lucas91
Cara redazione,
vorrei avere l'occasione di rispondere agli interrogativi sollevati da mr Biffo nel numero 9 della rivista.Biffo infatti si è interrogato sulle ragioni di una sempre più incalzante standardizzazione del videogioco e denunciando una perdita di genuità appertenuta al videogioco in tempi ormai remoti.Il nostro redattore però, dimentica che tra la golden age dell'originalità videoludica e l'epoca attuale sono trascorsi venti anni.Indubbiamente,questo lasso temporale ha trasformato il medium stesso e ciò è da imputarsi,a mio avviso, a due principali ragioni:in primo luogo sono sempre più persone adulte a fruire del videogioco ed inoltre è un dato acquisito che ogni artista si esprime utilizzando gli strumenti che la tecnologia del momento gli mette a disposizione.A mio avviso,nessuno oggi riuscirebbe a giocare,i retrogamers mi perdonino,ai vecchi titoli senza subire il fascino dell'effetto nostalgia:è vero infatti che rimangono esempi di arte stilizzata e quindi genuina ma nello stesso tempo sono terribilmente obsoleti dal punto di vista tecnologico.Solo un pubblico molto giovane potrebbe immedesimarsi in quei rudi pixel,solo la fantasia di un banbino potrebbe essere stimolata da una grafica stilizzata.Ma i baby-gamers oggi sono la minoranza del popolo videoludico e le software houses si regolano di conseguenza producendo giochi più maturi.Tuttavia, non credo che la responsabilità di questo mutamento sia tanto da imputarsi ai produttori quanto piuttosto a consumatori sempre più esigenti di prodotti sofisticati(lo stesso Biffo ammette di aver potenziato il pc per godere delle meraviglie grafiche di far cry).Insomma,l'inesorabile trasformazione del videogioco in simulazione è a mio parere ascrivibile all'innalzamento dell'età dei videogiocatori.E allora,caro Biffo,lascia che le tue bambine continuino a giocare in giardino....