversa, adattata alla nuova carrozzeria, con uno slot dedicato alla lettura delle cartucce, non è dato di sapere se completamente compatibile con quelle già esistenti per l’home computer o proprietarie, e con i chip SID e VIC II in versione realizzata in ceramica.

Commodore 64 Game Machine, il momento della verità

Dopo anni passati a conservare le foto in un cassetto ecco infatti che, in questi giorni,  Andy Finkel che ha mantenuto il segreto industriale per tutti questi anni ha deciso finalmente di svuotare il sacco, svelando il misterioso Commodore 64 Game Machine su “Commodore International Historical Society” un gruppo facebook in lingua inglese storico dedicato alla casa statunitense Commodore in generale. Le foto, che pubblichiamo nel corpo dell’articolo, mostrano un hardware molto particolare, con tanto di joystick integrato sullo chassis della macchina, e scheda madre diversa da quella del Commodore 64. Non sappiamo cosa deciderà di fare il programmatore, che potrebbe in realtà non avere fisicamente la macchina, ma solo delle foto scattate in precedenza. Spesso questi sistemi vengono venduti all’asta e finiscono in mano a collezionisti privati.
Una interessante foto della circuiteria interna svela soluzioni ingegneristiche molto diverse da quelle della scheda madre originale del Commodore 64 in versione computer.

Il posto del sistema nella famiglia Commodore

Il progetto è decisamente interessante dal punto di vista storico, perché si piazza a metà tra due sistemi ben precisi, entrambi concepiti pensando al mercato videoludico. Il primo è il precedente Commodore MAX, sistema creato nel 1982 per il territorio giapponese, nonostante la casa di Jack Tramiel avesse dichiarato l’intenzione di commercializzarlo in tutto il mondo, dotato di una differente tastiera a membrana, equipaggiato di soli 2,5 K RAM, sufficienti appena per un videogioco,  differenza dei 64 K RAM del Commodore 64, da cui deriva, ed un sistema operativo caricato a parte su cartuccia, supporto dove venivano del resto realizzati quasi esclusivamente giochi. Questo computer, noto anche col nome di VIC-10, viene percepito dal pubblico nipponico come un sistema da gioco evoluto, piuttosto che come un vero e proprio home computer, e del resto queste erano le intenzioni di Commodore stessa. Il secondo è il successivo Commodore 64 Game System, vera e propria console basata su hardware C64 di cui ricicla in pieno la scheda madre e l’intera circuiteria, presentando infatti uno chassis “sospettosamente” simile a quello del computer da cui deriva.
Forse per questioni di costo il prototipo protagonista di questo editoriale non è mai stato prodotto, ma occupa comunque un posto cruciale nella storia, perché l’idea arriva svariati anni prima del Commodore 64 Game System, uscito nel tardo 1990 e commercialmente disastroso. Commodore 64 Game Machine sarebbe andato in concorrenza diretta con gli altri sistemi ad otto bit, tra cui le console giapponesi che dominavano il mercato mondiale in quel periodo, Nintendo Entertainment System e SEGA Master System, mentre il povero “successore” Commodore 64 Game System, lanciato tre anni dopo, si va di fatto a scontrare contro sistemi a sedici bit ben più performanti, quali SEGA Mega Drive, Super Nintendo e SNK Neo Geo. Sarebbe come se un gatto, per quanto agguerrito, sfidasse una tigre, diciamolo francamente.
Lo chassis interno offre soluzioni hardware interessanti, come il solo supporto allo slot cartucce, ovvio per una console, e fori di raffreddamento per dare aria al processore.

Il competitor vincente eppure mai nato…

L’annuncio recente nel 2018 che parlava della resurrezione del Commodore 64 e del suo ritorno sul mercato, fra l’altro proprio in versione console, esattamente come il prototipo oggetto dell’articolo, che trovate a questo LINK, ha stupito tutti, eppure in molti avevano profetizzato un evento simile, perché il nome Commodore 64, anche dopo trentasei anni suonati, è ancora molto forte nell’immaginario collettivo, ed è persino il computer mono marca più venduto al mondo nella storia, non proprio il primo arrivato, dunque.
Commodore 64 Game Machine è un sistema ideato a metà degli anni ottanta per competere con il mercato console, dominato dai sistemi giapponesi. E, sulla carta, avrebbe davvero potuto fare la differenza, specie in presenza di titoli esclusivi commercializzati su cartuccia. E magari anche una mascotte carismatica come Super Mario, Bomberman o Sonic. Temporalmente il prototipo “mai nato” dovrebbe essere stato ideato, secondo quanto si desume dal contesto, nel 1985, e la sua fase di test si colloca tra il 1986 ed il 1987, poiché nel post originale l’autore cita l’appena prodotto Commodore 128D. Certo, in un’epoca in cui era già uscita e si era affermata sul mercato la tecnologia a sedici bit, anche in casa Commodore, grazie al Commodore Amiga, sistema basato sul potente e veloce processore Motorola 68000, lo stesso dell’Apple II e del Mega Drive, per capirci, ma di fatto il mercato dei videogiochi era ancora dominato dalle console ad otto bit. Un competitor valido, dunque, attuale, in sincronia con i tempi e soprattutto con dietro un nome forte come La Grande C. Se la console ibrida fosse davvero uscita, forse oggi la storia sarebbe stata ben diversa.
La carriera di Commodore vede nascere una ultima console nel 1992 poco prima del fallimento storico, basata su processore Motorola 68000 derivato e dotata di CD-ROM, che di fatto apre la via a sistemi quali PlayStation e Saturn.

Cronologia dei principali sistemi Commodore

1975 Commodore TV Game (Console PONG based)
1977 Commodore PET – CBM  (Personal Computer) Famiglia PET
1981 Commodore VIC-20 (Personal Computer)
1982 Commodore 64 (Home Computer) Famiglia C64
1982 Commodore CBM-II (Personal Computer) Famiglia PET
1982 Commodore MAX (Home Computer finalizzato al gioco) Famiglia C64
1983 Commodore SX-64 (Home Computer trasportabile) Famiglia C64
1983 Commodore Educator 64 (Personal Computer per le scuole) Famiglia PET
1984 Commodore 16 (Home Computer) Famiglia 264
1984 Commodore 116 (Home Computer business) Famiglia 264
1984 Commodore Plus/4 (Home Computer business) Famiglia 264
1984 Commodore PC (Personal Computer basato su DOS)
1985 Commodore 128 (Home Computer) Famiglia C64
1985 Commodore LCD (Prototipo Home Computer portatile con schermo LCD)
1986 Commodore 64 Game Machine (Prototipo Console a cartucce) Famiglia C64
1987 Commodore Amiga 500 (Home Computer a 16 bit) Famiglia Amiga
1990 Commodore 64 Game System (Console a cartucce) Famiglia C64
1991 Commodore CD TV (Lettore stand alone basato su CD-ROM)
1992 Commodore Amiga 600 (Home Computer a 16 bit) Famiglia Amiga
1992 Commodore Amiga 1200 (Home Computer a 16 bit) Famiglia Amiga
1992 Commodore Amiga CD 32 (Console basata su CD-ROM) Famiglia Amiga
Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.