Articolo da ANSA.it
ABIDJAN - Otto soldati francesi uccisi, immediata rappresaglia di Parigi che distrugge caccia bombardieri ivoriani, battaglia all'aeroporto di Abidjan tra francesi e governativi. Oggi si e' consumato un cambio drammatico della natura della crisi in Costa d'Avorio, dove la guerra tra esercito ivoriano e ribelli che controllano il nord ha coinvolto i soldati francesi, presenti nel paese insieme alla forza di pace dell'Onu.
Otto militari francesi sono stati uccisi e 23 feriti in un attacco dei governativi contro il campo militare francese a Bouake', citta' nel centro del paese che e' roccaforte dei ribelli di Forze Nuove, che controllano il nord della Costa d'Avorio.
Un attacco, pare, non intenzionale, perche' in serata una fonte militare ivoriana ha spiegato che i soldati fedeli al presidente Laurent Gbagbo ''hanno sbagliato'', volevano colpire una postazione dei ribelli.
Ma intanto dalle linee francesi era partita ''la risposta'' e due caccia bombardieri Sukhoi venivano distrutti all'aeroporto di Yamoussoukro''. ''L'ho ordinato io'', ha detto poco dopo il presidente francese Jacques Chirac per fare capire a chi deve capire che non ha paura di mostrare i muscoli.
Nel contempo, come ''misura precauzionale'', Parigi ha spostato tre caccia Mirage-F1 da 'Djamena (Ciad) a Libreville (Gabon) e ha ordinato l'invio di due compagnie supplementari in Costa d'Avorio per assicurare la protezione dei cittadini francesi.
Come era facile prevedere, la rappresaglia e le scuse formali non sono bastate pero' a chiudere l'incidente. Nel pomeriggio l'aeroporto di Abidjan, la capitale economica del paese, e' stata teatro di scontri tra i militari francesi attaccati dalle forze ivoriane. Un'ora di fuoco incrociato, che ha paralizzato aeroporto e traffico aereo, poi sono cominciati dei colloqui tra le parti coinvolte. ''Ci hanno attaccato e noi abbiamo risposto'', ha dichiarato il colonnello Aussavy assicurando di ignorare la ragione dell'attacco.
E ad Abidjan si e' anche scatenata l'ira popolare contro gli ex colonizzatori, con il liceo francese che e' stato dato alle fiamme.
La dinamica dell'attacco al campo francese 'Licorne' di Bouake', raccontata da fonti militari Onu e confermata dal ministero della difesa francese, parla di combattimenti attorno alla citta' prima della morte degli otto francesi. ''Bombe sono state lanciate dagli aerei verso le 13 gmt (le 14 in Italia) e abbiamo sentito sporadici colpi all'entrata sud della citta''' ha raccontato una fonte del contingente Onu dislocato nella zona.
Il timore e' che ora si scatenino le forze ribelli, come hanno promesso. Se le forze governative ''passeranno la zona cuscinetto li ricacceremo indietro'' ha detto un portavoce di Forze Nuove Sidiki Konate' proprio da Bouake'. E infatti gia' in serata arrivavano notizie di un riaccendersi degli scontri nella zona di Bouake'.
In allarme sono anche le organizzazioni umanitarie nella citta' di Danane, ovest, a 27 km dal confine con la Liberia, che si aspettano un attacco da un momento all'altro.
Da diversi giorni risultano isolati anche i missionari di San Luigi Orione presenti a Korhogo, Bouake', Abidjan, afferma un comunicato del movimento Missionario di Don Orione, impegnato in Costa d'Avorio da oltre 30 anni. ''Ormai nel paese e' divenuto impossibile muoversi e soprattutto operare in favore delle popolazioni civili che stanno pagando il maggiore scotto degli scontri''.
Gli scontri tra governativi e ribelli sono ripresi con particolare violenza da giovedi', e il fragile processo di pace di Marcoussis (gennaio 2003), che da mesi e' in stallo, sembra in via di estinzione.
Il paese e' praticamente diviso a meta' da quando nel settembre 2002 ci fu un tentativo di ribellione contro il presidente Gbagbo. A Nord i ribelli, a Sud i governativi, mentre nel centro, in una zona cuscinetto, ci sono forze dell'Onu e della Francia - 10.000 effettivi circa - anche loro quotidianamente sotto attacco. Ieri un nutrito gruppo di manifestanti ha attaccato con bottiglie molotov i francesi che si trovano nella citta' di Man, nord-ovest, controllata dai ribelli, accusando i militari di essere complici del regime di Gbagbo. ''Due veicoli sono stati bruciati e distrutti. Le fiamme hanno distrutto anche tre locali con scorte di cibo, acqua e petrolio''.
Dopo i disordini degli ultimi giorni tutte le manifestazioni pubbliche sono state proibite nella capitale economica del paese, Abidjan, dove due giorni fa il gruppo dei Giovani Patrioti (studenti militanti sostenitori del presidente Laurent Gbabgo) aveva manifestato in modo violento e incendiato le sedi di due partiti d'opposizione. Nella notte di giovedi' era stato saccheggiato e dato alle fiamme un ufficio dell'RDR (unione dei repubblicani), partito guidato da Alassane Ouattara, ex primo ministro ora sostenuto dai ribelli. La stessa cosa era avvenuta mercoledi' sera alla sede del PDCI (partito democratico della Costa d'Avorio, ex partito unico del primo presidente Felix Ouphouet Boigny). I gruppi dei 'Giovani Patrioti' hanno anche devastato le sedi di alcuni giornali accusati di essere contrari al presidente Gbagbo, e fatto irruzione in un hotel dove alloggiavano alcuni espoennti del Fn che avevano fatto parte dell'effimero governo di unione nazionale formato nel 2003 ma naufragato nel marzo di quest'anno.