Sembra che la Moratti possa coglierne l'eredità, leggete qua
Commissario Ue l'offerta di sostituire Tremonti
Ma l'ex rettore della Bocconi non è convinto
Il premier spera in Monti
ma è già pronta la Moratti
C'è anche l'ipotesi di dividere il ministero affidando il Sud ad An
ROMA - Letizia Moratti, dopo Tremonti. L'ex presidente della Rai e attuale ministro dell'Istruzione è favorita nella corsa al ministero dell'Economia. Da giorni, Moratti partecipava a tutte le riunioni che Berlusconi convocava a Palazzo Grazioli sul possibile rimpasto. Riunioni che preparavano già sembra di capire il passaggio di consegne tra un Tremonti sempre più traballante e appunto lei, la Moratti.
Al nome della Moratti, però, il premier Berlusconi arriverebbe in seconda battuta, come scelta di riserva. In testa alla lista dei preferiti resta lui, Mario Monti, che sta per lasciare la poltrona di commissario europeo alla Concorrenza dell'esecutivo Prodi, ormai in scadenza.
Il Cavaliere ha citato Monti mercoledì, alla riunione della "consulta" di Forza Italia. Di fronte allo stato maggiore del partito, il premier lo ha definitivo una sua creatura. Fu proprio Berlusconi, in effetti, a mandare Monti per la prima volta a Bruxelles, come commissario europeo al Mercato interno nell'esecutivo guidato da Jacques Santer. Era il 1995. Monti, già alla guida della Bocconi, rappresenterebbe la massima garanzia di fronte alle autorità comunitarie. Autorità ormai pronte a sventolare il "cartellino giallo" sotto il naso dell'Italia, a causa del suo eccessivo deficit in rapporto alla ricchezza prodotta.
Dov'è il problema, allora? Il problema è che Monti resiste alla proposta di Berlusconi e non sembra intenzionato ad accettarla. Non solo. Autorevoli esponenti della maggioranza hanno instillato il dubbio nella mente del premier. Mario Monti, a loro giudizio, rappresenterebbe un "premio" eccessivo ai centristi del Polo, i più favorevoli alla sua nomina. E ancora: Monti viene giudicato (da alcuni) un amico di Prodi, al fianco del quale ha lavorato nella ultima Commissione europea. In totale sintonia, ha spesso ricordato il capo dell'Ulivo.Se il nome di Monti dovesse tramontare definitivamente, ecco pronta la Moratti, che dunque lascerebbe l'Istruzione per l'Economia.
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Ma in campo c'è anche una terza ipotesi, che prevede lo "spacchettamento" in due del ministero dell'Economia. Una parte delle deleghe a partire da quelle per il Sud finirebbero in un primo ministero, subito consegnato ad un uomo di Alleanza Nazionale. Forse Alemanno (che però ha prenotato un importante incarico nel partito; le sue quotazioni sono in calo). Forse Adolfo Urso (che più probabilmente andrà al Commercio estero, trasformato in un vero e proprio ministero). Forse ad un economista esterno, un tecnico (qualcuno azzarda Draghi). L'altra parte delle deleghe confluirebbero in un secondo ministero. Su questa seconda poltrona, il premier vedrebbe bene Antonio Martino.
Il problema è che Martino dovrebbe lasciare la Difesa proprio mentre l'Italia conduce la durissima campagna irachena. Inoltre spostare Martino, e magari qualche altro ministro, significherebbe avviare un infinito balletto di poltrone. Uno di quei valzer che si sa quando iniziano e non si sa bene quando finiscono. Berlusconi invece assorbito il trauma dell'addio di Tremonti spera ancora in una soluzione rapida.
La riunione dei ministri economici e finanziari dell'Ue, il famoso Ecofin che può decidere l'ammonizione contro l'Italia, resta convocata per lunedì a Bruxelles. Tra poche ore. A meno di rinvii. E' la prima prova del Cavaliere senza più Tremonti al suo fianco.