Elezioni U.s.a.
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Discussione: Elezioni U.s.a.

Cambio titolo
  1. #1
    Paladino del Nord
    Ospite

    Elezioni U.S.A.

    In molti casi si parla di elezioni americane (che avranno luogo il 2 novembre) senza sapere bene come si svolgono.



    Pertanto mi è sembrato utile dare qualche nozione base per comprendere meglio gli avvenimenti politici d’oltreoceano.



    Come viene stabilita la data delle elezioni?

    Essa è fissata dalla legge federale per il martedì successivo al primo lunedì di novembre del quarto anno dopo l’ultima elezione di un Presidente. Quest’anno, 2004, il giorno delle elezioni (Election Day) cade il 2 novembre.

    Il presidente è effettivamente eletto quel giorno?

    A rigor di termini, no. Quel giorno vengono scelti gli Elettori presidenziali, che costituiscono il Collegio degli Elettori. Tuttavia, salvo che in casi rari, è facile tradurre i voti popolari della nazione in voti del Collegio degli Elettori. Perciò quasi sempre il nome del nuovo Presidente viene reso noto la sera delle elezioni.

    Cos'è un Collegio Elettorale degli Stati Uniti d'America?

    Gli Americani scelgono il presidente ed il vice presidente con un metodo dell'elezione popolare indiretta. Il 2 novembre 2004, gli elettori votano per un candidato presidenziale. Tuttavia, i voti realmente sono assegnati ad un gruppo di Elettori che si impegnano a votare per un candidato specifico quando il Collegio Elettorale viene convocato in dicembre. "Collegio Elettorale" è il termine coniato nel 1800 da un gruppo di cittadini che erano impegnati nella campagna elettorale per una tornata di elezioni presidenziali.

    Quando i cittadini si recano alle urne il giorno delle elezioni, quindi, votano non soltanto per il Presidente, ma anche per un certo numero di Elettori presidenziali, che si riuniranno in seguito per eleggere il Presidente e il Vice Presidente. In alcuni Stati, i nomi di questi Elettori vengono elencati sulle schede insieme a quelli dei candidati ufficiali alla Presidenza e alla Vice Presidenza, anche se, in genere, le schede riportano soltanto i nomi di questi ultimi due. Questi Elettori, nominati dai partiti in tutti gli Stati in numero pari ai seggi parlamentari a disposizione di ciascuno Stato, costituiscono il collegio degli Elettori. Essi votano Stato per Stato.

    Il candidato che vince in uno Stato prende tutti i voti degli Elettori dello Stato, secondo un criterio squisitamente maggioritario (winner take all). Le eccezioni sono lo stato del Maine ed il Nebraska, in cui è usato il metodo proporzionale per l'assegnazione dei voti).

    Alla fine, il vincitore è il candidato che riceve una maggioranza (270) dei 538 voti elettorali. I risultati dell'elezione 2004 non saranno ufficiali fino a che il presidente del senato non proclama i voti durante una sessione unita speciale del Congresso degli Stati Uniti che si terrà il 6 gennaio 2005.

    Sarà conseguentemente assai più utile, per i candidati, cercare di vincere negli Stati più popolosi (e qui concentrare la maggior parte dei loro sforzi) piuttosto che aggiudicarsi i pochi voti elettorali che altri territori possono assegnare. La seconda conseguenza di tale sistema è che, teoricamente ma anche in pratica, si possono ottenere più voti popolari ed essere ugualmente sconfitti. Indispensabile un esempio: supponiamo che un primo candidato si aggiudichi la maggioranza dei voti popolari in California (tradotti in 55 delegati) per mille voti popolari in più. Egli avrà a propria disposizione tutti i voti elettorali di quell'enorme Stato. Se il suo avversario, sempre per esempio, si aggiudicasse per diecimila voti popolari in più lo Stato del Nord Dakota (che ha solo tre delegati) nel computo complessivo, il secondo candidato avrebbe novemila voti popolari in più ma solo tre delegati contro i 47 dell'altro.

    E’ mai successo che un candidato abbia ottenuto più voti popolari dell’avversario e malgrado ciò non abbia conquistato la Presidenza?

    Sì.

    Nel 1824, Andrew Jackson ottenne 47 mila suffragi popolari più di John Quincy Adams, ma non abbastanza voti del Collegio per conquistare la Casa Bianca.

    Nel 1876, il democratico Samuel Tilden ottenne circa 250 mila voti popolari più del repubblicano Rutherford Hayes, ma per una contestazione ebbe 22 voti del Collegio degli Elettori meno di lui. Hayes divenne Presidente col margine di un solo voto del Collegio.

    Nel 1888, il democratico Grover Cleveland ottenne oltre 90 mila suffragi popolari in più del repubblicano Benjamin Harrison, che però ottenne la maggioranza dei voti degli Elettori.

    Vi sono stati anche altri Presidenti eletti pur senza avere conquistato la maggioranza dei voti popolari: questo perché i candidati in lizza erano più di due. Presidenti di minoranza furono Abraham Lincoln nel 1860, James Garfield nel 1880, Grover Cleveland nel 1884 e nel 1892, Woodrow Wilson nel 1912 e nel 1916, Harry Truman nel 1948, John Kennedy nel 1960 e Richard Nixon nel 1968: tutti eletti perché avevano conquistato la maggioranza dei voti del Collegio degli Elettori.

    Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza dei voti del Collegio degli Elettori, come si sceglie il Presidente?

    Nel caso in cui - come accadde nel 1800 e nel 1824 per l'elezione rispettivamente di Thomas Jefferson e di John Quincy Adams - nessuno raggiunga il prescritto quorum, la Costituzione prevede che la decisione finale spetti alla Camera dei rappresentanti che dovrà scegliere tra i primi tre candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti elettorali (e cioè di delegati al Collegio).

    E’ mai accaduto che l’esito delle elezioni fosse deciso dalla Camera?

    Sì, nel 1800. Quell’anno, Thomas Jefferson e Aaron Burr ottennero ciascuno 73 voti del Collegio degli Elettori. Jefferson vinse solo al 36mo ballottaggio effettuato dalla Camera.

    Nelle elezioni del 1824, Andrew Jackson ottenne 99 voti del Collegio Elettorale, John Quincy Adams 84, William Crawford 41 e Henry Clay 37. Dal momento che nessuno aveva raggiunto la maggioranza, la decisione passò alla Camera. Vinse Adams al primo ballottaggio.

    Che accade se il Presidente-eletto muore dopo che il Collegio degli Elettori gli ha dato l’investitura ma prima di insediarsi?

    All’inizio del nuovo mandato, il neo-eletto Vice Presidente diviene Presidente.

    Quando entra in carica il nuovo Presidente?

    Il mandato presidenziale in corso termina a mezzogiorno del 20 gennaio 2001. Il Presidente-eletto assume le funzioni di Presidente nell’istante in cui presta giuramento, proprio quello stesso giorno.




    Ciao,

    Matteo
    Ultima modifica di Paladino del Nord; 27-10-2004 alle 18:23:40

  2. #2
    Paladino del Nord
    Ospite
    COLLEGI ELETTORALI E DELEGATI


    Totale “Grandi Elettori”: 538; Maggioranza Necessaria per essere eletti: 270


    ALABAMA - 9

    ALASKA - 3

    ARIZONA – 10

    ARKANSAS – 6

    CALIFORNIA – 55

    COLORADO – 9

    CONNECTICUT – 7

    DELAWARE – 3

    DISTRICT OF COLUMBIA – 3

    FLORIDA – 27

    GEORGIA – 15

    HAWAII – 4

    IDAHO – 4

    ILLINOIS – 21

    INDIANA – 11

    IOWA – 7

    KANSAS – 6

    KENTUCKY – 8

    LOUISIANA – 9

    MAINE – 4

    MARYLAND - 10
    MASSACHUSETTS - 12
    MICHIGAN - 17
    MINNESOTA - 10
    MISSISSIPPI - 6
    MISSOURI – 11


    MONTANA - 3
    NEBRASKA - 5
    NEVADA - 5
    NEW HAMPSHIRE - 4
    NEW JERSEY - 15
    NEW MEXICO - 5
    NEW YORK - 31
    NORTH CAROLINA - 15
    NORTH DAKOTA - 3
    OHIO - 20
    OKLAHOMA - 7
    OREGON - 7
    PENNSYLVANIA - 21
    RHODE ISLAND - 4
    SOUTH CAROLINA - 8
    SOUTH DAKOTA - 3
    TENNESSEE - 11
    TEXAS - 34
    UTAH - 5
    VERMONT - 3
    VIRGINIA - 13
    WASHINGTON - 11
    WEST VIRGINIA - 5
    WISCONSIN - 10
    WYOMING – 3

  3. #3
    Paladino del Nord
    Ospite
    Quali sono i requisiti per candidarsi alla Casa Bianca?

    La Costituzione prescrive solo tre requisiti al futuro presidente: almeno trentacinque anni di età, che sia cittadino americano per nascita e che risieda negli Stati Uniti da oltre quattordici anni. Per quanto, da sempre, si sia abituati a considerare l'elezione del presidente Usa come la più significativa espressione di voto “diretto” del popolo, nella realtà voluta dai costituenti questo non è proprio vero perché in ogni momento (a partire dalle primarie per arrivare alla votazione di novembre) i votanti sono chiamati ad eleggere dei delegati che, a loro volta, riunendosi successivamente, si esprimono per il candidato nazionale che rappresentavano a livello locale, in occasione delle primarie e dei caucus, o, alla fine, per il presidente.

    Come vengono scelti i delegati alla convention nazionale di un partito da parte delle convention statali?

    Per lo più questo processo prende avvio nei distretti locali, dove membri e simpatizzanti dei partiti si riuniscono in assemblee locali, detti Caucus. Ciascun candidato cerca di portare al Caucus il maggior numero possibile di sostenitori. I delegati del distretto partecipano alle convention di contea; successivamente ha luogo l’elezione alle convention di collegio (Congressional district) e poi quelle decisive, le convention degli Stati.

    Come funzionano le convention nazionali in cui i candidati alla Presidenza ottengono l’investitura ufficiale (nomination) del partito?

    Le convention sono assemblee organizzate da ciascun partito politico e composte dai delegati eletti nei 50 Stati più il District of Columbia oltre che nei territori o possedimenti americani di Guam, Porto Rico e delle Isole Vergini. Il Partito Democratico ha anche alcuni delegati che rappresentano le Samoa americane e i cittadini americani residenti all’estero. Con l’avvento della televisione, le colorite manifestazioni pubbliche sono divenute una componente caratteristica della campagna elettorale. Ciascun partito politico si sforza di partire “con il piede giusto”, evitando ogni atteggiamento foriero di divisioni interne che potrebbe spingere gli spettatori nel campo avversario.

    E’ mai accaduto che alla convention nazionale si determinasse una situazione di stallo in cui nessun candidato riuscisse ad ottenere la maggioranza?

    L’ultima volta che è successo risale al 1924, quando i democratici riuscirono ad accordarsi sulla nomination di John Davis soltanto al 103esimo ballottaggio. Si è andati oltre il quarto ballottaggio solo nove volte, fra cui una volta nel 1860 a Charleston (South Carolina), dove neppure 57 ballottaggi bastarono a decidere la nomination democratica. Una seconda convention, tenutasi nello stesso anno a Baltimora, nominò Stephen Douglas al secondo ballottaggio.

    Prima del 1936, nelle convention del Partito Democratico, per conquistare la nomination, occorreva la maggioranza qualificata, pari ai due terzi dei suffragi. Successivamente le regole sono state modificate, ed ora è sufficiente la maggioranza semplice. Dal 1952, quando la nomination del Partito Democratico andò ad Adlai Stevenson, tutte le investiture sono state decise al primo ballottaggio.




    Ciao.

  4. #4
    Paladino del Nord
    Ospite
    CURIOSITA’



    WASHINGTON - George Washington, primo presidente degli Stati Uniti e padre della Patria, è l'unico presidente eletto in un anno dispari. Ottenne, infatti, il primo mandato nel 1789.

    UNA CATENA DI DISGRAZIE - Per molto tempo, a partire dal 1840 fino all'elezione di Ronald Reagan nel 1980, una leggenda (detta "dell'anno zero") ha accompagnato tutti i presidenti eletti o rinnovati negli anni con finale zero: nessuno di loro è arrivato al termine del proprio mandato (o dei seguenti in caso di rielezione) perché tutti morti in carica per le più varie ragioni. William Harrison, eletto nel 1840, morì di polmonite. Abraham Lincoln, eletto nel 1860, fu ucciso. James Garfield, eletto nel 1880, fu assassinato. William McKinley, rieletto nel 1900, fu ucciso. Warren Harding, eletto nel 1920, morì di malattia. Franklin D. Roosevelt, rieletto nel 1940, morì improvvisamente nel 1945. John Kennedy, eletto nel 1960, fu ucciso a Dallas nel 1963. Ronald Reagan, eletto nel 1980, fu vittima di un attentato: si salvò per un soffio. E, forse, con lui la maledizione si è estinta.

    VICEPRESIDENTI - Gli unici quattro vice presidenti divenuti presidenti nella elezione successiva a quella nella quale avevano esercitato il vicariato sono stati John Adams (vice di Washington), Thomas Jefferson (vice di Adams), Martin Van Buren (vice di Andrew Jackson) e George Bush (vice di Ronald Reagan). Richard Nixon (vice di Ike Eisenhower), invece, battuto nel 1960 da John Kennedy, si è poi rifatto vincendo nel 1968 e nel 1972.

    SENZA VOTO - Gerald Ford è l'unico presidente non eletto dal popolo né come tale né come vice. Subentrò a Nixon dopo le dimissioni di quest'ultimo per lo scandalo Watergate (9 agosto 1974). Non era stato eletto ma nominato vice presidente dallo stesso Nixon, con la prescritta approvazione del Congresso, a seguito delle precedenti dimissioni dalla carica del titolare Spiro Agnew.

    ELEZIONI - In molti casi i vice presidenti subentrati a causa del decesso dell'inquilino della Casa Bianca non si sono autonomamente riproposti alle elezioni successive. Così John Tyler - subentrato a William Harrison nel 1841 - Andrew Johnson - succeduto ad Abraham Lincoln nel 1865 - Chester Arthur - succeduto a James Garfield nel 1881. Diverso il caso di Millard Fillmore non ripresentatosi nel 1852, alla scadenza del suo mandato, e, poi candidatosi come indipendente, senza molta fortuna, nel 1856.

    SCONFITTI - Sono stati sconfitti nei loro tentativi, invece, fra gli ultimi vice presidenti Hubert Humphrey, già vicario di Lyndon Johnson, battuto nel 1968 da Nixon, Walter Mondale, vice di Jimmy Carter, battuto da Reagan nel 1984 e Al Gore, vicepresidente di Bill Clinton, sconfitto alle presidenziali del 2000.

    UNICA DONNA - Geraldine Ferraro, candidata alla vice presidenza con Mondale per il partito democratico nel 1984, fu la prima e, per ora, unica donna componente di un ticket (così viene definita l'accoppiata candidato-presidente, candidato-vice presidente) presidenziale.

    CATTOLICO - John Kennedy fu, nel 1960, il primo (e per ora unico) cattolico eletto alla presidenza. Il primo candidato cattolico – non eletto - fu, invece, nel 1928, Alfred Smith, democratico, sconfitto da Herbert Hoover.

    DI COLORE - Jessie Jackson, democratico, fu nel 1984 il primo candidato di colore alle primarie a livello nazionale ad ottenere un notevole successo irrobustitosi nelle successive primarie del 1988.

    FIGLIO D’ARTE - Due sono i casi in cui il figlio di un presidente riuscì a sua volta a divenirlo. Il primo John Quincy Adams, alla Casa Bianca dopo le elezioni del 1824. Suo padre, John, era stato in carica a seguito delle elezioni del 1796, essendo, fra l'altro, il primo a risiedere nella nuova capitale federale, Washington, nell'anno 1800. Il secondo, l'attuale presidente G.W. Bush, figlio di George Bush presidente dal 1989 al 1993.

    IL PIU’ GIOVANE - William Jennings Bryan, è stato, nel 1896, a soli trentasei anni, il più giovane candidato della storia. Ma è stato anche l'aspirante alla presidenza appartenente a uno dei due partiti nazionali (democratico) più volte sconfitto nella corsa alla Casa Bianca: nel 1896 e nel 1900 fu battuto dal repubblicano William McKinley; nel 1904 fu sconfitto alla Convenzione da Alton Parker e, infine, nel 1908, fu battuto per la presidenza da William Taft.

    DUE PRIMATI - Franklin Delano Roosevelt (che non era parente se non molto alla lontana del predecessore Theodore) ha due primati: è l'unico candidato che, sconfitto una prima volta nella corsa alla vice presidenza (era associato al candidato presidente James Cox, battuto da Harding nel 1920), è divenuto poi presidente. Inoltre, è l'unico ad avere ottenuto più di due mandati presidenziali (1932, 1936, 1940, 1944).

    PRIMO DEMOCRATICO - Il primo presidente esclusivamente democratico (prima il partito si chiamava repubblicano-democratico) fu Andrew Jackson eletto nel 1828.

    PRIMO REPUBBLICANO - Il primo presidente repubblicano fu Abraham Lincoln, eletto nel 1860.

    TRENTA GIORNI - La presidenza più corta fu quella di William Harrison. Eletto nel 1840, restò in carica solo trenta giorni, a partire dal 4 marzo 1841, perché mori un solo mese dopo il giuramento. Si ammalò di polmonite per aver voluto pronunciare un lunghissimo discorso di insediamento a capo scoperto sotto un diluvio.


    KENNEDY - Il più giovane presidente eletto fu John Kennedy che aveva quarantatré anni all'atto della nomina, ma il più giovane presidente in carica fu Theodore Roosevelt che, al momento del subentro all'assassinato McKinley, aveva solo quarantadue anni.

    OTTANT’ANNI - I Democratici hanno occupato la Casa Bianca per un totale di ottant'anni a partire dal 1828, quando Andrew Jackson sconfisse John Quincy Adams. I Repubblicani, dal 1860, quando Lincoln batté Stephen Douglas, hanno esercitato la presidenza per ottantaquattro anni.





    Ciao,

    Matteo
    Ultima modifica di Paladino del Nord; 27-10-2004 alle 18:24:21

  5. #5
    Utente L'avatar di Valiant
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    grazie, tutto ciò mi ha cambiato la vita.

































    No seriamente, che dovremmo dire?

  6. #6
    Paladino del Nord
    Ospite
    TUTTI I PRESIDENTI DEGLI STATI UNITI D’AMERICA



    1) George Washington 1789-1797
    2) John Adams 1797-1801
    3) Thomas Jefferson 1801-1809
    4) James Madison 1809-1817
    5) James Monroe 1817-1825
    6) John Q. Adams 1825-1829
    7) Andrew Jackson 1829-1837
    8) Martin Van Buren 1837-1841
    9) William Harrison 1841
    10) John Tyler 1841-1845
    11) James Polk 1845-1849
    12) Zachary Taylor 1849-1850
    13) Millard Fillmore 1850-1853
    14) Franklin Pierce 1853-1857
    15) James Buchanan 1857-1861
    16) Abraham Lincoln 1861-1865
    17) Andrew Johnson 1865-1869
    18) Ulysses Grant 1869-1877
    20) James Garfield 1881
    21) Chester Arthur 1881-1885
    22) Grover Cleveland 1885-1889
    23) Benjamin Harrison 1889-1893
    24) Grover Cleveland 1885-1889
    25) William McKinley 1897-1901
    26) Theodore Roosevelt 1901-1909
    27) William Taft 1909-1913
    28) Woodrow Wilson 1913-1921
    29) Warren Harding 1921-1923
    30) Calvin Coolidge 1923-1929
    31) Herbert Hoover 1929-1933
    32) Franlklin D. Roosevelt 1933-1945
    33) Harry Truman 1945-1953
    34) Dwight Eisenhower 1953-1961
    35) John Fitzgerald Kennedy 1961-1963
    36) Lyndon Johnson 1963-1969
    37) Richard Nixon 1969-1974
    38) Gerald Ford 1974-1977
    39) Jimmy Carter 1977-1981
    40) Ronald Reagan 1981-1989
    41) George Bush 1989-1993
    42) Bill Clinton 1993-2001
    43) George W. Bush 2001



    E chi sarà il prossimo?


  7. #7
    Utente L'avatar di cerberus
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    Citazione Paladino del Nord
    TUTTI I PRESIDENTI DEGLI STATI UNITI D’AMERICA



    1) George Washington 1789-1797
    2) John Adams 1797-1801
    3) Thomas Jefferson 1801-1809
    4) James Madison 1809-1817
    5) James Monroe 1817-1825
    6) John Q. Adams 1825-1829
    7) Andrew Jackson 1829-1837
    8) Martin Van Buren 1837-1841
    9) William Harrison 1841
    10) John Tyler 1841-1845
    11) James Polk 1845-1849
    12) Zachary Taylor 1849-1850
    13) Millard Fillmore 1850-1853
    14) Franklin Pierce 1853-1857
    15) James Buchanan 1857-1861
    16) Abraham Lincoln 1861-1865
    17) Andrew Johnson 1865-1869
    18) Ulysses Grant 1869-1877
    20) James Garfield 1881
    21) Chester Arthur 1881-1885
    22) Grover Cleveland 1885-1889
    23) Benjamin Harrison 1889-1893
    24) Grover Cleveland 1885-1889
    25) William McKinley 1897-1901
    26) Theodore Roosevelt 1901-1909
    27) William Taft 1909-1913
    28) Woodrow Wilson 1913-1921
    29) Warren Harding 1921-1923
    30) Calvin Coolidge 1923-1929
    31) Herbert Hoover 1929-1933
    32) Franlklin D. Roosevelt 1933-1945
    33) Harry Truman 1945-1953
    34) Dwight Eisenhower 1953-1961
    35) John Fitzgerald Kennedy 1961-1963
    36) Lyndon Johnson 1963-1969
    37) Richard Nixon 1969-1974
    38) Gerald Ford 1974-1977
    39) Jimmy Carter 1977-1981
    40) Ronald Reagan 1981-1989
    41) George Bush 1989-1993
    42) Bill Clinton 1993-2001
    43) George W. Bush 2001



    E chi sarà il prossimo?


    In 215 anni hanno avuto 43 presidenti...
    Noi in 56 abbiamo avuto 54 governi....
    Engineers do it better
    "Lo scienziato non studia la natura perché è utile, ma perché ne prova piacere e ne prova piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena studiarla e la vita non varrebbe la pena di essere vissuta”.( Henri Poincaré )
    "Scientists discover the world that exists; engineers create the world that never was."

  8. #8
    Utente L'avatar di Sababa
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    Citazione Valiant
    grazie, tutto ciò mi ha cambiato la vita.

































    No seriamente, che dovremmo dire?
    Bhè, scusa, sono utili queste informazioni.
    Possibile che in agorà non vada più bene nessun argomento?


  9. #9
    Paladino del Nord
    Ospite
    Citazione cerberus

    In 215 anni hanno avuto 43 presidenti...
    Noi in 56 abbiamo avuto 54 governi....



    56 anni e 54 governi?? .... 8(

  10. #10
    Paladino del Nord
    Ospite
    Citazione Valiant
    grazie, tutto ciò mi ha cambiato la vita.
    Va be... sarà più interessante discutere dei compiti da fare del giorno dopo... o di argomenti spesso inutili...

    Nemmeno un minimo di cultura va bene.

    Speravo di fare una cosa gradita.


    Ciao,

    Matteo

  11. #11
    Bannato L'avatar di x-max
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    è graditissima, non ho nulla da dire su ciò che hai postato, ma ho imparato delle cose nuove e molte curiosità.
    ah, una cosa la ho... gli stati uniti sono lo stato più evoluto del mondo.

  12. #12
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    Molti interessante questa FAQ. Dato che hai citato i presidenti, potremmo discutere della STORIA politica di questa GRANDE democrazia. Del perche, ancora oggi - come molti giustamente contestano - vi sia presente la pena di morte in alcuni paesi. La democrazia americana è diversa dalla nostra. Basta vedere quanti governi son cambiati da noi. Il relativismo etico, non si applica solo alle popolazioni arabe (per giustifcarle), ma allora va applicato anche agli USA.
    Altrimenti si fa un bel fagotto e si getta via il relativismo

  13. #13
    boh L'avatar di Jack89
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    Informazioni davvero interessanti, e mi ha sorpreso la presunta "maledizione dell'anno 0".


  14. #14
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    Citazione Jack89
    Informazioni davvero interessanti, e mi ha sorpreso la presunta "maledizione dell'anno 0".
    Già..questa non la conoscevo..cmq il sistema elettorale americano è estremamente buggato...ho letto pure in un libro sui paradossi (Piergiorgio Odifreddi "C'era una volta un paradosso") che quella della democrazia americana è un bel paradosso...dato che il metodo di elezione è indiretto, e la scelta del numero di GE è spesso arbitrario (da molti anni ormai non vengono più scelti in base alla popolazione perché è un casino, dato che come si è ben visto in molti casi spesso le liste elettorali erano falsate), il voto popolare può non coincidere con il voto dei GE...cmq rimando al libro che invito a leggere perché èmolto interessante

    Ciao

    Nicola
    "La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci"
    "Non lasciare mai che la morale ti impedisca di fare la cosa giusta"
    "La disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera perfettamente onesta."
    "fare molte cose alla volta significa non farne bene nessuna"


  15. #15
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    Speravo di fare una cosa gradita.


    Ciao,

    Matteo
    è gradita.

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