Qualcuno mi sa spiegare perché il dollaro vale sempre di meno ogni giorno che passa e da cosa dipende il valore di una moneta?
Devo fare una transazione di una somma da dollari a euro ma con il cambio di ora è un suicidio
Qualcuno mi sa spiegare perché il dollaro vale sempre di meno ogni giorno che passa e da cosa dipende il valore di una moneta?
Devo fare una transazione di una somma da dollari a euro ma con il cambio di ora è un suicidio
Beh, dipende, nel caso del dollaro, adesso, ha un valore basato sul nulla, il suo valore dipende semplicemente da quanti dollari ci sono in circolazione.
Il punto è che ripresa americana è correlata positivamante con quella europea. Ergo tecnicamente conviene anche all'Europa che gli Stati Uniti usino questo mezzo per riprendersi.
La Cina è diventata la maggiore potenza industriale grazie a questa politica, ed in passato anche la nostra liretta è stata svalutata di proposito per rendere i nostri prodotti più competitivi e favorire il turismo.
Rumors dicono possa arrivare anche a 1,70.
Io credo che rimarrà sugli 1,50 per un po' di tempo, almeno sino a che non si tornerà alla normalità economicamente parlando.
Più che altro penso agli americani che hanno investito in Europa poco dopo la nascita dell'euro, quando il cambio era 0,85.
Ora avranno una fortuna, in tasca
Grazie. Credo di tenerlo sino al prossimo "concerto/serata" di un certo livello che faròP.S. Ti stimo per l'avatar
il dollaro diminuisce perchè tati paesi stanno sostituendo le loro riserve di moneta con gli eurI invece che con i dollari.
l'effetto di questo cambiamento te lo spiego con un esempio:
se ipotizzassimo un mondo in cui ci sono 10 dollari in circolazione, e 100 nelle riserve di uno stato, e si possono comprare solo 10 fette di torta, ogni torta vale un dollaro. se lo stato decidesse di sostituire le sue riserve con gli euro, i 100 dollari entrano in circolazione, e visto che non sono aumentate le produzioni, ci sono 110 dollari in circolazione per 10 fette di torta ----> ogni fetta viene 11 dollari.
quindi pian piano che gli altri paesi sostituiscono le loro riserve, il dollaro si deprezza, e vale meno dell'euro. la politica quindi non è voluta solo dall'america, non siamo in un "reagan-bis", ma è dovuta dalla forza dell'UE che si sta imponendo come fulcro economico.
Per chi volesse approfondire il discorso, segnalo un illuminante articolo di Oscar Giannino, oggi in prima pagina su Il Messaggero.
http://sfoglia.ilmessaggero.it/view....&type=STANDARDdi OSCAR GIANNINO
L’ITALIA è concentrata nello sforzo di sfruttare ogni margine possibile della ripresa del commercio internazionale, il vero motore della crescita del nostro Paese. Proprio poiché la nostra crescita aggiuntiva è creata per circa il 70% dalle esportazioni e non dalla domanda interna e un giorno o l’altro bisognerà mettere mano al riequilibrio bisogna però prestare attenzione a un aspetto il più delle volte trascurato: il metro monetario che misura prezzi e valori del commercio estero. È giusto pensare che con più tecnologia e innovazione cresce il valore aggiunto dei prodotti italiani, e dunque che fisco e banche dovrebbero agevolarli. Ma anche per i più innovativi la ripresa può diventare una chimera, se ci si misura con una propria valuta troppo forte, l’euro, rispetto a quella che resta prevalente nel mondo, il dollaro.
Questo fine settimana avverrà un evento che rischia di avere conseguenze dirette proprio sul rapporto tra euro e dollaro. È un evento totalmente fuori dal controllo europeo e italiano. E conosco sin qui un solo economista che giustamente invita tutti a prestarvi grande attenzione, fino a chiedere che Bce ed Ecofin lo seguano in diretta, per essere pronti a reagire all’indomani. Quell’economista è Paolo Savona, firma pregiata del </I></B>Messaggero</B>. E l’evento in questione è la prima visita in Cina di Barack Obama.
Semplificando, gli Stati Uniti avrebbero tutto l’interesse a che il dollaro svalutasse ulteriormente. Nei mesi dalla crisi Lehman Brothers fino al marzo scorso, il dollaro era salito dell’11% rispetto al paniere misto di valute del Fondo Monetario. Nella paura generale, malgrado la crisi si originasse in America anche per i suoi paurosi squilibri della bilancia dei pagamenti, in molti si rifugiavano nel dollaro come valuta di riserva. Dacché a marzo i mercati finanziari hanno ripreso fiducia, il dollaro si è svalutato di oltre il 13%, varcando la soglia di 1,5 biglietti verdi per un euro. La Cina se n’è molto avvantaggiata, giacché il suo renminbi ha un rapporto di cambio semifisso rispetto al dollaro. Da anni gli americani chiedono a Pechino di rivalutare, visto che la valuta cinese debole comprime ulteriormente in termini reali i costi già bassissimi delle merci cinesi. Ma Pechino è stata ferrea, ha dosato gradualmente una rivalutazione sul dollaro del 15% in un quinquennio, più che compensata dalla svalutazione del dollaro stesso sull’euro.
La rivalutazione della moneta cinese dovrebbe spingere Pechino a esportare meno, e importare di più, cosa di cui il mondo ha bisogno. Dall’inizio dell’anno, anche se i consumi cinesi hanno avuto uno spettacolare aumento di quasi il 15%, le importazioni sono scese in realtà di quasi il 20%. Ma i cinesi hanno un buon motivo per dire no a Obama: Pechino non è interessata alla svalutazione del dollaro, perché significa deprezzare i quasi 3mila miliardi di dollari in riserve che detiene in dollari.
Qual è l’interesse italiano? Un dollaro in caduta libera e un euro più forte significa meno competitività per chi esporta made in Italy in America. E significa competitività più difficile per la nostra meccanica fine, macchine utensili e metallurgia di qualità, settori a rischio di potente ridislocazione verso Far East, India e Brasile. Lo sanno bene sulla propria pelle gli imprenditori, che in duemila ieri ad Assago hanno fatto tremare la sala dagli applausi, quando Emma Marcegaglia ha lamentato il dollaro a un euro e mezzo.
Eppure, a giudicare dalle dichiarazioni ufficiali, l’Europa sembra appoggiare la richiesta americana di una rivalutazione cinese, dimenticando che il suo effetto sarebbe una caduta ancor più libera del dollaro, sotto la triplice pressione dell’enorme deficit pubblico americano, dell’opportunità così facendo di ridurre il valore reale dei debiti Usa, e di alimentare un po’ di inflazione da spargere in tutto il mondo attraverso il dollaro fluttuante.
L’Europa si illude, così facendo, che l’euro diventi una valuta di riserva in grado di sostituire gradualmente il dollaro. Ma mentre sarebbe tutta da verificare, tale ipotesi nel medio e lungo periodo, nel breve l’effetto certo sarebbe di rendere più difficile la ripresa proprio a chi esporta di più e a chi più dipende dall’export: cioè all’Italia. Altri Paesi europei hanno interessi diversi dai nostri, a loro può anche spiacere meno il dollaro debole. Ma per i nostri politici e banchieri, tifare Obama in questo fine settimana significa solo far male all’impresa italiana.
Vedi che botta di ripresa mo, so andato una settimana a NY con 7 amici e c'abbiamo lasciato uno stipendio a cranio
Io tra le altre cose mi sono comprato una racchetta che lì costava 89$ (circa 60€), e qui costa almeno 140€
Le racchette in NA (e non solo) costano molto meno rispetto all'Italia e altri paesi Europei: l'unico problema è che con le spese di spedizione/dogana spesso si arrivano a toccare gli stessi prezzi dell'acquisto in un negozio qua: prendondola direttamente ci hai guadagnato parecchio, anzi, a dirla tutta io ne avrei comprate un po'
Mai capito il perchè, probabile vari anche da marca a marca.
/OT.