La prima impressione è di ritrovarsi davanti a qualcosa di strano. Ciò può
anche non risultare piacevole, ma è la realtà.
Un inquietante losco individuo ti guarda dalla copertina del CD, con non proprio pacifiche intenzioni; dietro leggi strani discorsi sulla debolezza del protagonista e sulle ombre tue uniche alleate, e ti iniziano a salire dei dubbi. Se prima avevi pensato: "Figo, un Doom con implementata la gestione delle ombre. Chissà che armi ci saranno..." adesso ti chiedi: "Io debole? Forse ci saranno armi più potenti per compensare....forse....".
Accendi il PC, inserisci nel lettore il disco, e installi. Due minuti dopo avvii per la prima volta il gioco. Esiti qualche instante a skippare l'intro, nella solita indecisione "Mi servirà per il gioco oppure no?"; pochi momenti ma sufficienti. E iniziano le danze.
La tua camera viene penetrata da un suono metallico di ingranaggi, che si fondono con il ritmo della batteria, con il rumore del vento, con il tuono...e per la prima volta scorgi te stesso, il ladro, che scivola via dal tetto per poi calarsi verso la preda: un ricco vaso decorato. Ed è rock quello che ti rimbalza nelle orecchie mentre le immagini grottesche di un mondo fantasy dove meccanica e magia si fondono ti mostrano la fuga di Garrett per le stradine di un'oscura città invasa dai tuoi nemici: le guardie che vegliano sul sonno di nobili e poveracci. "Stop Thief" ti rimane stampato nella retina mentre si perde con un effetto epilettico nella figura di un mostro mitologico e di un occhio...
Se avevi ancora per la mente i livelli di Doom, orchestrati a suon di esplosioni e fucilate, adesso incominci a capire cosa ti si para davanti. Ti dirigi il più in fretta possibile verso il gioco, vuoi provare, vuoi vedere di cosa si tratta; "New Game", si va bene anche la modalità Normal, Training? No, dai, cosa centra un Training, ecco adesso carica. Dunque questa è la vita, e questa gemma? Aaa, guarda figo, diventa nera se sto nell'ombra. Vabbè la grafica non è eccezionale, un po' spigolosa. Vediamo le armi...bastone, arco, spada...che buffo c'è un tasto per non avere in mano niente....vada per la spada...lì ci sono delle guardie...ora le ammazzo ed entro dentro questo castello che sembra un'interessante area di esplorazione...ei è difficile...cavolo...ma... "Missione Fallita", GAME OVER.
La seconda volta che muori contro le tre guardie all'ingresso del primo livello ti convinci che forse guardare la mappa è utile. "Don't Try a Frontal Assault!" ha appuntato il tuo informatore sul foglio.
Ritornare alle Opzioni per guardare i numerosi tasti diviene così fondamentale, come fondamentale risulta imparare ad usarli TUTTI. La prima persona e la tua fragilità ti costringono a cercare sempre di essere perfettamente consapevole di tutto quello che accade intorno a te, sfruttando al meglio ogni angolino d'ombra, da cui guardare in ogni direzione. Attivare gli EAX e sentire il rimbombo dell'eco negli ambienti delle "basement" del "Bafford's Manor" è divertente, ma ancora di più risulta essere un altro tasselo alla costruzione di un'atmosfera accurata e profonda, ricreata e presente in ogni aspetto del gioco, dai filmati, grotteschi e tetri, al menù di gioco, in perfetto stile con il mondo descritto, passando per il level design e gli obiettivi.
Ma in Thief è presente anche un'altro elemento, ed è il protagonista, Garrett. I suoi commenti sarcastici, il suo stile, la sua personalità sono presenti in ogni attimo di gioco, in particolare nei filmati introduttivi dei livelli, negli obiettivi, e nei commenti vocali ogni tanto presenti nell'azione di gioco.
La totale mancanza di quella frenesia di sangue che caratterizza il genere degli FPS spinge il giocatore medio ad abbandonare il tutto dopo qualche ora, magari anche sentendosi frustrato dopo l'ennesima volta che mette il piede su una lastra di metallo facendo effeto richiamo per ogni guardia nelle vicinanze. La grafica non proprio sfolgorante ed un'AI non proprio all'altezza dei tempi dell'epoca aiutano questo disamoramento. Ma per il giocatore affamato di originalità e di innovazione, per chi è assettato d'atmosfera e di sensazioni nuove, Thief risulta essere una droga ad alto tasso d'assuefazione.
La storia strana e coinvolgente, il carisma assoluto di Garrett, l'ambientazione del mondo e dei livelli e il desiderio di perfezione e di professionalità nel compiere "l'arte del rubare" divengono uno stimolo incredibile a giocare e rigiocare i livelli, cambiano difficoltà, cambiando impostazione di gioco, autodandosi obiettivi aggiuntivi per poter dire: "Io ci sono riuscito".
In Thief si vede una rivoluzione nel concetto di FPS a tal punto che si crea un nuovo genere, lo Stealth. Garrett deve penetrare da solo e quasi disarmato in un'ambiente ostile che VIVE. I nemici non sono posti in attesa del tuo arrivo e di venire massacrati, ma c'è uno scopo. La guardia sorveglia un determinato posto, perchè gli è stato ordinato di farlo nel foglio di carta che tu stesso arrivi a leggere intrufolandoti nel dormitorio. Ovunque nel livello vi sono tracce della vita di chi abita il palazzo o la città.
A coronare il tutto vi è anche una totale differenza costruttiva che caratterizza ogni livello, variando enormemente l'esperienza di gioco. I castelli non sono assolutamente tutti uguali, gli obiettivi sono totalmente differenti, non c'è mai quella ripetitività che caratterizza invece giochi successi che si vogliono porre sulla scia degli Stealth. E anche se la routine dell'AI è datata e non certo molto intelligente, la costruzione del livello e la disposizione delle guardie, nonchè l'AI stessa, impedisce che per eliminare un nemico si adottino misure ripetitive, e anzi sempre è necessario un certo spirito creativo.
E alla fine, il gioco è tale, che se suona l'allarme ciò non è tanto un male perchè si perde la missione, ma è un male enorme perchè è un'insuccesso personale, è la dimostrazione della propria incompetenza. E' un'onta al proprio onore di ladro che pratica la sua "arte del rubare" con professionalità e freddezza.
In conclusione Thief: The Dark Project è un gioco per pochi, per coloro che amano apprezzare l'atmosfera e l'originalità, per tutti quelli che vogliono essere coinvolti emotivamente e non tano essere sbalorditi da effetti grafici e fisici spettacolari. Un'occhio che non guarda solo questi aspetti vedrà in Thief un'esperienza unica e diversa dalle altre, che lo spingerà a riprovarla e riprovarla per assaporarla nei vari momenti, costruendo personalmente mappe e script, affindano la propria arte di ladro. Un occhio interessato solo all'immediatezza, alla cura della grafica e del dettaglio tecnico, vedrà in Thief un titolo mediocre. Ma ogni altro aspetto risulta invece essere approfondito all'eccesso. Dall'invenzione dei "Lean" nei comandi, per sporgersi a guardare stando fermo, dal concetto di stealth, dalla caratterizzazione dei nemici che divengono parte integrante della storia e non solo pedine da eliminare, alla realizzazione di un mondo originale e strano tramite la stessa struttura dei livelli.
Il gioco perfetto? Assolutamente no, tanto ci sarebbe da migliorare da affinare ancora, da risolvere, ma indubbiamente un gioco che ha il merito assoluto di aver divagato su una strada non percorsa per tutto il tempo concessogli dal mercato.
GRAFICA: 7
SUONO: 9
CONTROLLO: 8
ATMOSFERA: 9
CARISMA: 8
INNOVAZIONE: 10
* Il gioco in una frase: "L'Oscurità è la tua unica alleata"
* Il livello tecnicamente migliore: il 3°, "The Horne of Quintus", d'atmosfera e di classe.
* Il livello più divertente: l'8° "Undercover", spassoso entrare nella fortezza Hammerita travestito da Novizio, e saccheggiare la cattedrale alle spalle dei Chierici
* Il livello più difficile: il 1°, per l'unico motivo che è quello che fornisce il dramma del primo impatto
* Il livello più difficile per me: "Thieve's Guild" nella versione Gold, 23 ore di gioco prima di capire che gli arazzi si possono tagliare con la spada e che dietro ad uno di essi si cela la cassaforte...
VOTO FINALE: 9