racconto fantasy
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Discussione: racconto fantasy

Cambio titolo
  1. #1
    Utente L'avatar di Voilta
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    racconto fantasy

    sto scrivendo un racconto vorrei sapere se va bene o se va male qualcosa.......

    Scheletro nero

    Libro uno: il mutaforma

    Capitolo uno: la partenza

    Questo è un mese molto importante per Hans Volbarg, infatti, per Hans si sta avvicinando il giorno dell’abbandono (una tradizione del villaggio in cui abita, la quale afferma che ogni ragazzo che supera l’età di 24 anni deve abbandonare il villaggio per diventare uomo e dopo un anno può tornare al villaggio). Hans non voleva abbandonare Magna-Magna (il villaggio) perché era agitato dall’idea che doveva sopravvivere da solo e soprattutto non voleva abbandonare suo nonno adottivo perché le voleva un gran bene; ormai per l’agitazione contava i giorni che lo separavano dall’abbandono. Gli amici lo incoraggiavano che poteva ritornare dopo un anno però questo non incoraggiava Hans, anzi lo fecero peggiorare d’umore, ormai i giorni passavano come il vento per Hans tanto che pensò che qualche mago avesse fatto una magia in modo di accelerare il tempo.

    Finalmente il gran giorno per Hans arrivò; il nonno per la contentezza che Hans stava per affrontare il rito, lo svegliò alle cinque del mattino, per prepararsi al meglio. Già alle sette era pronto, l’unica cosa che doveva fare era: salutare gli amici e andare dal fabbro. Hans andò ha salutare a tutti quelli del villaggio lasciando dei piccoli doni, naturalmente quella che pianse più la partenza è stata Rossiemelda (la fidanzata di Hans), che prima di andarsene gli diede un ciondolo per non dimenticare la futura promessa di matrimonio che le promise qualche mese fa; invece quello più arrabbiato dalla partenza di Hans fu il sindaco Jemia, un tipo piuttosto scuro in volto e con grandi occhi neri, che brontolò per un’ora poiché delle braccia lavorative verranno via dopo questa partenza.

    Hans finì di salutare a tutti e si diresse verso il fabbro (un negozietto dall’aria piuttosto tetra), appena entrò vide un locale semibuio e piuttosto impolverato; guardò con aria furtiva le armature e le spade fino a che un rumoroso suono distolsero l’attenzione dal giovane verso le armature, il rumore era solamente la voce rauca del fabbro che scese dalla scalinata del piano di sopra……
    voilta,guerriero per passione e stratega per amore

  2. #2
    Utente L'avatar di Voilta
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    naturalmente questo è un abbozzo.vorrei i vostri pareri.......sto finendo il 1 capitolo.
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  3. #3
    Utente L'avatar di Devil 87
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    Troppo scarno, devi essere più prolisso.
    Dare un giudizio allo stato attuale mi sembra alquanto assurdo...
    Si vive per scoprire nuova bellezza, di solito tanta quanta se ne dimentica.

    - Half Devil -

  4. #4
    Utente L'avatar di Voilta
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    lo so e quindi vi voglio mandare qualcosa ogni qual volta scrivo così mi aiutate se c'è qualcosa che non và....perche ho una trama in mente......
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  5. #5
    Hail to the Prophet L'avatar di Asriel
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    Allora, premetto dicendo che sarò molto critico:

    come ha detto devil sei scarno, quelle cose che hai scritto potrebbero occupare pagine, invece tu le butti in 4 righe.
    poi sembra un agglomerato di clicchè spaventoso... dai, il personaggio che deve lasciare il paese ma non vuole ecc. ecc. ci sono migliaglia di storie che iniziano così.
    Perchè usi le prentesi? per gli incisi puoi usare le virgole o i trattini, - questi per intenderci.
    c'è qualche errore nell'uso dei tempi, tu qui dici "naturalmente quella che pianse più la partenza è stata Rossiemelda" ma prima hai usato il passato remoto, la frase dovrebbe essere "naturalmente quella che pianse più la partenza fu Rossiemelda" e secondo me in questo caso andrebbe cambiata in "naturalmente quella che pianse più per la partenza di hans fu Rossiemelda" così la frase risulta più scorrevole...

    ok, per ora ho finito, se noto altre cose ti farò sapere...

  6. #6
    Utente L'avatar di Voilta
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    grazie quando completero il 1 capitolo lo pstero
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  7. #7
    Utente L'avatar di Voilta
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    lo modificato gli ho dato qualche leggero ritocco, ditemi se va male qualcsa così in iizio il 2....Scheletro nero

    Libro uno: il mutaforma

    Capitolo uno: la partenza

    Questo è un mese molto importante per Hans Volbarg, infatti, per Hans si sta avvicinando il giorno dell’abbandono, la quale è una tradizione del villaggio in cui abita, in cui afferma che ogni ragazzo che supera l’età di 24 anni deve abbandonare il villaggio per diventare uomo e dopo un anno può tornare al villaggio, considerato da tutti un vero uomo. Hans non voleva abbandonare Magna-Magna (il villaggio), perché era agitato dall’idea che doveva sopravvivere da solo e soprattutto non voleva abbandonare suo nonno adottivo - Hans era un neonato quando fu abbandonato, Gilberto (il nonno) lo trovo all’entrata del villaggio e lo chiamo Hans che nella lingua arcaica vuol dire “sperduto”- perché le voleva un gran bene. Ormai per l’agitazione contava i giorni che lo separavano dall’abbandono; gli amici lo incoraggiavano che poteva ritornare dopo un anno però questo non incoraggiava Hans, anzi lo fecero peggiorare d’umore, ormai i giorni passavano come il vento per Hans tanto che pensò che qualche mago avesse fatto una magia in modo di accelerare il tempo.

    Finalmente il gran giorno per Hans arrivò; il nonno per la contentezza che Hans stava per affrontare il rito, lo svegliò alle cinque del mattino, per prepararsi al meglio. Già alle sette era pronto, l’unica cosa che doveva fare era: salutare gli amici e andare dal fabbro. Hans andò ha salutare a tutti quelli del villaggio lasciando dei piccoli doni come ringraziamento per la loro fedele amicizia, naturalmente quella che pianse di più per la partenza di Hans fu Rossiemelda (la fidanzata di Hans), che prima di andarsene gli diede un ciondolo per non dimenticare la futura promessa di matrimonio che Hans le promise qualche mese fa; invece quello più arrabbiato dalla partenza di Hans fu il sindaco Jemia, un tipo piuttosto scuro in volto e con grandi occhi neri, che brontolò per un’ora poiché delle braccia lavorative verranno via dopo questa partenza.

    Hans finì di salutare a tutti e si diresse verso il fabbro (un negozietto dall’aria piuttosto tetra), appena entrò vide un locale semibuio e piuttosto impolverato; guardò con aria furtiva le armature e le spade fino a che un rumoroso suono distolsero l’attenzione dal giovane verso le armature, il rumore era solamente la voce rauca del fabbro che scendeva dalla scalinata del piano di sopra……

    Hans vide il fabbro che scendeva la scala e come sempre lo considerò uno strano tipo, era piuttosto muscoloso e come segni particolari aveva una cicatrice che solcava l’occhio destro, nel quale aveva una benda nera. Il fabbro vide Hans e nel suo volto rugoso si vide un sorriso, scese subito le scale e andò verso la dispensa a cercare qualcosa e intanto disse “buon giorno signor. Hans, gia avevo fatto un’idea sul vostro equipaggiamento….Sarà bellissimo”come al solito parlò con la voce rauca e stonata, Hans dopo qualche secondo d’incertezza disse a Waterblu (il nome del fabbro) “bellissima?io ho pochi soldi e vorrei solo il kit del viaggiatore più economico che avete!”, il fabbro rispose prima che Hans finì di parlare “ve lo farò gratis per due motivi: il primo perché sei il figlio adottivo del vecchio Gilberto, ed è il minimo che posso fare per Gilberto dopo che mi ha salvato la vita nelle Montescendè (montagne piuttosto pericolose), haa!!Quanti bei ricordi quando ero con la compagnia di vostro nonno…….Il secondo è perché le montagne Focose da un pò di tempo sono molto pericolose, meglio attrezzarsi al massimo per qualunque difficoltà !!”. Hans si sedette su una sedia per aspettare che il fabbro trova tutto il suo equipaggiamento, era curioso di che cosa si trattava.

    Il fabbro venne dalla confusione della sua dispensa e Hans vide che tra le mani aveva: tre pozioni di guarigioni, un’armatura completa di Mhirtil e una spada lunga (Hans quando la vide pensò che fosse molto flessibile e leggera); Il fabbro gli affermò che l’armatura l’aveva vinta a poker con avventurieri e la spada era sua prima, la quale gli salvo la vita molte volte (si chiamava Lama della fortuna d’oro), Hans lo ringraziò e provò l’armatura e mise la spada nel fodero, lo salutò ed uscì tutto felice del suo nuovo equipaggiamento.

    Hans con quest’equipaggiamento si sentiva più sicuro davanti all’allontanamento da casa e andò dal nonno a raccontare tutto.

    Hans aveva un piano, scendere fino a valle e giungere ad Oktail, trovare un bel lavoro e rimanerci per un anno e poi ritornare al villaggio per sposarsi e avere una buona famiglia. Ma nel cuor suo non lo voleva una vita così noiosa….

    Ormai era il tramonto a Magna-Magna e Hans dovette andare in piazza per il rito; appena arrivato vide una folla che attorniava il sindaco, Hans sapeva che doveva fare e andò verso il sindaco. Il sindaco appena lo vide prese una polverina azzurrina e inizio a buttarla addosso a Hans dicendo queste parole “Kuktula, Deos e Naomi, protettori di Magna-Magna, spiriti padroni delle montagne infuocate, proteggete quest’individuo che gli ho lanciato la cenere del bosco, per riconoscerlo dalle vostre splendide creature, le quali non attaccheranno Hans Volbarg, anzi lo proteggeranno dalle intemperie durante tutto il tragitto del bosco” e mi guardò e con voce solenne disse “te n’andrai ragazzo e ritornerai uomo!corri Hans!vai per la tua strada ma non scordarti mai del villaggio Magna-Magna” appena sentite queste parole una parte della folla fece spazio per fare un corridoio, Hans salutò tutti e incominciò a camminare verso l’uscita, guardandosi attorno per tenere a mente il villaggio per sempre.

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  8. #8
    Cacciatore di Demoni L'avatar di Mihok
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    Ripeti troppo volte "Hans" e tutti i nomi.

    I nomi fanno abbastanza pena...(magna magna!!!!!!?!?!?!?!?!)
    Non usare le parentesi per gli incisi, ma i trattini(come ti hanno gia detto)

    Dentro le virgolette, quando parla una persona devi cominciare sempre con la lettera maiuscola, e mettere sempre i due punti( : ) per far notare che sta parlando una persona.

    La storia è un po banale...(il ragazzo che deve partire, il fabbro che gli regala le cose...[UNA ARMATURA DI MITHRIL!!!!!!])

  9. #9
    Utente L'avatar di Voilta
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    se pensate che è troppo scarno il priumo capitolo lo fatto apposta......è poi dalla storia princ... è solamente banale l'inizio(certo si deve presentare il personaggio)......ma oltre il consiglio che è scarno e banale, accetto tutti i vostri consigli......
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  10. #10
    Utente L'avatar di Voilta
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    speravo che facevo più errori, sto corregendo e appena finirò il 2 capitolo(che è molto meno banale lo pubblicherò
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  11. #11
    Utente L'avatar di Devil 87
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    Effettivamente avrei una decina di libri che cominciano così...
    Che genere è? Allo stato attuale può ancora essere qualunque cosa...
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  12. #12
    Utente L'avatar di Voilta
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    ho ricoretto il 1 e ho fatto una puccola parte del secondo(naturalmente un abbozzo)vediamo com'è:



    Scheletro nero

    Libro uno: il mutaforma

    Capitolo uno: la partenza

    Questo è un mese molto importante per Hans Volbarg, infatti, si sta avvicinando il giorno dell’abbandono per lui, la quale è una tradizione del villaggio in cui abita, in cui afferma che ogni ragazzo che supera l’età di 24 anni deve abbandonare il villaggio per diventare uomo e dopo un anno può tornare al villaggio, considerato da tutti un vero uomo. Hans non voleva abbandonare Hiauta - il villaggio-, perché era agitato dall’idea che doveva sopravvivere da solo e soprattutto non voleva abbandonare suo nonno adottivo - Hans era un neonato quando fu abbandonato, Gilberto - il nonno- lo trovo all’entrata del villaggio e lo chiamo Hans che nella lingua arcaica vuol dire “Sperduto”- perché le voleva un gran bene. Ormai per l’agitazione contava i giorni che lo separavano dall’abbandono; gli amici lo incoraggiavano che poteva ritornare dopo un anno però questo non incoraggiava Hans, anzi lo fecero peggiorare d’umore, ormai i giorni passavano come il vento per Hans tanto che pensò che qualche mago avesse fatto una magia in modo di accelerare il tempo.

    Finalmente il gran giorno per Hans arrivò; il nonno per la contentezza, lo svegliò alle cinque del mattino, per prepararsi al meglio. Già alle sette era pronto, l’unica cosa che doveva fare era: salutare gli amici e andare dal fabbro. Hans andò ha salutare a tutti quelli del villaggio lasciando dei piccoli doni come ringraziamento per la loro fedele amicizia, naturalmente quella che pianse di più per la partenza di Hans fu Rossiemelda (la fidanzata), che prima di andarsene gli diede un ciondolo per non dimenticare la futura promessa di matrimonio che Hans le promise qualche mese fa; invece quello più arrabbiato dalla partenza di Hans fu il sindaco Jemià, un tipo piuttosto scuro in volto e con grandi occhi neri, che brontolò per un’ora poiché delle braccia lavorative verranno via dopo questa partenza.

    Hans finì di salutare a tutti e si diresse verso il fabbro - un negozietto dall’aria piuttosto tetra -, appena entrò vide un locale semibuio e piuttosto impolverato; guardò con aria furtiva le armature e le spade fino a che un rumoroso suono distolsero l’attenzione dal giovane verso le armature, il rumore era solamente la voce rauca del fabbro che scendeva dalla scalinata del piano di sopra……

    Hans vide il fabbro che scendeva la scala e come sempre lo considerò uno strano tipo, era piuttosto muscoloso e come segni particolari aveva una cicatrice che solcava l’occhio destro, nel quale aveva una benda nera. Il fabbro vide Hans e nel suo volto rugoso si vide un sorriso, scese subito le scale e andò verso la dispensa a cercare qualcosa e intanto disse “: Buongiorno signor. Hans, gia avevo fatto un’idea sul vostro equipaggiamento….Sarà bellissimo”come al solito parlò con la voce rauca e stonata, Hans dopo qualche secondo d’incertezza disse a Waterblu - il nome del fabbro -“: Bellissima?io ho pochi soldi e vorrei solo il kit del viaggiatore più economico che avete!”, il fabbro rispose prima che Hans finì di parlare “:Ve lo farò gratis per due motivi: il primo perché sei il figlio adottivo del vecchio Gilberto, ed è il minimo che posso fare per Gilberto dopo che mi ha salvato la vita nelle Montescendè - montagne piuttosto pericolose- , haa!!Quanti bei ricordi quando ero con la compagnia di vostro nonno…….Il secondo è perché le montagne Focose da un pò di tempo sono molto pericolose, meglio attrezzarsi al massimo per qualunque difficoltà !!”. Hans si sedette su una sedia per aspettare che il fabbro trovava tutto il suo equipaggiamento, era curioso di che cosa si trattava.

    Il fabbro venne dalla confusione della sua dispensa e Hans vide che tra le mani aveva: tre pozioni di guarigioni, un’armatura completa di Mhirtil e una spada lunga (Hans quando la vide pensò che fosse molto flessibile e leggera); Il fabbro gli affermò che l’armatura l’aveva vinta a poker con avventurieri e la spada era sua prima, la quale gli salvo la vita molte volte – Waterblu chiamò la spada Lama della fortuna d’oro - , Hans lo ringraziò e provò l’armatura e mise la spada nel fodero, lo salutò ed uscì tutto felice del suo nuovo equipaggiamento.

    Hans con quest’equipaggiamento si sentiva più sicuro davanti all’allontanamento da casa e andò dal nonno a raccontare tutto.

    Hans aveva un piano, scendere fino a valle e giungere ad Oktail, trovare un bel lavoro e rimanerci per un anno e poi ritornare al villaggio per sposarsi e avere una buona famiglia. Ma nel cuor suo non lo voleva una vita così noiosa….

    Ormai era il tramonto a Hiauta e Hans dovette andare in piazza per il rito; appena arrivato vide una folla che attorniava il sindaco, Hans sapeva che doveva fare e andò verso il sindaco. Il sindaco appena lo vide prese una polverina azzurrina e inizio a buttarla addosso a Hans dicendo queste parole “: Kuktula, Deos e Naomi, protettori di Hiauta, spiriti padroni delle montagne infuocate, proteggete quest’individuo che gli ho lanciato la cenere del bosco, per riconoscerlo dalle vostre splendide creature, le quali non attaccheranno Hans Volbarg, anzi lo proteggeranno dalle intemperie durante tutto il tragitto del bosco” e mi guardò e con voce solenne disse “te n’andrai ragazzo e ritornerai uomo!corri Hans!vai per la tua strada ma non scordarti mai del villaggio Hiauta” appena sentite queste parole una parte della folla fece spazio per fare un corridoio, Hans salutò tutti e incominciò a camminare verso l’uscita, guardandosi attorno per tenere a mente il villaggio per sempre.




    Capitolo 2: strani incontri montagnoli

    Hans era gia a un ora di cammino da Hiauta; il cielo si faceva scuro e Hans iniziò ad avere un po’ di paura però appena vide il paesaggio montanaro - querce secolari,abeti, scoiattoli ecc… - sì calmo subito perché sapeva che era ancora un luogo famigliare che lui conosceva bene.

    Dopo qualche ora di cammino verso la valle, il giovane iniziò a vedere cose mai viste prime come i centauri di passaggio e per la meraviglia di questo mondo sconosciuto gli risplendevano gli occhi dello stesso colorito della luna pallida che si intravede nel cielo. Hans era tanto concentrato a vedere cose sconosciute che non badò che un lupo lo stava inseguendo furtivamente in cerca del momento migliore. Il giovane ignaro del lupo andò presso una sorgente per bere un po’ d’acqua. Era l’occasione del lupo, mentre Hans beveva l’animale si avvicinò da dietro di lui molto lentamente fin da arrivargli da dietro per sgozzare il collo dell’indifeso nemico. Ormai era ad un metro pronto per lanciarsi e far finire la vita di Hans, prima di lanciarsi però fu trafitto da una freccia in direzione nord. Hans si volta di scatto per vedere chi ha causato questo rumore, vide il lupo morto e un centauro che stava venendo dal nord. Hans si alzò pronto per ringraziare il centauro, ma appena lo ringraziò, egli rispose a malo modo “: Umani, sciocchi esseri, e tu bamboccio cerca d’essere più attento oppure non sopravvivesti neanche per un minuto” prese la freccia e se né andò via correndo verso est.

    Hans ne uscì traumatizzato, ormai era così teso mentre camminava che si spaventata anche per il rumore di una caduta di una foglia, Hans pensò che senza quel centauro la sua vita finiva; e quindi si rese l’idea che fuori dal villaggio è semplice morire e non vedeva l’ora di ritornare a casa del nonno, d’avere figli con Rossiemelda e avere una vita tranquilla.
    voilta,guerriero per passione e stratega per amore

  13. #13
    Utente L'avatar di Voilta
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    ho aggiunto una nuova parte al 2 capitolo voglio sapere che errori ho fatto:
    Capitolo 2: strani incontri montagnoli

    Hans era gia a un ora di cammino da Hiauta; il cielo si faceva scuro e Hans iniziò ad avere un po’ di paura, però appena vide il paesaggio montanaro - querce secolari,abeti, scoiattoli ecc… - sì calmo subito perché sapeva che era ancora un luogo famigliare che lui conosceva bene.

    Dopo qualche ora di cammino verso la valle, il giovane iniziò a vedere cose mai viste prime come i centauri di passaggio e per la meraviglia di questo mondo sconosciuto gli risplendevano gli occhi dello stesso colorito della luna pallida che si intravede nel cielo. Hans era tanto concentrato a vedere cose sconosciute che non badò che un lupo lo stava inseguendo furtivamente in cerca del momento migliore. Il giovane ignaro del lupo andò presso una sorgente per bere un po’ d’acqua. Era l’occasione del lupo, mentre Hans beveva, l’animale si avvicinò da dietro di lui molto lentamente fin da arrivargli da dietro per sgozzare il collo dell’indifeso nemico. Ormai era ad un metro pronto per lanciarsi e far finire la vita di Hans, prima di lanciarsi però fu trafitto da una freccia in direzione nord. Hans si volta di scatto per vedere chi ha causato questo rumore, vide il lupo morto e un centauro che stava venendo dal nord. Hans si alzò pronto per ringraziare il centauro, ma appena lo ringraziò, egli rispose a malo modo “: Umani, sciocchi esseri, e tu bamboccio cerca d’essere più attento oppure non sopravvivesti neanche per un minuto” prese la freccia e se né andò via correndo verso est.

    Hans ne uscì traumatizzato, ormai era così teso mentre camminava che si spaventata anche per il rumore di una caduta di una foglia, Hans pensò che senza quel centauro la sua vita finiva; e quindi si rese l’idea che fuori dal villaggio è semplice morire e non vedeva l’ora di ritornare a casa del nonno, d’avere figli con Rossiemelda e avere una vita tranquilla. Hans, ormai aveva paura di tutto: estrasse la spada, camminava lentamente e intanto roteava la testa per vedere improbabili inseguitori. Però questo stato di panico cesso dopo un allarmante urlo che proveniva da est, Hans senza riflettere andò verso la voce già pronto per combattere, Hans in quella corsa verso l’urlo pensò ad tutti gli insegnamenti del nonno in fatto di combattimento; quando arrivò vide un Elfa silvana dai capelli lunghi,biondi e lucidi e con un armatura di cuoio borchiato che coprivano il suo corpo; e un bandito che la stava aggredendo.

    Hans prima di farsi notare mormorò “: Tondo diritto,fendente, montante, tondo diritto, fendente e montante”. Dopo, Hans avanzò con la lama nell’area e parlò al bandito “: Fermati, o te né faro pentire” nella sua voce c’èra una nota di panico e il bandito lo senti e si diresse verso di lui con il pugnale. Hans iniziò a mettere la spada in posizione di attacco per fare un fendente diritto appena si avvicinava, però lo fece troppo presto,non lo prese e il bandito in quel momento opportuno avanzò e provo a fare un affondo nella pancia, Hans era tanto in preda al panico che dopo il fendente ne fece un altro ma diretto e gli taglio il braccio – da allora Hans capì il soprannome della spada -, il bandito prima di cadere a terra per il dolore fece un crudele affondo nella pancia e poi si accasciò a terra per il dolore subito e svenne.

    Il colpo era molto forte tanto che Hans si inginocchio per riprendere le forze e vide che un fiotto di sangue sbucava dallo stomaco.

    In quel momento l’Elfa silvana che per tutto il tempo era rimasta ammutolita, corse subito dal suo salvatore per vedere se poteva aiutarlo; si avvicinò e prese delle garze e disse “: Grazie, ora vi aiuterò a rimettervi in buona salute è il minimo che io possa farvi, vi chiedo solamente di sdraiarvi cosi vi posso curare…ha!mi chiamo Haribet”. Hans fece un cenno con il viso perché stava molto male e non voleva consumare energie. Haribet dopo che lo vide sdraiato gli levo l’armatura e la veste per guardare la ferita, prese delle bende e gli è le mise attorno alla parte colpita. Hans mentre era sdraiato dormì subito e quindi Haribet vedendo che stava dormendo gli rimise la veste, preparò un falò e si mise ha dormire.

    voilta,guerriero per passione e stratega per amore

  14. #14
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    Citazione Voilta
    ho aggiunto una nuova parte al 2 capitolo voglio sapere che errori ho fatto:
    Capitolo 2: strani incontri montagnoli

    Hans era gia a un ora di cammino da Hiauta; il cielo si faceva scuro e Hans iniziò ad avere un po’ di paura, però appena vide il paesaggio montanaro - querce secolari,abeti, scoiattoli ecc… - sì calmo subito perché sapeva che era ancora un luogo famigliare che lui conosceva bene.

    Dopo qualche ora di cammino verso la valle, il giovane iniziò a vedere cose mai viste prime come i centauri di passaggio e per la meraviglia di questo mondo sconosciuto gli risplendevano gli occhi dello stesso colorito della luna pallida che si intravede nel cielo. Hans era tanto concentrato a vedere cose sconosciute che non badò che un lupo lo stava inseguendo furtivamente in cerca del momento migliore. Il giovane ignaro del lupo andò presso una sorgente per bere un po’ d’acqua. Era l’occasione del lupo, mentre Hans beveva, l’animale si avvicinò da dietro di lui molto lentamente fin da arrivargli da dietro per sgozzare il collo dell’indifeso nemico. Ormai era ad un metro pronto per lanciarsi e far finire la vita di Hans, prima di lanciarsi però fu trafitto da una freccia in direzione nord. Hans si volta di scatto per vedere chi ha causato questo rumore, vide il lupo morto e un centauro che stava venendo dal nord. Hans si alzò pronto per ringraziare il centauro, ma appena lo ringraziò, egli rispose a malo modo “: Umani, sciocchi esseri, e tu bamboccio cerca d’essere più attento oppure non sopravvivesti neanche per un minuto” prese la freccia e se né andò via correndo verso est.

    Hans ne uscì traumatizzato, ormai era così teso mentre camminava che si spaventata anche per il rumore di una caduta di una foglia, Hans pensò che senza quel centauro la sua vita finiva; e quindi si rese l’idea che fuori dal villaggio è semplice morire e non vedeva l’ora di ritornare a casa del nonno, d’avere figli con Rossiemelda e avere una vita tranquilla. Hans, ormai aveva paura di tutto: estrasse la spada, camminava lentamente e intanto roteava la testa per vedere improbabili inseguitori. Però questo stato di panico cesso dopo un allarmante urlo che proveniva da est, Hans senza riflettere andò verso la voce già pronto per combattere, Hans in quella corsa verso l’urlo pensò ad tutti gli insegnamenti del nonno in fatto di combattimento; quando arrivò vide un Elfa silvana dai capelli lunghi,biondi e lucidi e con un armatura di cuoio borchiato che coprivano il suo corpo; e un bandito che la stava aggredendo.

    Hans prima di farsi notare mormorò “: Tondo diritto,fendente, montante, tondo diritto, fendente e montante”. Dopo, Hans avanzò con la lama nell’area e parlò al bandito “: Fermati, o te né faro pentire” nella sua voce c’èra una nota di panico e il bandito lo senti e si diresse verso di lui con il pugnale. Hans iniziò a mettere la spada in posizione di attacco per fare un fendente diritto appena si avvicinava, però lo fece troppo presto,non lo prese e il bandito in quel momento opportuno avanzò e provo a fare un affondo nella pancia, Hans era tanto in preda al panico che dopo il fendente ne fece un altro ma diretto e gli taglio il braccio – da allora Hans capì il soprannome della spada -, il bandito prima di cadere a terra per il dolore fece un crudele affondo nella pancia e poi si accasciò a terra per il dolore subito e svenne.

    Il colpo era molto forte tanto che Hans si inginocchio per riprendere le forze e vide che un fiotto di sangue sbucava dallo stomaco.

    In quel momento l’Elfa silvana che per tutto il tempo era rimasta ammutolita, corse subito dal suo salvatore per vedere se poteva aiutarlo; si avvicinò e prese delle garze e disse “: Grazie, ora vi aiuterò a rimettervi in buona salute è il minimo che io possa farvi, vi chiedo solamente di sdraiarvi cosi vi posso curare…ha!mi chiamo Haribet”. Hans fece un cenno con il viso perché stava molto male e non voleva consumare energie. Haribet dopo che lo vide sdraiato gli levo l’armatura e la veste per guardare la ferita, prese delle bende e gli è le mise attorno alla parte colpita. Hans mentre era sdraiato dormì subito e quindi Haribet vedendo che stava dormendo gli rimise la veste, preparò un falò e si mise ha dormire.
    guarda che non siamo ciechi....
    L'unica certezza è il dubbio.

  15. #15
    Utente L'avatar di Voilta
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    ho finito il 2 capitolo, cosa ne pensate?

    Capitolo 2: strani incontri montagnoli

    Hans era gia a un ora di cammino da Hiauta; il cielo si faceva scuro e Hans iniziò ad avere un po’ di paura, però appena vide il paesaggio montanaro - querce secolari,abeti, scoiattoli ecc… - sì calmo subito perché sapeva che era ancora un luogo famigliare che lui conosceva bene.

    Dopo qualche ora di cammino verso la valle, il giovane iniziò a vedere cose mai viste prime come i centauri di passaggio e per la meraviglia di questo mondo sconosciuto gli risplendevano gli occhi dello stesso colorito della luna pallida che si intravede nel cielo. Hans era tanto concentrato a vedere cose sconosciute che non badò che un lupo lo stava inseguendo furtivamente in cerca del momento migliore. Il giovane ignaro del lupo andò presso una sorgente per bere un po’ d’acqua. Era l’occasione del lupo, mentre Hans beveva, l’animale si avvicinò da dietro di lui molto lentamente fin da arrivargli da dietro per sgozzare il collo dell’indifeso nemico. Ormai era ad un metro pronto per lanciarsi e far finire la vita di Hans, prima di lanciarsi però fu trafitto da una freccia in direzione nord. Hans si volta di scatto per vedere chi ha causato questo rumore, vide il lupo morto e un centauro che stava venendo dal nord. Hans si alzò pronto per ringraziare il centauro, ma appena lo ringraziò, egli rispose a malo modo “: Umani, sciocchi esseri, e tu bamboccio cerca d’essere più attento oppure non sopravvivesti neanche per un minuto” prese la freccia e se né andò via correndo verso est.

    Hans ne uscì traumatizzato, ormai era così teso mentre camminava che si spaventata anche per il rumore di una caduta di una foglia, Hans pensò che senza quel centauro la sua vita finiva; e quindi si rese l’idea che fuori dal villaggio è semplice morire e non vedeva l’ora di ritornare a casa del nonno, d’avere figli con Rossiemelda e avere una vita tranquilla. Hans, ormai aveva paura di tutto: estrasse la spada, camminava lentamente e intanto roteava la testa per vedere improbabili inseguitori. Però questo stato di panico cesso dopo un allarmante urlo che proveniva da est, Hans senza riflettere andò verso la voce già pronto per combattere, Hans in quella corsa verso l’urlo pensò ad tutti gli insegnamenti del nonno in fatto di combattimento; quando arrivò vide un Elfa silvana dai capelli lunghi,biondi e lucidi e con un armatura di cuoio borchiato che coprivano il suo corpo; e un bandito che la stava aggredendo.

    Hans prima di farsi notare mormorò “: Tondo diritto,fendente, montante, tondo diritto, fendente e montante”. Dopo, Hans avanzò con la lama nell’area e parlò al bandito “: Fermati, o te né faro pentire” nella sua voce c’èra una nota di panico e il bandito lo senti e si diresse verso di lui con il pugnale. Hans iniziò a mettere la spada in posizione di attacco per fare un fendente diritto appena si avvicinava, però lo fece troppo presto,non lo prese e il bandito in quel momento opportuno avanzò e provo a fare un affondo nella pancia, Hans era tanto in preda al panico che dopo il fendente ne fece un altro ma diretto e gli taglio il braccio – da allora Hans capì il soprannome della spada -, il bandito prima di cadere a terra per il dolore fece un crudele affondo nella pancia e poi si accasciò a terra per il dolore subito e svenne.

    Il colpo era molto forte tanto che Hans si inginocchio per riprendere le forze e vide che un fiotto di sangue sbucava dallo stomaco.

    In quel momento l’Elfa silvana che per tutto il tempo era rimasta ammutolita, corse subito dal suo salvatore per vedere se poteva aiutarlo; si avvicinò e prese delle garze e disse “: Grazie, ora vi aiuterò a rimettervi in buona salute è il minimo che io possa farvi, vi chiedo solamente di sdraiarvi cosi vi posso curare…ha!mi chiamo Haribet”. Hans fece un cenno con il viso perché stava molto male e non voleva consumare energie. Haribet dopo che lo vide sdraiato gli levo l’armatura e la veste per guardare la ferita, prese delle bende e gli è le mise attorno alla parte colpita. Hans mentre era sdraiato dormì subito e quindi Haribet vedendo che stava dormendo gli rimise la veste, preparò un falò, diede il colpo di grazia al brigante e si mise ha dormire.

    Venne l’alba, e il freddo della gelida mattinata fece svegliare Hans. L’umano si svegliò e notò con piacere che HARIBET non se ne andò. Hans per ringraziare l’Elfa andò negli alberi qua vicino a prendere castagne e noci per offrirli alla sua salvatrice. La paura di Hans venne meno in quel m omento perché aveva la strana sensazione che con Haribet si sentiva molto più sicuro. Ritornò al falò con delle castagne e noci e li ripose dolcemente in mezzo al focolare spento e aspetto che si svegliasse; Haribet dopo mezz’ora si svegliò e vide le castagne e parlò con Hans per ringraziarlo “: Grazie per le castagne ma non c’èra bisogno, gia avevo delle provviste però grazie lo stesso umano”. Hans rispose “Figurati era il minimo per ieri, oggi mi sento un leone grazie a te… mi chiamo Hans Volbarg”. Haribet lo guardò con occhi curiosi e disse “posso essere indiscreta?che ci facevi ieri da queste parti, non è un posto molto popolato questo” Hans gli raccontò tutta la sua storia, stranamente gli piaceva parlare con Haribet e voleva mettere più dettagli possibili per parlare di più, alla fine disse “: E tu?”. Lei rispose “: Io sono una ladra inesperta, e sono qua perché uno della città mi ha detto che qua rovo un mastro che mi potrà insegnare tutto sul mestiere, mi ha dato anche la mappa con la sua ubicazione, se vuoi te la posso mostrare”.

    Dopo queste parole Haribet prese una mappa del bosco e gli è la mostro ad Hans; Lui la vide e sorrise all’improvviso e disse “: Questa mappa è falsa, non c’è scritto neanche il mio villaggio che è a poche ore di cammino; credo ce ti ha imbrogliato”. Haribet sorrise più che mai e anche Hans perché hanno capito che Haribet indirettamente aveva imparato qualcosa cioè mai fidarsi ciecamente.

    Dopo qualche risata generale Hans si rimise l’armatura e disse “: Io vado ad Oktail per trovarmi un lavoro,voi che fate?”. Lei disse “ho imparato la mia lezione, ritorno in città, ci andiamo insieme?”. Hans fece un sì con la testa e camminarono verso valle seguendo la strada principale perché Hans sapeva che all’interno delle montagne Focose c’erano alcune rovine molto pericolose per i novizi.

    Dopo 3 ore di cammino, il sole era già alto nel cielo e la compagnia improbabile avanzarono ancora anche sotto il sole cocente; Hans gli piaceva stare con Haribet perché si sentiva più sicuro con lei e forse anche lei altrettanto.

    Però all’improvviso mentre passeggiavano videro un cinghiale molto arrabbiato e si carico subito ai viaggiatori;

    Hans corse verso il cinghiale con la spada sguainata e Haribet prese l’arco, lo uccisero perché Haribet gli pianto una freccia nell’addome e Hans fece un tondo diritto nel collo per tagliarlo dopo che il cinghiale era gia stanco per la ferita; erano una bella coppia insieme e Hans voleva che il sentiero non finisse mai per stare sempre con lei.

    Dopo un po’ Hans gridò “ LA CI SONO LE PORTE DELLA CITTà, ANDIAMO”, i viaggiatori corsero più che mai, però a meta strada incontrarono un uomo - con veste marrone e incappucciato – che sguainò la spada in direzione di Hans; Hans si fermò di scatto e guardo l’incappucciato con orribile orrore; l’incappucciato fece un fendente nell’aria e Hans sentì una forte ondata di vento.

    L’incappucciato corse verso Hans e i viaggiatori avevano solo una cosa a fare: SCAPPARE.

    La compagnia scappò in direzione est, però appena scapparono abbastanza lontani da non vedere lo strano uomo, ecco che dietro di loro c’è l’incappucciato e corsero verso sud. Nella direzione in cui correvano c’era un dirupo e Haribet disse correndo “Saltiamo”. Hans non aveva altra scelta di saltare, prese tutte le rimanenti forze per il salto; Hans ancora non ci credeva che riuscirono a saltare il crepaccio senza problemi; però l’incappucciato non oso saltare e si fermo malagurando il fossato. I viaggiatori erano dall’altra parte sani e salvi e camminarono verso sud per allontanarsi dall’incappucciato….

    Dopo qualche minuto, incontrarono un muro….erano nel muro est della città!!!
    voilta,guerriero per passione e stratega per amore

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