Piccola riflessione del mio sabato sportivo.
Come di consueto alle 15 mi sono visto la Juve al bar, e a parte lo spettacolo indecoroso cui ho assistito (che, specifico subito a scanso di equivoci, NON E' L'ARGOMENTO DI QUESTO TOPIC) c'è stata da registrare la solita dose di insulti, improperi, razione settimanale di odio puro, perchè di odio si tratta, degli astanti verso calciatori, arbitri, il gioco in generale.
Tornato a casa mi sono visto il finale di Italia-Galles del Sei Nazioni di rugby, sport che sto cominciando ad apprezzare sempre più.
Vittoria storica degli azzurri a parte, ciò che mi ha più emozionato è stata la gente, il giornalista che intervista il tifoso gallese che gli stringe la mano e ammette la superiorità azzurra, la festa delle persone nel dopopartita, bandiere gallesi e italiane che si mescolavano, gente in maglia azzurra e rossa che si abbracciava.
E all'emozione si aggiunge lo stupore, l'incredulità. E non capisco perchè uno sport meraviglioso come il calcio, e SOLO il calcio, aizzi nelle persone così tanti sentimenti negativi, la parte più bestiale e spregevole, perchè esso sia così permeato in ogni aspetto di cose come la vigliaccheria, la frode, l'inganno. Gente che si butta a terra per un nonnulla, squallide simulazioni, risse sempre più frequenti (lo squallidume del Mestalla è fresco fresco), partite truccate, doping chimico e amministrativo...
Che si parli di Champions League o di campetto dove giocano i pulcini, non ha importanza. Alla base ormai c'è tanto marciume. Mio padre allena bambini di 7-8 anni ed ogni tanto vado ad assistere alle partitelle: sento genitori che urlano al figlio di non chiedere scusa quando falciano un avversario, vedo mamme che si azzuffano tra loro perchè sostengono che la squadra del rispettivo figlio è più forte dell'altra. E penso a Raciti, all'Heysel, a Hillsbrough, a tanti,troppi casi ben più gravi e famosi, e credo che il filo che li lega sia sempre lo stesso.
Che ne pensate?