Come fece il vecchio KaJu, la propongo anch'io con un inizio però con più senso.
Il gioco è semplice... come nel gioco infinito si posta una parola e da quella si prosegue...
Qui si posta una storia e da quello si prosegue creando così un racconto unico e con moltecipli stili differenti.
Affinchè il gioco prosegui il meglio possibile raccomando:
- non scrivere formule che annullino tutto il racconto precedente
- pochi flashback
- soprattutto leggete le puntate precedenti
- non postate troppe battute volgari
- se potete metteteci un titoletto al capitolo.
- non ci sono limiti alla fantasia ad eccezione delle regole di Agorà... quindi niente demenziale!!!!! (cioè potete scrivere serio, fantascientifico, fantastico, realistico... dipenderà da voi)
- quotate il capitolo precedente a cui vi riferite... altrimenti si verifica il caos... (nel caso ci si sia dimenticato il quote, si prende in considerazione il primo che ha postato)
- prenotatevi il capitolo... se volete scriverne uno (la prenotazione durerà al max un'ora)
- buon divertimento
PS: Prima che qualcuno protesti... si... questo è un thread d'agorà com'è vero che i racconti seri sono sempre stati presenti in Agorà dalla sua fondazione... e così tolgo ogni discussione. (ignorerò chi posta commenti come "non è un thread d'Agorà" perchè sono utenti stupidi e ignoranti sulla reale funzione di questo forum)
SCRIVETE IN ROSSO IL RACCONTO ORIGINALE!!!!!
La storia infinita: Seconda Genesi (corretta da Dexter89 e sistemata da Melchior)
CAPITOLO 1: L'INIZIO DI TUTTO
Era finalmente giunto il giorno del triste addio a quella casa che lo aveva ospitato fin dall’addio ai genitori, rimasti a vegliare nella sua città natale sulla sorella minore.
Lasciò l’appartamento senza nessuna aspettativa su dove andare, aveva ricevuto lo sfratto poiché quell’edificio sarebbe stato demolito da lì a pochi giorni per farci un grande centro commerciale.
Diede un ultimo sguardo a quella casa vuota e desolata, con nulla che ricordasse la sua venuta, i mobili e le varie suppellettili erano state vendute per accumulare qualche soldo; se avesse avuto abbastanza tempo avrebbe sicuramente cercato un’altra casa e avrebbe mantenuto tutta la mobilia.
Comunque ora aveva un bel gruzzolo, forse trovare una nuova casa, nonostante la crisi edilizia iniziata poco tempo fa, non sarebbe stato tanto difficile.
Prese lo zainetto che conteneva il computer portatile che si portava sempre appresso e scese le ripide scale che dividevano l’ex-appartamento, al primo piano, dall’entrata del condominio.
Invece di uscire e proseguì verso il garage dove aveva sistemato la vecchia bici... sarà sciocco ma le aveva anche trovato un nome: Felter.
Salì sulla bici e cominciò a pedalare lentamente verso l’uscita, l’aria gli lambì il viso e la luce lo colpì con tutta la sua forza; rimase abbagliato per qualche secondo.
Sorrise al mondo e urlò ad esso e a se stesso la parola più scoerente e politicamente erronea nell’era in cui si trovava: “LIBERTA’!!!”
Cominciò a pedalare con tutta la forza che aveva e abbandonò tutto quello che aveva perso per vari motivi: amici, soldi, amori, sentimenti, leggi... da quel giorno la vita di Verhoeven non sarebbe più stata la stessa.