TUTTI VOGLIONO ESSERE SALVATI O RIPESCATI: GIOCARE NON SERVE PIU' A NULLA
MATTI DA LEGARE
Silenzio in sala, rullo di tamburi: Gaucci proclama che il Napoli "scoppiato" di debiti (140 miliardi di lire) deve, e sottolinea "deve", essere iscritto alla serie B (ma se si libera un posto in A o in Champions League, tanto meglio) altrimenti porta tutti in tribunale, ed è pronto ad appellarsi a San Gennaro e all'Onu. E chissenefrega se il Varese è "giustamente" defunto per un dissesto di 6 miliardi (la 23esima parte di quello napoletano) e il Como rischia la stessa fine per 24 miliardi non pagati al fisco. Gaucci a Napoli vuole fare le cose in grande e ottenere l'iscrizione alla B anche se sono scaduti tutti i termini, anche se altre società hanno chiuso i battenti senza fiatare per molto meno e senza usare il "ricatto" dei tribunali, fondamentalmente siamo alle solite: vuole giocare solo perché lui si chiama Gaucci e, di riflesso, ha sempre ragione, oltre al fatto che "Napoli merita ben altro che la B". Mai saputo che i meriti cancellano i debiti. Nemmeno a Varese, a Lecco, a Pavia, a Pisa lo sapevano, così sono stati costretti a rimboccarsi le maniche e ripartire puliti e seri dai dilettanti, "poveracci". «Quando lo guardavo da fuori il calcio sembrava bello, uno sport. Ora ho capito che è solo politica, interessi, business. Di sport nemmeno l'ombra. Gaucci è uno che alza la voce e fa causa a tutti, poi se gli va male se ne torna sempre al suo Perugia». Non lo dice "la Padania" ma la persona più lontana da noi e più vicina a Gaucci: Salvatore Naldi, patron del Napoli Calcio.
Ricapitolando: il Napoli con 140 miliardi sul groppone punta i piedi per esserci, il Varese con 6 miliardi è già andato al creatore. Questo è il nostro calcio, fate un po' voi. E questo è il calcio degli altri. In Francia cancellano Marsiglia e Nizza per molto meno e nessuno fiata, non ci vedono rivolte popolari, interrogazioni parlamentari, appelli del presidente della Repubblica, ricatti e tragedie assortite; gli svizzeri, poi, "chiudono" per debiti il Lugano dalla mattina alla sera: calma piatta, mani - e cervelli - restano al loro posto, si riparte da zero e si torna grandi, sapete perché? Perché a Lugano, Nizza, Marsiglia come a Pisa, Pavia, Lecco e Varese chi sgarra, chi bara, chi calpesta le regole, paga tra il dispiacere e... l'approvazione generale, anche se può capitare di venire rincorsi con un bastone in pieno centro, com'è accaduto a Mario e Claudio Turri, i dirigenti che si sono macchiati dell'"assassinio" sportivo del Varese Calcio. Morale che per noi vale indifferentemente sotto il Sacro Monte o il vulcano: chi non ha i soldi per gestire una società di calcio in perfetto ordine e pulizia contabile-morale, chi non paga in perfetto orario dal capo giardiniere all'ultimo dei magazzinieri, fa il piacere di essere denunciato, perseguitato e cancellato come fanno ovunque all'estero in maniera chirurgica, asettica, scontata in onore di un'elementare questione di equità, giustizia e civiltà nei confronti delle altre squadre, dei cittadini, dell'immagine dei loro paesi e dei loro campionati. Liberarsi di Napoli (o Varese-Pavia-Pisa-Lecco) serve da insegnamento per tutti, sarebbe un vanto e non una vergogna... sempreché che si viva in un sistema d'illegalità e favoritismi dove chi rispetta le regole è costretto a sentirsi un illuso, un fesso, una mosca bianca. Ma noi non ci troviamo affatto in questa situazione, vero? E fortunatamente non esiste la benché minima possibilità che Gaucci riesca a farcela, come non c'è mai riuscito in passato...
PROMOZIONE O SALVEZZA ORMAI SI "COMPRANO" E NON SI CONQUISTANO
Pensate che delusione, avvilimento e vergogna se vivessimo in un paese dove un presidente (Matarrese?) dichiara trionfante e orgoglioso ai tifosi che il Bari "giocherà il prossimo campionato in serie B" pur essendo meritatissimamente retrocesso in C. Dove sarebbe il vanto, l'orgoglio, la vittoria nell'essere salvati o promossi senza esserselo meritato e guadagnato sul campo, vivendo come avvoltoi sulle disgrazie degli altri (garda caso, del Napoli)?
Ma ormai sono fatti tutti con lo stampino, alla Matarrese: vincere o perdere i campionati è l'ultimo dei problemi, non conta e non serve più a nulla. Fare i tappabuchi ed essere ripescati al posto di qualcun altro è più dignitoso o disonorevole, signor Matarrese? Fare gli sciacalli sulla carcassa del Napoli è cosa di cui andar fieri o da accettare quasi di soppiatto e arrossendo? Vedersi regalare a tavolino quello che un avversario sul campo ha dimostrato di meritare più di te, è una "promozione" o una retrocessione, per chi prima che essere un presidente o un giocatore, è un uomo?
LA VIRTUS DEL BASKET PREFERISCE COMPRARE UNA "CADREGA" TRA LE GRANDI INVECE DI VINCERE...
Ma cosa volete farci se persino la Virtus Bologna, grande "signora" dei canestri che ci aveva abituato a vincere o "morire" con orgoglio sul parquet, sta conducendo una ossessionante e invereconda battaglia, puntando i piedi per farsi riammettere di diritto a quella serie A1 che non è riuscita a conquistare sul campo? Che figuraccia e che vergogna, sprecare tempo ed energia per avere una "cadrega" tra le grandi, invece che farlo vincendo i campionati, vecchia e carissima Virtus!
VELTRONI E STORACE SI "SCANNANO" PER CONTROLLARE LA LAZIO: DOV'E' LO SPORT?
Letti questo occhiello e titolo sul Corsera di ieri: «Lazio, con Tulli può arrivare Vialli. È sostenuto da Capitalia e Veltroni...». Traduzione: «Piero Tulli, patron della Lodigiani, terza squadra romana, potrebbe essere il salvatore della Lazio (portando con sé Dossena o Vialli) perché ha la benedizione di Capitalia e Veltroni in una sorta di derby politico con il rivale Claudio Lolito, sponsorizzato dal presidente regionale Francesco Storace e da Alleanza Nazionale».
Sintesi: Veltroni contro Storace e Ds contro An per mettere la loro bandierina sulla Lazio.
Commento: nessuno. Ma se il calcio e lo sport ormai sono questo, con alcune squadre salvate dai partiti e contese dai politici, ed altre lasciate morire perché non fanno "comodo" a nessuno, è meglio finire come Varese, Como, Pisa, Lecco. Conviene rientrare in questo calcio? Meglio "morire" liberi o vivere, e magari vincere, da schiavi?
POVERO COMO, ANCHE TU SEI NELLE MANI SBAGLIATE...
E adesso veniamo al Como e al nostro "amico" nonché ex presidente Preziosi. Leggiamo dal "Giorno": «A mettere in discussione l'iscrizione dei lariani al prossimo campionato (lunedì il giudizio finale della Covisoc) è il debito col fisco: 24 miliardi di lire che la società ha contratto nel periodo in cui era presidente Enrico Preziosi in serie A». Ma i conti non tornano, visto che Preziosi stesso dice a "La Provincia" di "avere lasciato una situazione pulita con un debito di 14 miliardi e un credito di 30". Nel frattempo il 75% della società è stato venduto a un non ben identificato gruppo di imprenditori campani rappresentati dal direttore generale Gino Montella, cugino dell'"aeroplanino" della Roma... Personalissimo e amarissimo giudizio-pronostico, fatto col cuore in gola e una mano sul cuore, poiché conosciamo bene uno dei personaggi in questione, e gli altri - fortunatamente - no: il derby Como-Varese è dietro l'angolo.
10 SOCIETA' DI B A RISCHIO? CI VORREBBERO 10 GAUCCI
Ultimissima notizia apparsa in un minuscolo box solo su "Repubblica" e cioè che «10 società di serie B sono a rischio iscrizione». Considerato che non esistono 10 Gaucci in circolazione, a questo punto una proposta comune che metterebbe d'accordo tutti, la facciamo noi: iscriviamole tutte, e sia finita... Tornando seri: Sambonifacese, Sangiustese e Villacidrese hanno il bilancio che "splende" e sono in pole position per il ripescaggio in serie C, mentre Varese e Como - se ci saranno - si troveranno una o due categoria più in basso. È il brutto, o il bello, del calcio?