Cercando di creare un videogioco, grazie ad uno dei potenti editor che si possono trovare nella rete delle reti, mi sono trovato a riflettere sull'intelligenza artificiale nei videogiochi.
Sappiamo benissimo che è quasi impossibile (se non totalmente) battere un computer potente e dotato di software adeguato ad una partita a scacchi. La mole di calcoli e l'enorme memoria rispetto le mosse usate del calcolatore sono un vantaggio troppo grande rispetto alla "normale" intelligenza di un essere umano. Non si può però affermare che quel calcolatore sia "intelligente": provate a fargli fare una qualsaisi altra domanda e questo vi "risponderà" con un messaggio di errore.
Quando rifletto su giochi come PES3 o Soul Calibur non posso fare a meno di pensare che i nemici virtuali che incontriamo si muovono grazie ad algoritmi che possono essere più o meno efficaci ma che non hanno possibilità di miglioramento, di "apprendimento". Un veterano delle 2 serie può abilmente battere gli avversari virtuali anche con i giochi settati al massimo della difficoltà. La squadra avversaria o il guerriero non miglioreranno mai anche se batutti 1000 e 1000 volte.
Ragionando per assurdo, invece, non credo che un'intelligenza artificiale "assoluta", "totale" sia un beneficio in un videogioco. Un nemico senziente non vorrebbe essere certo essere ucciso dal primo Snake di passaggio e preferirebbe di sicuro "decidere" di andare a fare shopping o un bel bagno al mare... Ci troveremmo in una situazione molto simile a quella del film "Nirvana" in cui il protagonista di un videogame, presa coscenza di se, si rifiuta di eseguire i comandi del giocatore e piuttosto che rimanere per sempre intrappolato nel mondo virtuale creatogli intorno, decide di farsi cancellare.
Ritengo che la soluzione al problema dell'intelligenza artificiale sia da dividersi in 3 punti principali di risoluzione:
- Ci sono delle tipologie di videogiochi che non basano sulla potenza del sistema della A.I. la loro forza. Ad esempio in Final Fantasy VII o in Metal Gear non è l'A.I. la parte principale del gioco ma piuttosto la storia. Sono "film" interattivi e tutto cammina su binari pre-impostati dal programmatore che è anche regista;
- Altri videogiochi basano la loro bellezza sull'accuratezza dell'A.I.: cosa sarebbe PES3 o Soul Calibur se in singolo i personaggi fossero così "stupidi" da essere battuti con estrema facilità? E' questo il motivo che ha traghettato giochi come Quake o Unreal nel loro mondo Tournamet, ovvero nel web. Non c'è tanto divertimento nell'"uccidere"(sempre virtualmente) il proprio avversario quando questo è finto. Quando poi si sono memorizzati gli schemi con cui questi si muovono la carneficina è assicurata e anche qui il videogioo si trasforma in un film (leggete il bellissimo articolo di Matteo Bittanti) in cui il protagonista è un dio sceso in terra in grado di distruggere tutto. Ci sono giochi che secondo me non hanno bisogno dello sviluppo A.I. ma di un traghettamento nel mondo online dove questa verrà fornita dagli altri utenti umani. Ad essi va solo fornito lo strumento con cui muoversi: un videogioco in grado di far eseguire infinite azioni al personaggio con un apposito sistema di comandi.
- C'è poi un altro ultimo caso secondo me. Il caso delle simulazioni. Ci sono videogame che non necessitano la presenza di altri esseri totalmente intelligenti: sarebbe odioso un GTA (simulazione di criminale)online in quanto rappresenterebbe solamente una strage insensata continua o persone che cercano di rubarsi il portafogli l'uno con l'altro. Sarebbe altrettanto fastidioso giocare ad un SimCity in cui gli utenti umani insediati in una casa si rifiutino di andarsene dalla casa che si vuole demolire: sarebbe reale ma per niente divertente.
Vi ringrazio moltissimo per aver letto il mio post e vi invito a dirmi quello che pensate sulla questione dell'A.I. Un saluto a tutti.