“…Quando la notte avvolgerà il mondo col suo lugubre canto nefando, il dolore sarà una un’eterea rimembranza che si estinguerà tra le vie della mente, e vedrò l’esistenza morire mentre godrò del suo grido straziante, allora niente avrà piu’ scopo, un fine, e allietandomi della mia inutilità troverò pace.Tutto ciò che esiste soffre. Io non voglio esistere…”
…lo sussurrava stancamente, con una meccanicità comune ad un automa, nella quale si trovava, ben nascosto, un accenno di speme .Era nudo, deciso a mostrare la sua spogliezza interiore a chiunque lo ritenesse degno di uno sguardo… Aveva braccia magre, che oscillavano oziosamente lungo i fianchi quasi privi di carne, le quali ossa erano talmente visibili da sembrare esser poste sopra la stessa pelle…
Fissava il vuoto con i suoi occhi chiarissimi, gli stessi occhi che aveva privato della vista poiché si rifiutava di osservare il mondo, un mondo tanto bugiardo da essersi auspicato una fine che mai verrà, imprigionando le sue creature in un contorto ciclo di infelicità…