Doctor JJ
Allora:
ho appena accettato la mia prima offerta di lavoro. Dopo anni e anni passati sui libri, un erasmus ed una laurea magistrale (a ciclo unico), mi trovo "finalmente" davanti alla porta del mondo del lavoro.
Sono sempre stato uno studente più che discreto: diligente, buoni voti (anche con relativo impegno) e sono sempre riuscito a trovare tempo per i vari interessi ed hobby. Sono anche sempre stato molto convinto delle mie capacità, rasentando a volte il limite del presuntuoso, con i risultati che mi hanno (quasi) sempre dato ragione.
Sono contento, sono convinto che la scelta fatta sia la migliore per la mia "carriera" ed il mio futuro. Lavorerò in una clinica all'avanguardia, a contatto con professionisti del settore da cui imparare e con una possibilità di crescita (economica e non solo) importante.
Eppure, mi sento disorientato e "preoccupato".
Credo sia normale, all'inizio. Questo cambiamento così repentino della vita non penso sia facile per nessuno. Passare dall'avere la possibilità di gestire a tuo piacimento il tempo libero (7 anni di università sono tanti), a dover rispettare un rigido orario di lavoro, pur essendo un libero professionista.
Ho una "paura" (sicuramente ingiustificata) di non riuscire più a fare le cose che facevo prima; soprattutto durante la settimana, mi sembra che non avrò tempo per fare niente se non lavorare.
Come è stato il vostro primo impatto con il mondo del lavoro? Parlo di "lavoro" vero, quello per cui avete studiato tanto.