http://www.repubblica.it/2006/b/sezi...scocalcio.html
I dati ufficiali diffusi dall'Agenzia delle Entrate
La settimana scorsa un blitz in molte sedi di serie A
Il calcio deve al fisco
mezzo miliardo di euro
Lazio, Parma e Messina le squadre più indebitate
C'è il rischio che i club sospendano i pagamenti
<B>Il calcio deve al fisco<br>mezzo miliardo di euro</B>
di CORRADO ZUNINO
ROMA - Il calcio italiano ha un debito con il fisco di oltre mezzo miliardo di euro: 553 milioni e 281 mila euro. Girate in lire, fanno mille miliardi. Una buona parte, visto il crack di Perugia e Torino, Salernitana e Venezia, è ormai inesigibile.
I dati sono stati esposti alla Camera dal sottosegretario all'Economia, Daniele Molgora, in risposta a un'interrogazione parlamentare. Quindi, sono stati diffusi - oggi - sul sito ufficiale dell'Agenzia delle entrate. Si parla solo di debiti Irpef, ovvero le tasse che i club, dalla serie A alla C2, dovrebbero versare per gli stipendi dei calciatori. Nel conteggio mancano i debiti contratti sull'Iva (da pagare, per esempio, sui trasferimenti) e l'Irap, la tassa regionale che le società pagano in quanto aziende.
Il sottosegretario Molgora nella sua relazione individua alcune squadre virtuose, le più importanti della serie A, ma parla di una generale "infedeltà al Fisco da parte del calcio italiano". Colpisce come sui 230 milioni di debiti dell'intera serie A, 62,5 milioni siano scaduti: sono cartelle esattoriali richieste dal Fisco e non pagate. Questo dato ha fatto scattare all'inizio di questa settimana un vero e proprio blitz degli ispettori dell'Agenzia delle entrate nelle sedi dei club più indebitati: il timore è che alcune società abbiano interrotto il pagamento di debiti già concordati o, addirittura, delle tasse di questa stagione.
In serie A la situazione è particolarmente grave per il Parma, società con un debito Irpef pari a 62 milioni di euro. La sofferenza del club viene gestita, dopo il crack Tanzi, dalla controllante Parmalat affidata a Enrico Bondi e dal ministero dell'Industria. In un primo tempo l'evasione fiscale del Parma accertata era di 320 milioni, frutto di plusvalenze su calciatori mai denunciate. Dopo il condono tombale sul periodo '98-2001 - concesso alla nuova Parmalat e per il quale sono state pagate le prime due rate - ora il debito è sceso a 62 milioni: tutti scaduti. Ormai da un anno gli attuali amministratori stanno cercando un acquirente del club, invano. Sono state sette fin qui le trattative accese e mai chiuse, tra cui quella con l'ex presidente del Real Madrid Sanz, una cordata di industriali americani, l'imprenditore campano Valenza e un'industria di polli del Veronese.
Resta pesante la situazione del Messina dei Franza: 13 milioni di euro rateizzati e 4 milioni sospesi. L'enorme debito della Lazio, 140 milioni, è stato in gran parte rateizzato con la trattativa monstre della scorsa estate: 103 milioni da restituire in 23 anni. Poi ci sono le "big five" dal comportamento ineccepibile: Juventus, Milan, Inter, Fiorentina (la cui ragione sociale è Florentia Viola srl) e Roma non hanno debiti con il Fisco. E così Livorno, Palermo, Udinese, Lecce, Siena e Chievo.
La serie B - 148 milioni di debiti totali - è zavorrata dai 62 milioni del'Ac Perugia, la società della famiglia Gaucci dichiarata fallita lo scorso autunno. Luciano Gaucci, fuggito a Santo Domingo con un mandato di cattura per bancarotta fraudolenta, sta provando ad alleggerire la sua posizione attraverso una complessa trattativa con un "presunto creditore" (Capitalia) attraverso l'avvocato Giuliano Pompa. In situazione critica c'è il Brescia calcio di Corioni, quasi sette milioni di fiscalità non pagate e per ora sospese. A causa dei fallimenti, delle "retrocessioni" e della successiva applicazione del lodo Petrucci sono diventati praticamente irrecuperabili i debiti di Torino (33 milioni), Salernitana (30 milioni) e Venezia (14 milioni).
In serie C1 e C2 il dato diventa numericamente più sottile, ma, visti gli scarsi fatturati, percentualmente catastrofico. In C1 sono a posto solo 12 società su 36. In C2 i vecchi crack di Fiorentina, Napoli, Ancona e Cosenza hanno aperto voragini nei confronti dell'amministrazione fiscale.
All'inizio del prossimo mese, con l'analisi dei dati dell'ultimo controllo a rete, si scoprirà se - come teme l'Agenzia delle entrate - alcuni club hanno ripreso a posticipare i pagamenti.