Dai commenti nelle recensioni nella critica e in generale online, avevo dichiarato che sarebbe stata una serie molto polarizzante nei giudizi, ed anche il mio rientra in questa categorizzazione, andando a finire però nel polo che è assolutamente entusiasta della serie.
Partendo dai difetti, che ci sono, quello che ho trovato rivedibile era il ritmo nella parte centrale della stagione. Le sequenze simulate, le cosiddette "reflections" a volte tendevano un pò ad annoiare, lasciandomi a sperare che si tornasse presto al laboratorio della NPB. L'altro è che il meraviglioso setting surreale di questo mondo alternativo in cui la Statua della Libertà ora si chiama della "Extra Libertà" e i computer sono un misto tra super high tech e roba anni '80, mi piaceva così tanto che mi è dispiaciuto sia rimasto piuttosto inesplorato. Dopo aver un ruolo importante nei primi due episodi, il setting viene totalmente messo da parte, prima di essere ripreso parzialmente per il Finale.
Di positivo c'è invece una serie che è scritta davvero davvero bene, che è "incomprensibile" nel suo plotting, però tanto quanto basta, senza esagerare (vedi ad esempio, Legion) e riesce a mettere in scena una delle rappresentazioni più puntuali che ho mai visto della psicosi mentale umana. Il mio episodio preferito è il 9, quello in cui sia Owen che Annie sconfiggono i loro demoni, e in generale secondo me la serie dava il meglio quando esaltava il suo lato più drammatico, rifacendosi ai problemi dei suoi due protagonisti.
Protagonisti che sono interpretati da due star come Emma Stone e Jonah Hill. Pur essendo entusiasta dal lavoro di Emma, lo sono molto meno da quello di Jonah, che mi è sembrato un discreto miscast. Non dico che sia stato scarso, però non mi ha fatto impazzire. Molto meglio invece l'altra "coppia" Justin Theroux e Sonoya Mizuno, così come i protagonisti di contorno, gente di un certo spessore come Byrne o Sally Field.
Lascio per ultimo infine, quello che secondo me è l'aspetto migliore della serie, e quello che riesce a dare "un senso" al tutto. Ovvero la regia di Fukunaga. Brillante, visionaria, suggestiva, evocativa... di aggettivi se ne possono usare tante, ma è la componente fondamentale che tiene insieme tutto il progetto. L'atmosfera che riusciva a innescare nelle scene più drammatiche, ad esempio all'inizio dei 3 step quando vengono collegati a GRTA, o ancora durante le loro "vittorie" morali era unica (complice anche una ottima e puntuale OST), ma senza però mettere in secondo piano il senso di claustrofobia che riusciva a dare nei setting più ristretti, come tutti gli ambienti del laboratorio. Insomma una "maratona" registica di assoluto spessore, che non sfigurerebbe PER NIENTE se messa a confronto con quanto di meglio si trovi attualmente in ambito cinematografico d'autore.