MLB The Show 20 Recensione

MLB The Show 20

Baseball e Italia non è un binomio comune. Nonostante anche nel bel paese si pratichi questo sport, c’è poco da girarci intorno: noi amiamo il calcio, la MotoGP e la Formula 1. Sport che ci sono stati importanti e dove la nostra bandiera ha sempre trionfato, alternando come sempre momenti di gioie e dolori. Diverso è invece in Nord America, dove da sempre il baseball (insieme al basket, al football americano e in minor misura l’hockey) è uno degli sport più seguiti. Naturale dunque che anche il mondo dei videogiochi accolga incarnazioni videoludiche del diamante. Non fa dunque eccezione Sony, che propone l’ennesimo capitolo di uno dei franchise più conosciuti, adattato ovviamente per quest’anno, ovvero MLB The Show 20. Una simulazione, ricca di opzioni di gioco, con un’offerta di gameplay variegata e che trasuda di Stati Uniti d’America da ogni singolo poro. A partire proprio dalle modalità disponibile, che oscurano altri titoli appartenenti allo stesso filone. Nell’ordine di valutare correttamente il titolo, dunque, ci siamo immersi fin dal principio all’interno degli Stadi e ora siamo pronti a fornire un giudizio su quello che sarà sicuramente uno degli appuntamenti imperdibili per i fan della disciplina, che siano statunitensi oppure europei.

MBL The Show 20La dura vita della Star

MLB The Show 20 si propone come un gioco di baseball. Un simulatore complesso, che mette a disposizione del giocatore una simulazione realistica, coerente, ricca di opzioni e soprattutto godibile. A svettare nell’offerta di modalità resta comunque la “carriera”, ovvero The Show. Si crea un giocatore e si comincia la sua scalata al successo, dalle selezioni nelle Università a stelle e strisce fino all’esordio nel campionato maggiore, pronto a guadagnare gloria e stupore. L’obiettivo è sempre lo stesso: diventare una Star internazionale, pronto ad accogliere fama e successo, ma con la capacità di gestire i momenti difficili. Non è propriamente uno story mode, ma più una rappresentazione realistica (con i suoi limiti) della carriera di una promessa del diamante e della sfera. Nonostante ciò non si è limitati ad una semplice simulazione con partita, tutt’altro. Durante la creazione del giocatore è obbligatorio scegliere i tre comportamenti caratteriali che determineranno quale tipo di professionista si andrà ad impersonale. E le risposte che verranno date rispecchieranno sempre l’onda emotiva che ci viene proposta, andando a costruire un vero e proprio atteggiamento da leader o più da rimesso ai doveri del team e della sua fortuna. Non siamo ai livelli di complessità di un gioco di ruolo, ma rispetto ad altre modalità di altri giochi sportivi ci troviamo davanti ad un passo avanti. L’editor del giocatore, pur essendo limitato nella creazione, è comunque decisamente soddisfacente, tenendo comunque a mente che stiamo parlando di una simulazione e che il suo core è tutto racchiuso all’interno del gameplay. Ed è proprio il sistema di gioco a dare le soddisfazioni più profonde, pur non dimenticandosi ovviamente di chi cerca un approccio più semplice e più votato all’arcade di vecchio stampo.

MBL The Show 20Ed è homerun!

Proprio sul lato gameplay MLB The Show 20 sfoggia un’eleganza tecnica decisamente invidiabile. Al di là di un tutorial ben approfondito, disponibile mentre il gioco comincerà ad installarsi, sono molteplici le opzioni che sono a disposizione. Tutte, ovviamente, divise per i ruoli più importanti. Battitore e lanciatore possono ribattere e ricevere con 4 stili differenti, selezionabili premendo uno dei quattro tasti PlayStation. Attenzione però: esattamente come in altri sportivi, sarà necessario tenere a mente la stamina (ovvero la resistenza, l’energia ancora disponibile) e anche la barra di concentrazione. Quest’ultimo aspetto rappresenta davvero molto bene il baseball: a differenza del calcio, infatti, lo sport statunitense è davvero molto più impegnativo a livello di energie mentali. Si gioca su 9 inning, spesso lunghi, si devono sopportare stadi nettamente più rumorosi e più calorosi. Oltre ovviamente alle tantissime regole in più.

Regola chiave è ovviamente il tempismo. Sarà necessario selezionare correttamente quando lanciare la sfera, così come quando selezionare il tipo di battuta per i vari effetti. E poi abbiamo la parte successiva, ovvero la corsa e il recupero. Si corre verso le basi, in senso anti orario dopo aver battuto correttamente. E mentre il battitore cerca la salvezza in una delle basi, sarà necessario riuscire a lanciare la palla per fermare la sua corsa ed evitare dunque la messa a segno del punto. Il tutto con dei comandi personalizzabili, che includono anche lo sfruttamento del touchpad del DualShock 4 (feature spesso dimenticata da alcuni sviluppatori). Ovviamente va ripetuto ancora una volta: se per altri sportivi si utilizzano in media 4 tasti per cominciare a giocare, MLB The Show 20 rappresenta un’eccezione: è vero che i comandi disponibili sono pochi, ma padroneggiarli richiederà diverso tempo, soprattutto se si è neofiti della materia. Uno svantaggio? Assolutamente no, anzi: mostra ancora una volta quanto sia possibile riuscire a creare una simulazione coerente e complessa, in grado di soddisfare anche i palati più esigenti.

MBL The Show 20Oltre al gameplay, decisamente ben rifinito, MLB The Show 20 propone una vera e propria full-immersion all’interno dell’esperienza stessa di gioco. E’ possibile personalizzare interamente la partita, riuscendo dunque a ricreare quella che è una vera e propria trasmissione televisiva, condita addirittura da un ticker che ci mostra l’esito degli altri incontri. Anche l’atmosfera che si respira all’interno dello Stadio è fedelissima a quella reale. Il pubblico è attivo, dinamico, le musiche dei vari inning replicate alla perfezione. C’è tutto il colore che un fan del baseball può desiderare, al netto ovviamente di essere capaci di digerire così tanto spettacolo all’interno di una kermesse sportiva, punto assolutamente non scontato per noi europei.

Al nono inning, un po’ stremati

MLB The Show 20 vince sicuramente all’ultimo inning, ma non è esente da difetti. Pur avendo ricche modalità di gioco, tra cui la possibilità di creare una propria lega e un proprio roster e una modalità che permette di vivere il gameplay più arcade con una selezione di squadre e di divise ispirate al passato, il titolo soffre di caricamenti decisamente più lunghi del previsto. In aggiunta si sono verificati anche degli episodi di lag, non gravissimi ovviamente, ma che dimostrano ancora una volta di essere davanti alla fine generazionale. Sotto il comparto tecnico, invece, nulla da segnalare. L’opera di Sony San Diego è eccellente sotto ogni punto di vista: graficamente perfetto, animazioni realistiche e fedeli e un frame rate decisamente stabile esclusi appunto alcuni blocchi sporadici. Purtroppo non è stato possibile provare le modalità online: il catalogo è decisamente vasto, ma ad ogni tentativo di connessione la sessione veniva chiusa completamente. Ultima nota riguarda la localizzazione in italiano, completamente assente. Forse potrà penalizzare qualche curioso, ma si parla sempre di un prodotto destinato ad un pubblico statunitense: necessario dunque andare oltre la mancanza di testi e dialoghi in italiano.

Per gli amanti del baseball, MLB The Show 20 rappresenta sicuramente un’opzione da non sottovalutare. Il mercato su console difficilmente riuscirà ad offrire di meglio da qui fino alla fine del 2020, ovvero quando l’attuale generazione andrà in pensione. Con un’offerta di gameplay molto variegata, una simulazione eccellente e un’atmosfera davvero molto realistica, Sony San Diego ha davvero realizzato un homerun decisamente importante. Consigliatissimo.

VOTO: 8.0

Alessandro muove i primi passi nei videogiochi grazie a Crash Bandicoot 2 e The Curse of Monkey Island. Il suo genere preferito restano le avventure grafiche e narrative ma ama anche gli sportivi come ad esempio FIFA (dove comunque non sarà mai bravo quanto vorrebbe). Nel tempo libero impreca per i risultati dell'Inter, legge e suona la chitarra