Il settimanale britannico fa parlare il capo di cosa nostra
"Grazie a Berlusconi per l'attacco ai giudici e il falso in bilancio"
Economist-choc sulla mafia
una finta lettera di Provenzano
La finta lettera di Provenzano
LONDRA - Un bilancio annuale della mafia firmato dal "capo dei capi" Bernardo Provenzano. In cui si dice che tutto va a gonfie vele per la "compagnia", si ringrazia lo Stato italiano per l'arresto del sanguinario Totò Riina che ha consentito a cosa nostra di riprendere le attività più remunerative. E si dice in un inciso che Silvio Berlusconi ha apportato alcuni cambiamenti che hanno giovato alla mafia. Il settimanale britannico The Economist pubblica domani una lettera immaginaria scritta dal numero uno di Cosa nostra ai suoi soci per illustrare i progressi fatti dall'organizzazione.
E' un vero e proprio annual report come quelli che fanno capitani di industria e amministratori delegati all'assemblea degli azionisti, scritto con una micidiale vena di humour britannico che non mancherà di provocare reazioni e polemiche.
Dieci anni dopo l'arresto di Salvatore Riina, il rapporto sottolinea tra l'altro che la domanda per le "offerte non rifiutabili" della mafia "non è mai stata così forte". E lo stesso si può dire sul fronte della "consulenza nel settore dei lavori pubblici, che incassa profitti a tutti i livelli". Le entrate legate alla vendita di droga e di armi, poi, hanno "tenuto bene".
Inoltre, il Capo dei capi - come si firma alla fine della lettera Provenzano - ribadisce che dopo l'arresto di Riina (detto "il corto") la corporation è potuta tornare a una strategia più mimetica, basata sull'adozione di un "profilo più basso nei confronti dei media". Questo, spiega il capo ai soci, ha permesso ai nostri avversari di cullarsi "in un falso senso di sicurezza" che non farà che favorire lo sviluppo delle "attività prioritarie".
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Poi c'è il passaggio destinato sicuramente a riaccendere lo scontro mai chiuso tra il presidente del Consiglio e il settimanale della City. Premette il Capo che il governo di Berlusconi (il cui partito ha vinto 61 seggi su 61 in Sicilia) non ha portato a termine tutte le cose su cui la corporation contava. Per esempio non è stato abolito il regime di carcere duro del 41 bis. Tuttavia, continua la lettera del boss, "il primo ministro, che ha problemi di suo con la legge, ha apportato alcuni cambiamenti che ci favoriscono. Il nostro dipartimento addetto alle acquisizioni ci segnala che è molto più facile lavare i profitti e mettere in piedi nuovi sistemi di società fittizie ora che il governo ha depenalizzato il reato di falso in bilancio. E l'atteggiamento ostile del signor Berlusconi ha aiutato a indeblire la magistratura, e ha dissuaso alcuni nostri impiegati dalla tentazione di tradire i nostri segreti".
La lettera si conclude con l'impegno futuro a battere nuove strade come i contratti legati ai finanziamenti europei o a svincolarsi dall'eccesso di dipendenza nei confronti della 'ndrangheta sul fronte del traffico della cocaina. Infine, come in ogni assemblea che si rispetti, il capo esorta a fare meglio. E a recuperare la reputazione di un tempo, quando la mafia siciliana era l'unica e vera mafia.
Un giornalista dell'economist ha scritto un articolo, molto critico sulla politica del governo italiano. Per rendere la cosa piu "esotica" l'ha firmato con un nome famoso...di un mafioso 8|
Uno "scherzo" di cattivo gusto che giustifica la querela.
Tra l'altro, lo stesso Beppe Severgnini, che non si può certo annoverare tra le file dei berlusconiani, ha scritto un editoriale sul corsera che contesta questo artefizio giornalistico.
Lo stesso Severgnini che ha collaborato per anni con l'economist.