Stamane, entrando in un'edicola (si, esistono ancora), ho notato che una famoso rotocalco nazional-popolare offriva in abbinamento con la rivista medesima anche un cardboard incluso nella confezione (btw, la versione con il gadget ha anche una maggiorazione di prezzo rispetto a quello della rivista sic et simpliciter).
Al di là delle considerazioni più scontate (qualità, prezzo, dotazioni dello strumento) la cosa non ha mancato di stupirmi. Si tratta di una di quelle riviste che di norma offrono all'approssimarsi dell'estate gadget tipo occhiali da sole, pareo, radioline tascabili e mazzi di carte.
La scelta di un'oggetto così peculiare e specifico mi ha fatto riflettere che forse la percezione e la curiosità riguardo questa novità 'magica' stia effettivamente penetrando nel linguaggio e nel pensiero comune molto più di quanto stimassi (io tendo a considerare la vr ancora come una cosa che può interessare nerd, videogiocatori, tech enthusiast e pochi altri).
Magari il prossimo passo sarà la collana 'impara a sviluppare per la VR in 1001 comodi fascicoli' con un pezzo del samsung gear in omaggio ad ogni uscita. : )
Al di là delle battute, mi ha fatto piacere spostare di un poco il registro dell'asticella relativa alla mia opinione riguardante la diffusione di massa di questa nuova generazione di VR, almeno come idea in sè se non proprio come dispositivi e utilizzo concreto.
P.S. Si si d'accordo, si trovano versioni più complete, magari forse più economiche o con dotazioni migliori e comunque non è nulla di paragonabile ai sistemi 'seri' tipo Rift o Vive, ma perbacco vederlo lì esposto, incellophanato come un qualsiasi CD "Best of anni '80!" in allegato ad un magazine mi ha davvero colpito.
Bon, fine del racconto di questa personale scheggia di vita quotidiana.