beato me che sono nato dove sono nato.
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La vita sinistra tra i rovi dell'umana disperazione, i prescelti conoscono...perchè non di disperazione si sopravvive, ma di forza si vive...
Il petrolio non è esportato da tutto il terzo mondo, e inoltre lo paghiamo peso d'oro a barbari autocrati.Jack89
"Il sonno della ragione genera mostri"
Onestamente non mi pareva aver mai saputo che il processo di colonizzazione da parte delle potenze Occidentali fosse stato dettato da spirito umanitario e desiderio ardente di far progredire quei popoli e risollevarne le umane sorti e progressive. Per restare in Italia non mi pareva che la spedizione in Abissinia fosse stata organizzata dalle Dame di S. Vincenzo. Sarà, ma mi prende un dubbio, leggendo questi post convinti. Noi de forum siamo sicuri di provenire dalla stessa linea temporale? Non è che per caso ci siamo separati in qualche momento del passato per vivere realtà differenti?Marcus85
Sto giocando: Uncharted waters Gioco su:PS3
Paragone azzeccato...Jack89
Peccato che noi abbiamo avuto secoli e secoli di esperienza, siamo un paese che ha guadagnato col colonialismo. E loro? non hanno nulla, non si sono evoluti per questi motivi, le continue dittature sanguinose li ha ancora più distrutti.
E' gente ignorante, pochi sanno fare qualcosa. C'è poco da fare,cè poco da coltivare (poi nel Sahel... non ne parliamo. L'inquinamento occidentale sta distruggendo quella fascia di terra ancora di più).
Il problema è che molti, come tu stesso stai dando ad intendere, sono tuttora legati ad una lettura manichea e polarizzata del colonialismo, come una macchina da sfruttamento monolitica e senza sbocco per gli sfruttati. La realtà è che il colonialismo permise per la prima volta nella storia a paesi fino ad allora ai margini della civiltà di affacciarsi sullo scacchiere geopolitico e sui mercati mondiali. Certo, colonialismo fu sinonimo anche di sfruttamento, o quantomeno di creazione di un'infrastruttura finalizzata all'acquisizione del controllo sui giacimenti minerari e sulle risorse naturali, ma il colonialismo ebbe anche fondamentali effetti dinamici che, laddove efficacemente sfruttati i età post-coloniali dalle ex-colonie europee, hanno costituiito un fondamentale motore per lo sviluppo. La rete ferroviaria indiana contava nel 1913, all'apice degli imperi coloniali europei, su di un'estensione di 14.000 Km, a fronte dei 12.000 Km di reti ferroviarie interne della Gran Bretagna. E l'india fu ed è uno dei rari casi di paese ex-coloniale che abbia saputo porre a frutto il bagaglio di competenze veicolate dai britannici. La colonizzazione europea permise la prima globalizzazione della storia, destinata ad interrompersi con i due conflitti mondiali per riprendere vigore solamente a partire dagli anni '70. Il mondo si fece più piccolo: verso aree periferiche iniziarono a giungere uomini, tecnici, ingegneri, ma anche e soprattutto capitali, che solo difficilmente avrebbero trovato sbocco a condizioni altrettanto remunerative sui mercati finanziari interni, e che finanziarono attività estrattive ed infrastrutture, infrastrutture fondamentali e sulle quali, se sfruttate, si sarebbe potuto innestare un proficuo sviluppo economico. Strade, ferrovie, ospedali, un'apparato amministrativo e burocratico efficiente, sul modello europeo, e in questo gli europei veicolarono fondamentali competenze organizzative. Ma si esportarono anche tecnologie, manufatti, cultura e istituzioni, che scalzarono sistemi arcaici e inadatti a competere in un contesto internazionale. Certo, ciò ebbe un prezzo, in termini di sfruttamento sistematico mediante politiche monopoliste dei giacimenti naturali, ma ciò fornì un fondamentale impulso allo sviluppo altrimenti inconcepibile. Il Sud Africa naque dal nulla, per assurgere ad una vera enclave di sviluppo in quadro di povertà dilagante, e lo stesso si verificò nella larga parte delle colonie britanniche: Kenya, Zimbabwe, India. I dati parlano chiaro. Le relazioni commerciali tra il terzo mondo e le aree metropolitane (Europa e Usa) si intensificarono tra 1820 e 1913 fino a 50 volte, e per quanto il grado di arretratezza relativa dei paesi del terzo mondo si ridusse solo minimalmente, essi migliorarono anche considerevolmente il proprio PIL pro capite in termini assoluti. Il disastro attuale si radica in un'erronea gestione dell'eredità coloniale. Distruzione sistematica e disprezzo più che capacità di emulazione tecnologica e assimilazione. Si allontanarono i bianchi, è il caso della Libia, ora dello Zimbabwe, gli ex-coloni furono indotti alla fuga durante le fasi di decolonizzazione, laddove essi erano gli elementi più produttivi della società, veicolo di competenze organizzative e tecniche che si sarebbero rivelate fondamentali. In definitiva, fu il terzo mondo che, autoflagellandosi, si condannò all'arretratezza, analogamente a quanto oltre quattro secoli prima accaduto per la Spagna della reconquista, che da faro d'Europa si condannò ad un inesorabile declino a seguito di una normativa incoerente, dopo essersi privata di alcuni tra gli elementi più produttivi e attivi in campo economico: arabi ed ebrei.costanet
Ma non solo si privarono dei coloni, ma i paesi del terzo mondo non hanno neppure saputo, salvo eccezioni pure palesi, come l'India o il Sud Africa, mettere a frutto le infrastrutture lasciate. Un esempio: il sistema sanitario del Congo Belga era, ancora nel 1948, il migliore dell'intero continente africano. A distanza di meno di 50 anni, la situazione sanitaria nell'odierno Zaire è disperata. Fabbriche, piantagioni, ferrovie, tutto ciò che simboleggiava la superiorità dell'uomo bianco e degli ex padroni coloniali fu sistematicamente distrutto, in una ventata di nuovo luddismo, le conseguenze, si vedono tuttora.
Repubblica della nuova Atlantide 1,2,3
GLI DEI TORNERANNO (?)
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E tu ad un revisionismo di convenienza.Marcus85
"Il sonno della ragione genera mostri"
La verità è che non abbiamo guadagnato assolutamente nulla con il colonialismo, o quanto meno, molto meno diquanto si possa essere indotti a immaginare. Alcuni dati sono significativi: tutti i paesi occidentali si industrializzarono prima, e non dopo l'essere assurti al rango di imperi coloniali. Così la Gran Bretagna, ma anche e soprattuto i paesi di seconda industrializzazione: Italia e Germania, che si cotituirono in imperi coloniali solamente dopo la seconda rivoluzione industriale, in caso contrario, le colonie avrebbero drenato fondamentali risorse per lo sviluppo. E' paradossale che i paesi che per primi si costituirono in imperi coloniali, i due casi di early start, Spagna e Portogallo, rimasero a lungo i paesi più arretrati d'Europa, mentre gli Stati Uniti, senza colonie, già nel 1913, all'apice dell'impero britannico, riuscirono a mettere in atto il sorpasso rispetto ad una Gran Bretagna pure all'apice della propria potenza economica e politica. Se di benefici si può parlare, furono benefici mediati e indiretti, nei termini di un più facile acesso alle risorse, che evitò il formarsi di strozzature produttive per carenza di materie prime, oltre a benefici, sempre indiretti, nei termini di sviluppo di competenze organizzative e creazione di un mercato di sbocco per i capitali. Il colonialismo fu in questo una redistribuzione di ricchezza, non un processo a senso unico: materie prime verso l'Europa, capitali da aree in surplus (Europa, prevalentemente) verso aree in deficit (terzo mondo).pasquale7bellezze
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Quale revisionismo. Sono dati oggettivi, semplici fatti. Puoi ignorarli e credere che noi siamo gli oppressori del terzo mondo, infliare la testa nella sabbia per nascondere la realtà che le cause dell'arretratezza del terzo mondo non devono essere cercate in Europa, ma in quegli stessi paesi che oggi muoiono di fame.Melchior
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Il vero interesse non è assolutamente quello di risolvere la fame nel mondo.recs
Jack89
eh già, ci siamo rialzati da soli dalla crisi causata dalla guerra
non è ci siamo rialzati perchè gli stati uniti hanno applicato il piano Marshall ne?
sai, le popolazioni disagiate non è che non hanno voglia di lavorare, non ne hanno proprio la possibilità.
si divertono secondo te a lasciare famiglia e tutto per venire qua a lavorare?
Il colonialismo europeo ha provocati gravissimi danni sociali in quei paesi, tali da impedire una loro migliore organizzazione.Marcus85
"Il sonno della ragione genera mostri"
E' una menzogna, ti pregherei di argomentare, se possibile.Melchior
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GLI DEI TORNERANNO (?)
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Prima che gli europei arrivassero gli africani vivevano in grandi città ed erano una potenza mondiale.Melchior
Ma per favore, semmai con il colonialismo abbiamo intralciato il loro sviluppo, diciamo che sono rimasti nelle stesse condizioni.
Prima degli europei giravano nudi, erano armati di sassi e lance, vivevano in capanne di fango.
E comunque il colonialismo bene o male è finito 50 anni fa.
In 50 anni l'Italia (dopo la catastrofe in cui era caduta dopo la Seconda Guerra mondiale) è diventata tra gli 8 Paesi più potenti e importanti al mondo.
In 50 anni i Paesi africani pur ricevendo aiuti e soldi di ogni genere hanno fatto minuscoli progressi.
Semplicemente non sono stati in grado di cogliere le occasioni di collocarsi su di una traiettoria di sviluppo che sono state servite loro su di un vassoio d'argento.Alucard
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GLI DEI TORNERANNO (?)
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Perchè invece agli africani non arrivano soldi e generi di prima necessità?Alucard