Marcia negli Abissi
Tarvass osservò il campo di battaglia con occhi pieni di odio: nessuno della gloriosa armata demoniaca era sopravvissuto, a parte qualche miserabile servitore di basso rango. Questo avrebbe indispettito molto il suo Sovrano, se egli fosse stato ancora vivo per indispettirsi: Tarvass aveva visto la sua testa rotolare a terra dopo che si era scontrata con le asce di quei maledetti nani.
A ripensarci, era stata una follia affrontarli in quelle caverne così vicine alla loro città: quei nani avevano combattuto fino all'ultimo dei loro soldati e quando questi erano finiti, anche donne, bambini e anziani avevano impugnato le armi per respingere l'assalto dei demoni.
Così quella che sarebbe dovuta essere una gloriosa campagna di conquista si era trasformata in una devastante sconfitta, peggiorata dal fatto che non solo il capo dell'Orda era stato ucciso in battaglia, ma anche i suoi più validi subordinati avevano fatto la stessa fine, se non peggio.
Ormai i destini dell'Orda dipendevano soltanto da lui e da un gruppo di giovani demoni scampati miracolosamente a quel massacro: Tarvass li aveva lasciati in una caverna , al sicuro, ma doveva ancora decidere cosa farne di loro.
Come demone più anziano, a lui sarebbe toccato il compito di guidare l'Orda: tuttavia, sapeva troppo bene che la sua forza e il suo potere non erano tali da potersi opporre a quei giovani demoni. Loro non erano feriti nel corpo e nello spirito come lui, inoltre egli era sopravvissuto ad una sconfitta, il che era considerato un disonore all'interno dell'Orda.
Tarvass avrebbe dovuto suicidarsi non appena preso coscienza del fatto, oppure avrebbe dovuto tentare un attacco suicida contro le difese dei maledetti nani. Invece era scappato via dalla battaglia, mentre i suoi ormai ex-superiori – e un imprecisato numero di ex-subordinati – venivano fatti a pezzi dalle asce naniche.
Ora restava solo lui dei demoni anziani e doveva decidere il futuro dell'Orda, ma sapeva che non aveva le capacità di un capo né voleva assumersi quella responsabilità: avrebbe preferito manovrare nell'ombra uno di quei giovani e inesperti demoni. Lui era abile più nel sotterfugio che nella battaglia e preferiva tramare piuttosto che ordinare.
Si, decise mentre si avvicinava alla caverna dov'erano nascosti i giovani demoni, avrebbe scelto uno di loro come successore alla guida dell'Orda e ne sarebbe diventato il consigliere – ma i suoi sarebbero stati più che semplici consigli! - senza assumere alcuna carica “ufficiale”.
Solo così avrebbe mantenuto sufficiente potere e sicurezza e avrebbe governato l'Orda come un vero capo.
Poi, una volta reclutate forze nuove sufficienti per dare l'assalto alla superficie, l'Orda avrebbe ripreso la guerra lì dove era stata costretta ad interromperla...