E' così il rapporto tra "noi" ricchi e "loro" precari, Co.co.co o come vogliamo chiamarli. Ecco infatti ciò che resta del sito www.lavorivariabili.it , il quale è stato fatto sequestrare dalla procura della repubblica romana. Perchè?
La storia è lunga.
E' iniziato tutto 3 anni fa, quando circa settanta impiegati co.co.co. [ come si chiamavano allora, almeno ], che erano dipendenti della Casa dei Diritti Sociali, si sono organizzati sindacalmente. Questo ha portato, immediatamente, a dissuasioni fino ad arrivare a cose del genere mobbing [ roba da '800 ]. La CdS si occupa dei servizi agli immigrati.
La protesta di questi co.co.co derivava inizialmente dai loro salari, decisamente bassi a detta loro, degenerando poi quando i precari hanno iniziato a protestare per il tipo di servizi offerti dalla coop. E in un documento hanno denunciato come i migranti che richiedevano asilo politico o quelli senza fissa dimora fossero alloggiati in strutture fatiscenti e prive delle norme minime di sicurezza. Hanno cominciato a denunciare come i Centri di accoglienza, gestiti dalla cooperativa, fossero infestati di scarafaggi, come i cibi in quelle strutture fossero di pessima qualità.
Così, dopo vare lotte [ ed anche un'occupazione di ben 18 giorni ], i settanta sono riusciti ad ottenere un accordo sindacale per passare da Co.Co.Co. ad un contratto di lavoro indipendente. Caso forse unico, in Italia.
Solo che i furboni della direzione, dopo quest'accordo hanno iniziato a farli loro, i problemi, ritardando le buste paga di addirittura 5 o 6 mesi. Incredibile ma vero, la direttrice ha anche annunciato 30 licenziamenti alla fine dell'anno. E chi verrà licenziato? Proprio chi si è battuto con più forza! Ma che coincidenza!!!
Ma il sito... cosa c'entra? Il sito c'entra perchè i 30 hanno scritto proprio lì la storia, tutta la storia, eheh, hanno fatto male!
La direttrice della cooperativa s’è sentita offesa e ha sporto denuncia. Il resto è cronaca di una settimana fa. La Procura ha ordinato l’oscuramento non solo del comunicato dei precari della Casa dei diritti sociali ma dell’intero sito. Mettendo il bavaglio a tutte le notizie, i commenti, le riflessioni che riguardavano l’intero universo del lavoro precario, del lavoro flessibile, del lavoro nero. Ce n’è quanto basta, insomma, perché la Federazione Nazionale della Stampa esprima «la propria preoccupazione per il ripetersi di interventi censori contro realtà informative che assumono la precisa funzione di dare voce ad un pezzo di società, i cui diritti ad un lavoro stabile e giuridicamente protetto sono negati».
Bella roba... ma la cosa che vorrei puntualizzare di più è la parte in corsivo.
Voi cosa ne pensate?