Storia locale
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Discussione: Storia locale

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  1. #1
    Adelferius
    Ospite

    Storia locale

    vorrei iniziare una discussione storica in cui parlare delle origini del proprio territorio cosi' magari da farlo conoscere meglio agli altri ,vorrei che si parlasse di storia locale ,magari dalle origini fino ai tempi moderni invito quindi tutti gli appassionati di storia (se ce ne sono),inizio io:

    essendo foggiano(della provincia) parlerò dei Dauni (chiamati anche Apuli)
    che qui' vivevano dal neolitico fino a ...adesso!

    La Preistoria
    La provincia di Foggia è abitata fin dai tempi più remoti della preistoria. Le prime tracce di insediamenti umani, rinvenute nel Gargano, risalgono infatti al Paleolitico. Alla stessa epoca è attribuibile Grotta Paglicci, nei pressi di Rignano Garganico; gli archeologi hanno qui rinvenuto, assieme a molti utensili ed oggetti lavorati, pitture parietali che raffigurano cavalli e mani umane, che secondo gli studiosi sono le sole, in Italia, che si possano sicuramente attribuire al Paleolitico.
    Già nel Neolitico, la pianura ed il promontorio del Gargano si rivelano densamente abitati. Nell’arcipelago delle Tremiti è stata documentata l’esistenza di una comunità dedita all’allevamento degli animali. A Coppa Nevigata, nei pressi di Manfredonia, i progenitori del popolo dauno si dedicavano alla raccolta dei molluschi che proliferavano nelle lagune salmastre del litorale.
    Il Tavoliere dovette essere certamente uno dei primi posti d’Europa in cui si sviluppò l’agricoltura, sintomo della nascita di una civiltà stanziale. I villaggi neolitici rinvenuti nella piana sono caratterizzate dall’esistenza di tracce che testimoniano il radicamento di una comunità civile che comincia ad adattarsi al territorio, e ad adattarlo alle sue esigenze.
    Che questa civiltà fiorì rapidamente, è testimoniato dal rinvenimento (al Villaggio di Passo di Corvo, presso Foggia) di ceramiche e di una struttura residenziale che lascia pensare ad un insediamento di notevoli dimensioni, e di evoluta civilizzazione. Nel Gargano, sono state invece ritrovate numerosissime testimonianze del Campignano, periodo caratterizzato da utensili particolari come il tranchet, l’accetta ed il piccone. Di particolare interesse il rinvenimento a Grotta Scaloria, vicino Manfredonia delle tracce di un culto dell’acque.
    Fotografie aeree scattate dai piloti della RAF durante la seconda guerra mondiale hanno documentato l’esistenza di ben 200 villaggi neolitici nella sola piana del Tavoliere.

    Il mito di Diomede
    In questa terra prospera, l’uomo comincia a scrivere faticosamente la propria storia, che presto sconfina nella leggenda, e nel mito.
    La Daunia del primo millennio si estendeva dal fiume Tiferno (l’odierno Biferno) all’Ofanto, allora era ricca di fiumi e di acque. Secondo la leggenda, qui sbarcò esule Diomede che fondò Arpi, Lucera, Aecae, e poi sposò la figlia di Re Dauno, Drionide.
    Nella piana del Candelaro, sono stati ritrovati i reperti archeologici più interessanti ed affascinanti di questo periodo, le stele daune, pietre funerarie custodite presso il Museo Nazionale di Manfredonia, che confermano l’esistenza di un solido rapporto con la civiltà ellenica.
    La presenza di una cultura (che per alcuni studiosi giunse ad essere addirittura un culto) legata all’eroe greco è testimoniata anche dalla toponomastica. Diomedee vengono definite le Isole Tremiti (dove le notti d’estate fanno sentire la loro voce alcuni particolarissimi gabbiani, definiti “diomedee”: secondo la leggenda sarebbero i lamenti dei compagni di Diomede, che piangono il loro amico morto). Con l’appellativo di Campi Diomedei è stata invece definita per molti secoli la parte nord-orientale del Tavoliere.
    Con l’inizio della civiltà classica, troviamo quindi una civiltà ed un’economia fiorente, soprattutto nella pianura.

    La Capitanata romana
    Tra questa e le prime balze del Gargano e dei Monti della Daunia sorgevano almeno sette città. La più importante, a qualche chilometro dall’abitato dell’attuale Foggia, fu Arpi. Varrone parla di un’ottima razza di cavalli che vi veniva allevata. Sembra che la cinta muraria si estendesse per circa nove chilometri. Ad ulteriore conferma dell’importanza economica che la città dovette avere vi è il ritrovamento di numerose monete che venivano coniate in loco, fino all’epoca bizantina.
    Siponto era il porto di Arpi, e sempre sul mare, un po’ più a sud, sorgeva Salapia (vicino all’attuale Zapponeta). La città sarebbe stata abbandonata nel 29 a.C. e ricostruita all’interno per l’abbassamento del litorale mentre all’incrocio tra la via Aurelia e la via Traiana - a conferma di come sullo sviluppo delle città abbiano decisamente influito le vie di comunicazione - c’era Herdonia, il cui parco archeologico rivela ancora oggi una notevole prosperità. D’incerta collocazione è Ceraunilia ( sarebbe l’attuale Cerignola), mentre tra la piana e le colline daune erano attestate Aecae, l’attuale *****, e Luceria. Quest’ultima è tra le città più ricche e fiorenti: risale all’epoca romana lo splendido anfiteatro che ancora oggi ospita pubblici spettacoli. I reperti custoditi nel Museo Civico ci mostrano una bella Venere di ispirazione policletea e monete coniate in loco.
    A nord, invece, sul fiume Fortore c’era Teanum Apulum, nei pressi dell’attuale S.Paolo Civitate. Municipium romano, e passaggio obbligato delle greggi che dall’Abruzzo venivano condotte a svernare nella Piana, era qui che probabilmente venivano consegnate le locazioni, ovvero i pascoli. Lo stesso toponimo Tavoliere è in qualche modo legato alla pratica della transumanza: le terre a pascolo erano infatti accatastate nel Tabulario, l’archivio romano.
    Sulle coste garganiche, si succedevano invece Matinum, l’odierna Mattinata, Vieste, Uria. La romanità conferma, insomma, l’idea di un territorio popoloso ed operoso, e non dedito esclusivamente, come hanno ritenuto alcuni storici, alla pastorizia.
    La diffusione del pascolo non impedì comunque lo sviluppo dell’agricoltura e della zootecnia. Le terre del Tavoliere sarebbero diventate infatti di lì a poco teatro di guerre tanto incerte quanto sanguinose, sia per essere ubicate in una posizione strategica, sia per essere ricche di cibo e di provviste.
    Minacciate dai sanniti, Herdonia e Lucera diventano alleate dei Romani (Lucera ne diventa colonia dal 314 a.C.). A seguito della guerra tra Roma e Taranto e l’alleanza di questa con Pirro, Ascoli Satriano ospitò una delle più terribili battaglie dell’antichità. Nel 278 a.C., il re epirota inflisse ai Romani una pesante sconfitta, dovendo tuttavia accusare perdite tali che lo indussero a ripiegare su Taranto. Quattro anni dopo, il re greco veniva irrimediabilmente sconfitto presso Benevento.
    Ma per i Dauni non ci sarà pace. Per loro sembra innescarsi una costante che li accompagnerà fino ai nostri giorni: la favorevole posizione di questa terra, ne fa, sì, un naturale crocevia di civiltà e di cultura, ma al tempo stesso lo rende un naturale teatro di guerre e di scontri.
    Nel 217 a.C. è la volta di Annibale. Il condottiero cartaginese si accampa presso Bovino. I Dauni restano fedeli a Roma e riescono a respingere le truppe nemiche nelle montagne appenniniche. Ma le necessità di vettovagliamento inducono Annibale a tornare nel Tavoliere, dove il 2 agosto del 216 a.C. infligge ai Romani una gravissima sconfitta.
    Non c’è certezza sull'esito esatto di questa battaglia, che la tradizione colloca a Canne, sull’Ofanto. Secondo importanti ricerche condotte dal dott. Mario Izzo, un medico con la passione di archeologo, la battaglia si sarebbe in realtà svolta nei pressi di Castelluccio Valmaggiore. In ogni caso, Annibale ha spesso trasformato la provincia di Foggia in terra di scontro con i Romani: ad Herdonia, si svolsero due battaglie, e sempre con esito favorevole all’africano.
    Ma con la successiva e definitiva sconfitta dei cartaginesi, la situazione politica si assesta: la Daunia diventa interamente romana e tale resta per tutto il periodo di fulgore dell’Impero.
    La crisi medievale, tra Bizantini, Longobardi e Normanni.
    Con la crisi imperiale, la Puglia, per la sua vicinanza a Bisanzio, diventa uno dei teatri più frequenti della guerra tra le truppe germaniche che intendono sottomettere l’Italia e l’esercito bizantino che invece vuol difendere quel che resta dell’antica supremazia imperiale. Il Tavoliere e l’Appennino Dauno diventano terra di conquista, di razzie. I Goti di Totila radono al suolo la più brillante e fiorente delle colonie romane, Arpi. Le altre città della pianura, Teanum e Herdonia sono del pari travolte. Per tutte inizia un declino che si concluderà con la loro estinzione. Più tardi, ai Goti si sostituiscono i Longobardi, che sul finire del VII secolo, conquistano praticamente l’intero territorio pugliese, alternandosi a più riprese nel dominio sul territorio, con i Bizantini, senza che mai si giunga ad una soluzione definitiva.
    Ma la guerra è guerra, e porta a conseguenze disastrose per i centri dauni; Lucera viene distrutta nel 663, e i superstiti sono costretti a rifugiarsi a Lesina. Anche Aecae conosce la distruzione.
    Il solo baluardo resta il Gargano, con Sipontum e la nuova città di Monte S.Angelo, sorta nel V sec. dopo la prodigiosa apparizione dell’Arcangelo Michele ed il cui Santuario diventerà di lì a breve un punto di riferimento per la cristianità di tutto il mondo. Il primato politico e religioso dell’Arcivescovo di Manfredonia, e la posizione tutto sommato periferica della città di Siponto rispetto agli scenari della guerra, salvano il Gargano e forse contribuiscono anche alla nascita di San Severo, il cui toponimo si riferirebbe ad un governatore locale, convertito proprio dall’Arcivescovo di Siponto. Il Santuario verrà eretto monumento nazionale dai Longobardi, evidentemente profondamente suggestionate dalle assonanze tra l'Arcangelo e le divinità nordiche.
    Per raggiungerlo, i Longobardi costruiranno o miglioreranno le strade esistenti, dando vita alla “Via Sacra Longobardorum”, lungo la quale nacque Rignano Garganico.
    L’altomedioevo descrive insomma una situazione incerta, in cui dominazioni e dominatori si succedono senza che sia mai possibile trovare un equilibrio duraturo.
    Ad assicurare delle prospettive di sviluppo civile, ci pensa tuttavia il potere religioso. Durante l’XI ed il XII secolo, gli ordini monastici colonizzano ampie zone del territorio. Abbazie e conventi sorgono un po’ dappertutto. Essi erano già saldamente presenti a San Marco in Lamis, con il Convento benedettino di S.Matteo fondato nel 589 e con S.Maria di Calena, a Peschici, fondato da Ludovico II nell’872.
    Tra le badie più potenti, quella di Pulsano, nei pressi di Monte S.Angelo, e quella delle Tremiti, che data la sua particolare posizione riuscì anche ad assicurare la costante difesa dell’arcipelago. Nuovi insediamenti civili sorsero proprio grazie all’opera di colonizzazione religiosa: è il caso di Casale Trinità, l’attuale Trinitapoli, affidato alle cure della Badia di Trinità della Cava, sorto nel 1106.
    Simbolo dell’importanza della penetrazione della chiesa, è forse *****, città guelfa per eccellenza. Nel 1093 viene avviata la costruzione del Duomo, ritenuto da molti studiosi come il più bell’esempio di monumento romanico pugliese, che sarà condotto a termine nel XIII secolo, proprio quando gli abitanti di ***** ingaggeranno con Federico II un braccio di ferro, che si concluderà con la distruzione delle mura, e la perdita del primato che ***** aveva avuto fino ad allora sul resto della provincia.
    Intanto, attorno all’anno Mille, inizia un movimento di ritorno verso le città abbandonate.
    All’inizio del secondo millennio, Lucera e ***** vengono rifondate, mentre l’inarrestabile declino di Arpi porta alla nascita, non molto lontano dal sito della vecchia città romana, di Foggia.
    E mentre le città si ripopolano, nel conflitto tra Bizantini e Longobardi comincia a profilarsi una svolta. Nel 1009 Bari si ribella ai bizantini, ma la rivolta viene presto sedata e il suo capo, Melo, è costretto a fuggire e a trovare riparo nel Gargano. Qui, il condottiero barese si incontra con un gruppo di Normanni, venuti in pellegrinaggio a Monte S.Angelo per onorare l’Arcangelo Michele.
    Nasce così, all’ombra dell’Arcangelo, un’intesa strategica che avrebbe favorito la calata normanna in Puglia e nella Capitanata. Appoggiato da Papa Benedetto VIII, Melo si ribella nuovamente ai Bizantini che sconfigge a Civita, presso l’attuale S.Paolo Civitate.
    Ma i Bizantini reagiscono e presto riescono a riprendere il sopravvento. Perché la rivolta di Melo abbia definitivamente successo è necessario che i Normanni scendano direttamente in guerra contro i Bizantini. Melo muore dopo aver ottenuto dall’imperatore tedesco Enrico II la promessa di un'alleanza contro i Bizantini. Ed effettivamente Enrico II scende in Puglia, ma, fermato dal lungo ed improduttivo assedio, è costretto a rinviare i progetti di invasione.
    I Normanni, stanziati in Irpinia, iniziano così un’opera di penetrazione non solo militare, ma anche politica. Convincono molte città, a divenire loro alleate, concedendo ad esse una certa autonomia ed indipendenza e le città accettano volentieri, attratte dalla speranza della pace.
    Ai Normanni si oppose Papa Leone IX che però venne duramente sconfitto e catturato a Civitate. Sembra che sia stato proprio l’umano trattamento riservato dai Normanni al pontefice prigioniero ad ammorbidire i rapporti tra questi ed il Papato e a spianare la strada verso la loro totale affermazione. Il Papa li dichiara “vassalli” della Chiesa.
    Roberto il Guiscardo viene proclamato da Papa Nicolò II “duca della Puglia”.
    Ma la speranza della pace si rivelò ben presto effimera. L’intera regione, forte anche dell’appoggio del Papa e dell’imperatore tedesco Lotario II, si ribellò a Ruggero II che fu costretto a riconquistarla con le armi.
    A pagare un duro prezzo per questa instabilità politica fu soprattutto l’Appennino Dauno, puntualmente devastato. Nel 1137 l’antica e fiorente città di Montecorvino venne saccheggiata e distrutta e i suoi abitanti in fuga dettero vita a Pietra Montecorvino e Motta Montecorvino.
    La Capitanata assiste poi alle complesse vicende dinastiche dei Normanni, che si concludono con il matrimonio tra Enrico VI di Svevia e Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II, matrimonio dal quale nasce Federico Ruggero, che più tardi sarebbe diventato l’imperatore Federico II. È l’avvento degli Svevi, che coincide per la provincia di Foggia con uno dei periodi di maggiore interesse fulgore storico.Infatti Federico II elegge Foggia a sua sede imperiale e vi fà
    costruire un palazzo ,l'imperatore soggiorna anche in altri centri dauni , nel castello di Cerignola si reca a Lucera ...
    continua...

  2. #2
    Adelferius
    Ospite
    là dove trovate ***** è la città di Troja !

  3. #3
    vuole solo la juveh!1!1!! L'avatar di Vulcan Raven
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    03-03
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    beh, della mia isola si potrebbe parlare per ore, per giorni.
    e non hop il tempo di scrivere così tanto. cercherò qualche link utile

  4. #4
    Adelferius
    Ospite
    m
    Ultima modifica di Adelferius; 17-05-2008 alle 17:41:22

  5. #5
    Adelferius
    Ospite
    Citazione Vulcan Raven
    beh, della mia isola si potrebbe parlare per ore, per giorni.
    e non hop il tempo di scrivere così tanto. cercherò qualche link utile
    fai copia-incolla.

  6. #6
    Nella mia zona è attivo un centro sulla storia locale, purtroppo non hanno materiale su internet, solo un sito di presentazione.
    http://www.comune.prato.it/cdse/

  7. #7
    Adelferius
    Ospite
    Ah, vorrei dedicare questo 3ad anche alla archeologia ,chiunque sia interessato può parlare di ritrovamenti archeologici nel suo paese e/o postare foto!

  8. #8
    boh L'avatar di Jack89
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    Bolzano (Alto Adige)
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    La mia città (Bolzano) in epoca preistoria non fu abitale, per via della conca piena di paludi e malattie. I pochi abitanti vivevano nelle montagne intorno alla conca. Nel 15 a.C. Druso con al seguito una legione romana arriva in Alto Adige e sosta nei pressi della conca bolzanina. Dopo aver bonificato la conca vi fondò un importante caserma. Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente la regione fun invasa più volte dai Goti, Franchi, Longobardi e Baiuvari. In epoca medioevale il vescovo di Trento riceve dall'Imperatore Corrado il feudo di Bolzano, allora chiamata Bauzanum. La città diventa una fondamentale via di mercato tra l'Italia e l'Europa. Intorno alla fine del 1200 la città venne conquistata da un principe austriaco. Con Mainardo II la città conobbe un epoca di grande sviluppo e importanza. Verso la fine del 1300 muore Margherita, ultima dei Tirolo, e la città passa in mano ai nobili di Innsbruck. La città rimane in mani austriache fino all'epoca garibaldina, quando ci furono delle pesanti sommosse popolari da parte dei cittadini italiani. Le rivolte furono duramente represse. In occasione del primo conflitto mondiale l'Alto Adige passò all'Italia. In epoca fascista furono scacciati gli abitanti di lingua tedesca. Nel 1940 la città venne occupata (pacificamente) dalle truppe tedesche. Nel marzo del 1945 i tedeschi fuggirono dall'Alto Adige diretti in Germania. Nel dopoguerra ci furono in Alto Adige gli anni oscuri, del terrorismo insurrezionalista austriaco. I numerosi attentati cessarono definitivamente verso la fine degli anni Ottanta.


  9. #9
    Utente L'avatar di Sababa
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    10-02
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    Imola
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    Citazione Adelferius
    fai copia-incolla.
    Queste informazioni le hai trovate in qualche sito particolare speicalizzato maagri in sotria italiana oppure le hai trovate con google?


  10. #10
    Comunque il nome del mio paese, Vaiano, deriva da Vaio, che probabilmente era un veterano dell'esercito romano a cui era stata assegnata la zona al termine del servizio militare.
    Nella mia zona si ritrovano reperti etruschi e longobardi, ma non ho molte informazioni su questo.
    A scuola, alle medie, la mia classe ha lavorato molto sulla storia locale del novecento: il mio paese è stato anche una repubblica socialista per circa tre giorni.

  11. #11
    Adelferius
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    Ultima modifica di Adelferius; 17-05-2008 alle 17:41:47

  12. #12
    Adelferius
    Ospite
    Citazione Sababa
    Queste informazioni le hai trovate in qualche sito particolare speicalizzato maagri in sotria italiana oppure le hai trovate con google?
    con google

  13. #13
    Adelferius
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    Ultima modifica di Adelferius; 17-05-2008 alle 17:42:05

  14. #14
    Adelferius
    Ospite
    Jack 89 cos'è il terrorismo insurrezionalista austriaco?

  15. #15
    Neo-Atlantideo L'avatar di Marcus85
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    Io vengo da un paese in prov. di Varese, Besnate, nel parco del Ticino. I primi resti archeologici rislagono a più di 5.000 anni fa. Tra il 3.500 ed il 2.800 a.C. vi sorse un importante centro preistorico su palafitte, piuttosto avanzato per l'epoca: telai, colture agricole diversificate, sviluppate attività tessili, industrie litiche. Il villaggio si trova in località Lagozza ( scoperto a fine '800 il sito ha dato il nome alla "cultura di Lagozza", una cultura neolitica tra le più importanti dell'italia preistorica, la cui area di influenza sembra possa essersi estesa sino alla Toscana settentrionale a Sud ed alla Slovenia ad Est, tra l'altro l'intero sito archeologico, esteso per diversi ettari è su di un terreno per i 3/4 di proprietà di mia madre, per quanto essendo vincolato ai beni culturali non sia possibile condurvi alcuna attività). Lo stato di conservazione dei reperti (ora ai musei P. Giovio di Como, musei civici di Varese e musei del castello sforzesco a Milano, oltre a qualche manufatto al museo L. Pigorini a Roma)è ottimo, dal momento che l'intero sito fu ricoperto di resti organici vegetali dopo l'abbandono, che originando uno spesso strato di torba impedirono la decomposizione dei resti, ragione per cui sono stati trovati manufatti in legno, osso ed il più antico lembo di tessuto rinvenuto sul territorio italiano. Per quanto riguarda le tombe si sa che effettuavano la cremazione e le urne erano poi sepolte in strutture a tumulo. Di queste ne sono state trovate diverse in località Golasecca (necropoli del Monsorino) e a Besnate (tumuli). Nessuna delle strutture a tumulo di Besnate è mai stata indagata. Si trovano quasi tutte nei boschi, in luoghi di difficile accesso, ma le dimensioni appaiono rilevanti (il più vasto, in località Monte dei Pini, ha un diametro di quasi 80 metri ed un altezza di m 13, con alcune pietre incise (pittogrammi con animali e coppelle) di coronamento. Dopo l'età preistorica non si hanno altre testimonianze, il sito di Lagozza è abbandonato improvvisamente e definitivamente nel 2.400 a.C.
    Per quanto riguarda l'età romana l'esitenza di un abitato è testimoniata da documenti medioevali e dalla toponomastica dei luoghi. In un documento del 980 circa (dovrei controllare la data, ma sono abbastanza sicuro), viene concesso in feudo a Ottone Visconti, signore di Milano la città di "Forum Bisnatum" e l'agro circostante. Forum Bisnatum sembra sia stato il nome dell'abitato romano ( dal latino BIS NATUM, che significa nato due volte). Resti di epoca romana sono scarsissimi. Nel 1997 furono scoperte al confine con Cavaria delle fondamenta di torri e cinta muraria, anche se non è chiara nè la datazione nè se si tratti di mura urbiche o piuttosto dei resti di un accampamento semi-permanente di età romana). Sono poi noti i resti di un tempio di Mercurio, ora scomparso e di un edificio per spettacoli, verosimilmente un teatro, noto solo attraverso un epigrafe frammentaria ora al museo archeolgico di arsago seprio che menziona un theatrum. I resti di un tempio romano sono stati individuati durante la ristrutturazione della Chiesa di S. Martino, in centro storico, mentre nel palazzo che attualemente è sede della filiale BPM si conservano tre arcate in pietra di un quelche edificio pubblico, forse facente parte dell'area del foro. Il grosso dei reperti è ora ad Arsago Seprio, dove è stata trovata una vasta necropoli che ha prodotto monete, vasellame e sarcofagi in pietra locale, oltre a diverse epigrafi funerarie ( famiglie dei Naevi e dei Cornelii, l'epigrafe monumentale della gens Cornelia, ora a Milano, doveva fare parte di un vasto mausoleo (la sola epigrafe è una lastra alta più di due metri e lunga quasi quattro). Gran parte dell'abitato antico è ora nel territorio del comune di Arsago Seprio (ma la divisione tra i comuni di Besnate e Arsago Seprio è recente, dal momento che facevano parte di un più vasto comprensorio). A ciò si aggiungono i rinvenimenti occasionali (durante scavi edilizi), purtroppo quasi sempre trafugati e nuovamente sepolti per evitare intralci ai lavori. Ad Arsago Seprio (che un tempo faceva comune con Besnate) si trovano poi resti altomedioevali, tra cui tombe longobarde ed una torre tardoantica (V secolo) ben conservata in alzato. Dello stesso comprensorio archeologico fa parte la fortezza tardo-romana e poi longobarda di Castel Seprio, con un ciclo di affreschi nella chiesa di S. Maria foris portas risalenti al V o VI secolo d.C. Sempre a Castel Seprio si trova l'abbazia di Torba, con una torre della cinta muraria romana di Castelseprio risalente al III secolo ( nell'abbazia hanno girato diverse scene di film dell'orrore e anche la pubblicità della minute maid di qualche anno fa, quella con il vampiro...in effetti è piuttosto spettrale come luogo
    foto: http://www.fondoambiente.it/luoghi/Torba/ ). Nel IX secolo viene costruita l'abbazia di S. Vittore sui resti di un edificio di culto tardo-romano. L'abbazia è uno dei capolavori del romanico italiano, monumento nazionale, con vasto reimpiego di materiale romano ( le colonne della navata sono colonne corinzie antiche di spoglio). Oltre alla basilica ed alla canonica si conserva il battistero dell'XI secolo,a pianta ottagonale, anch'esso interamente in pietra grigia
    Foto: http://members.cox.net/a.moretti1/ma...ago/index.html
    Nel medioevo a Besnate viene poi costruito un castello della famiglia Visconti, duchi di Milano, a pianta quadrata con una estesa cinta muraria. Oggi il castello sta venendo restaurato, dopo essere stato trasformato negli anni '50 in appartamenti. Purtroppo del castello resta poco di visibile, tra cui due torri in pietra e la chiesa del castello, del XIII secolo. Molto meglio conservati sono i castelli di Jerago (XII secolo), a 2 Km e Somma Lombrado (a 4 Km), dove si trova il castello dei Visconti di San Vito.

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