Cambiamenti, non ho mai creduto troppo ad essi, sono sempre stato convinto che il cambiamento sia già insito nell'assoluto inizio, tutti i cambiamenti che potrà attraversare un soggetto o un oggetto sono già insiti nella natura di tale oggetto o soggetto, sono come compressi, accavallati, l'acqua è già ghiaccio, le ossa sono già polvere.
Noi siamo sempre gli stessi ? i nostri cambiamenti futuri, sono già impressi dentro di noi ? pronti a saltar fuori ? se così non fosse come si potrebbero manifestare ? una pietra non sarà mai acqua! non è insito nella pietra esserlo.
In qualche modo, dunque, fatalmente e inersorabilmente siamo destinati a cambiare secondo le modalità che ci sono state prefissate e cambieremo secondo gli eventi che ci colpiranno, ma il relativismo non si applica nella realtà di tutti i giorni, se io cambio in un modo è mentalmente onanistico ( ) dire : "ah...potevo cambiare in altri diecimila modi differenti, le cose potevano andare in altri diecimila modi differenti" non importa quello che POTEVA succeddere, ma importa quello che è successo.
E quando ci si ritrova cambiati, mostruosamente cambiati e ci si accorge di ciò, è forse giusto tentare di dare la colpa a qualcosa o a qualcuno ?
Non senza malinconia ci si accorge di essere cambiati, con rimpianto ne prendiamo atto, qualche volta pensiamo...e se mi comportassi ancora come facevo quando mi piacevo ? quando ero ciò che mi sentivo di essere ? mentiremo a noi stessi e mentiremo a tutti, facciamo cadere le nostre vestigia, muoriamo quando si deve e risorgiamo dalle nostre ceneri come è giusto che sia, con semplicità, ma non senza versare almeno una piccola, sottile, lacrima.