space king
Ritengo che cinema e libri siano due forme di mediazione differenti. Il libro permette fastasia immaginativa a livello di immagini, ma per il resto ha un campo abbastanza ristretto, costituito dalle parole. Questo può essere un vantaggio, dal momento che il libro lo si legge in tutte le sue parti. Ma nel cinema c'è qualcosa che sfugge sempre all'occhio umano: sono gli sfondi, certe peculiarità dei personaggi, caratteristiche di ambientazioni, melodie di sottofondo. Queste particolarità sono miscelate sapientemente dal regista (se è bravo, ovviamente) e permettono allo spettatore di percepire qualcosa senza quasi vederlo: produce sensazioni, emozioni. Il libro le produce attraverso la fantasia, e la descrizione diverrà tanto più accurata quanto il nostro livello di percezione riuscirà ad essere alto. In parole povere, non è necessario che un libro abbia descrizioni molto particolareggiate per immaginarci esattamente i luoghi - ad esempio - che sta descrivendo, ma a contribuire alla nostra forza immaginativa intervengono diversi altri fattori (la nostra conoscenza, il bagaglio culturale, lo stato d'animo, le esperienze...).
In sostanza credo che bisognerebbe riuscire a "conquistare" la capacità di discernere la fantasia e la percezione, l'immaginazione e la sensazione, per poi riamalgamarle, riuscendo così a non farsi rovinare un libro da un film o un film da un libro.