Fosse il calcio, il ct Ballerini sarebbe già stato messo sulla graticola dall'opinione pubblica di mezzo paese, sarebbero piovute interrogazioni parlamentari, si sarebbero scritti articoli di fuoco. Ma per fortuna è il ciclismo e il composto clamore per alcune mancate convocazioni per il mondiale di Verona 2004 è già fin troppo per questo ambiente. Innanzitutto perché il ct è una figura rispettata, specialmente se vincente, come Ballerini ha dimostrato fin qui di essere, poi perché le scelte non sono mai fulmini a ciel sereno, ma ampiamente annunciate, anche se non ufficialmente. Infine perché, almeno per quanto riguarda questo sport, non siamo un paese di ct e l'onere di certe scelte lo lasciamo volentieri a chi ha i titoli per decidere.
Data per scontata l'esclusione di Luca, che il ct ha già dimostrato in passato di non amare particolarmente e archiviata la vicenda Rebellin, pronta comunque a scoppiare in caso di vittoria del veneto, le polemiche riguardano oggi la mancata convocazione di Gilberto Simoni. A prendere le difese del vincitore si è scomodato Francesco Moser, peraltro testimonial del Mondiale italiano, che ha avuto parole dure per Ballerini. "Assurdo lasciare a casa Gibo. Avrebbe avuto lo stesso ruolo di Garzelli" ha dichiarato l'ex campione, come a sottolineare la miglior condizione del suo pupillo rispetto ma quella del varesino. Ha poi aggiunto "Se Gilberto avesse saputo, avrebbe fatto come Rebellin". Che non diventi una moda...
Il commissario tecnico non replica e va avanti per la sua strada, sapendo che il segreto per ottenere buoni risultati ai Mondiali è avere poche punte e tanti ottimi gregari, spesso leader nelle proprie squadre, ma pronti a sfiancarsi pur di portare alla vittoria il capitano, il cui nome, eventualmente, sarà l'unico a rimanere nella storia. Trovarne una decina così non deve essere facile. E' normale, quindi, che Ballerini preferisca attingere a quel ricco e qualificato bacino di corridori a lui fedelissimi e, soprattutto, tatticamente esperti e disciplinati...