Fr4nk
Bene, mi spiegherò meglio.
Videogiocatore accanito, da molti anni, passo spesso qualche ora dietro un monitor, una tastiera e con un mouse fra pollice e mignolo, ciò circa da dodici anni (senza esagerare) ed è un buon numero dato che di anni ne ho diciotto.
Ne son passate delle belle, in questi anni, i soliti moralisti che senza troppa esitazione (e senza molto senso) hanno iniziato ad accalcare al mondo del videogioco la violenza che tartassa il nostro amato pianeta.
Senza stare a dilungarmi nell'analisi della stupidità di chi attribuiva (-va?) a Doom, Quake, Resident Evil, Silent Hill, Max Payne, Mafia, Grand Theft Auto.. la causa di tutti i mali del mondo, un bel giorno esce The Sims, correva l'anno 2000 (credo).
Questo giochino, inizialmente in stile Ultima (gh), conquista soprattutto il panorama d'oltreoceano diventando senza compromessi il -gioco più venduto del XXI secolo-.
Ciò che mi preoccupa è che il successore si appresta a dare risultati ancora più evidenti.
Odio il termine "simulatore di vita", mi infastidisce terribilmente anche solo ascoltare di una persona che si diverte a conquistare un partner fatto di pixel. Bene: mi si potrà dire che l'uso moderato di qualsiasi videogioco e in generale l'uso controllato di qualsiasi cosa è tanto utile quanto interessante, ma non è su questi casi che voglio mettere l'accento. Il problema è che un "simulatore di vita" mi proietta in un immagine di un futuro nel quale l'uomo è infinitamente statico, nomade, la cui vita è senza senso alcuno. Un uomo che, seduto sulla sua poltrona mobile controlla la sua casa mediante un monitor, che lavora da casa collegato ad Internet e che fa sesso virtuale. La tragedia di questi pensieri è che sono tutti assolutamente concreti e concretizzabili, l'alienazione dagli altri è un dramma. Che non mi venga adesso detto che voglia attribuire a The Sims 2 una qualsiasi colpa riguardo al fenomeno di alienazione a cui noi e le generazioni future andiamo in contro, ciò che voglio provare a fare è provare a fermare un attimo tutto e pensarci su.