Non ce l"ha fatta Davide Rebellin: alla fine la burocrazia ha avuto la meglio sul campione veneto, che vede così sfumare il sogno di poter correre il Mondiale di Verona, nonostante la mancata convocazione del ct Ballerini, o meglio, il forte sospetto di venire messo da parte ancora una volta, dopo Hamilton e Atene. Dopo aver ricevuto la benedizione di grandi personaggi dello sport come il suo "connazionale" Maradona e Mark Girardelli, costretto negli Ottanta ad una simile decisione, oltre alla solidarietà di tante illustri personalità del ciclismo di casa nostra, per il veronese arriva la notizia più temuta.
Tutti i viaggi in Argentina delle ultime settimane, intrapresi per velocizzare i tempi, non sono stati sufficienti per ottenere quel passaporto argentino che Rebellin avrebbe dovuto consegnare oggi alle 12.30 all"atto dell"iscrizione. Arriverà forse lunedì mattina, ma sarà troppo tardi, visto che all"Uci non basta il fax con il "sì" all"emissione del documento. E dire che fin qui era andato tutto liscio: il via libera dell"Uci all"operazione, l"ok di Buenos Aires alla richiesta della cittadinanza, il benestare della Federazione monegasca, presso cui Rebellin è tesserato, affinché la nazionalità sulla sua tessera venisse cambiata da "Ita" a "Arg". E" mancata la cosa più importante, il documento in tempo utile.
Rebellin pare averla presa con filosofia, i suoi tifosi un po" meno, per Ballerini, tutto sommato, un grosso sospiro di sollievo: una vittoria del veneto, infatti, non l'avrebbe certo spinto al suicidio per annegamento nell'Adige, come suggeritogli da Moser, ma sicuramente avrebbe fortemente ridimensionato la sua posizione di ct...