Avete scritto racconti di vario genere? Se sì, pubblicateli qui, così li commenteremo insieme. Comincio io con uno dei più recenti , che ammetto io per primo...fa un po' schifo, è da migliorare :
Era lì, me lo ricordo ancora come fossero passati pochi istanti. Era seduta al terzo banco alla mia destra, non molto lontano, così riuscivo ad osservarla. Dio, l?avrei osservata per ore! Frequentavamo lo stesso corso di arte, anzi, anche se ad essere sincero io non sono molto bravo nel disegno?me la cavo, ma non ho una dote naturale, ero là solo per lei.
Lei naturalmente non se lo immaginava neppure, conosceva a malapena il mio nome e avevamo parlato raramente, e di cose frivole. Lo so, mi stavo facendo del male da solo, ma al pensiero di non vederla anche solo quelle poche ore al giorno mi faceva stare male?dovevo sentirmi vicino a lei.
Mi ricordo che era una mattinata di gennaio inoltrato, una giornata molto fredda,mi ricordo che ero arrivato leggermente in ritardo a lezione, e quindi quando arrivai in aula lei era già lì, al suo posto, che faceva scivolare la matita sul foglio con una naturalezza e una maestria invidiabili, ed era bellissima, con la testa leggermente inclinata verso destra, rivolta verso di me, con i capelli bruni che baciati dal sole filtrante dalle finestre le ricadevano sulle spalle?e poi gli occhi?Dio che occhi magnifici! Quanto l?amavo! Non mi ricordo quanto tempo passai ad osservarla, ad immaginare di abbracciarla e di sfiorarle le labbra anche solo con il respiro, so solo che ad un certo punto la voce del professore arrivò dura e rauca da un punto non ben definito del mio cervello sommerso da tali pensieri ? Signor Costa, quanto pensa ancora di rimanere lì a non far niente? Io non conosco le motivazioni che l?hanno indotta a venir qui, ma se vuole rimanerci le consiglio di applicarsi, da ora in avanti. E ora, per piacere fuori dalla mia aula? . Ma che vada al diavolo, non si interrompono così i pensieri di un innamorato.
Mentre mi stavo alzando per uscire dalla classe, il mio occhio cadde istintivamente sul foglio su cui stava disegnando il mio angelo, era bravissima, mi ricordo che stava disegnando un paesaggio stupendo, con laghi e montagne. In ogni disegno riusciva a metterci tutto il suo amore, poiché era la sua passione più profonda?quanto ho sognato di essere quel foglio?quanto ho desiderato che disegnasse i suo pensieri su di me, indelebili e pieni di caldo amore?
Quella mattina decisi quindi di andarmene, rimanere lì mi faceva solo che soffrire, anche se era l?unico modo che conoscevo per sentirmi meglio?sì, so che può sembrare un paradosso, ma sono masochista , che volete che vi dica?
Una volta per strada guardai l?orologio, e mi accorsi che era tutto sommato abbastanza presto, così decisi di andare a prendere un cafè al bar lì vicino per poi tornare davanti alla scuola all?ora di uscita per poter dare un ultimo sguardo al mio amore.
Entrato nel locale salutai la proprietaria , una cara amica di infanzia, che quando ero ancora in fasce mi accudiva al posto della mia sciagurata madre, dato che mio padre ci abbandonò non appena seppe che mamma era gravida, ed ella non poteva stare a casa poiché servivano soldi per andare avanti?ma la scusa non reggeva il motivo per il quale ogni sera usciva di casa vestita quasi da prostituta?solo dio sa cosa diavolo faceva, e io personalmente non me lo voglio neanche immaginare.
Fatto sta che ci scambiammo qualche saluto di circostanza ?Allora, come va a scuola? Come non sei a lezione?? Mah, le solite robe, le risposi, colpa del professore che è matto come un cavallo. Già? ma in realtà sapevo che ero io ad essere matto?matto di quella ragazza che con tutto me stesso bramavo.
Presi il mio cafè in silenzio, quando mi chiese ?Allora , come va con le ragazze? Qualche novità?? e io per girare intorno all?argomento buttai lì un ?come al solito? e decisi che era meglio tagliare il discorso. Così pagai e uscii.
Mancavano almeno ancora due ore al suono della campana, così decisi che potevo concedermi una passeggiata per il centro della città.
Girovagai per negozi e negozi, immaginando di farlo insieme a lei, di aiutarla a fare shopping, o che so io? ero veramente innamorato perso.
Tornai dopo il mio giro in città dinnanzi all?istituto, e attesi di vederla uscire.
Sì?eccola! Era lei! Quasi quasi vado a salutarla, massì , perché no! Stavo per avvicinarmi , avevo il cuore in gola e la bocca arsa, non sapevo cosa le avrei detto, ma di sicuro dovevo parlarle una volta per tutte.
Stavo per darle il saluto, quando comparve un giovane più grande di me e di lei di almeno un paio d?anni che si avvicinò al mio amore. Vidi che si diedero un bacio sulla guancia e si avviarono verso la periferia della città a piedi, cosicché decisi di seguirli?ero a dir poco adirato e confuso! Li seguii per qualche centinaio di metri, quando vidi che lui le appoggiò una mano sulla natica sinistra??sto gran bastardo!
Stavo per esplodere?giuro che se quello si fosse voltato verso di me probabilmente lo avrei ucciso.
Camminarono ancora un po?, fino a che svoltarono in un vicolo.
Una volta raggiunti, mi si raggelò il sangue nelle vene?Lui era lì , su di lei, con i pantaloni calati e la stava baciando e palpando ovunque, lei emanava piccoli gemiti, ed era semi svestita. Non so quale scintilla mi scattò nel cervello in quel momento, ma corsi verso di lui, e lo afferrai, mi ricordo che lo buttai a terra con tutta la mia forza, e comincia a riempirlo di pugni, fino a che per terra vidi una pietra?l?afferrai e lo colpii ripetutamente, avevo le mie mani sporche del suo sangue, e lei piangeva.
Mi fermai, e le chiesi se stesse bene, ma mi prese a schiaffi e urlò spaventata?Le dissi che l?avevo salvata, e lei mi rispose fra le lacrime che lui l?aveva pagata per questo e che a lei servivano soldi perché non ne riceveva da sua madre per i suo vizi.
La odiai?improvvisamente tutto l?amore che provavo per lei si trasformo nella nemesi per eccellenza, l?odio.
Scappai da quel luogo di infamia, lasciai i corsi d?arte e di lei non ne volli più sapere.
Ora quel ragazzo che ho picchiato lo vedo ogni tanto?fa il bidello in una scuola elementare, e usa l?autobus per andare al lavoro, dato che per colpa mia è rimasto invalido.
Questa storia mi ha insegnato molto, e non so cosa mi riserverà il futuro, ma una cosa è certa : Quando arriverà non rimarrò abbagliato dal suo fascino.
scusate per la punteggiatura, ma è un errore di GR quando copio un documento da Word.
A voi la parola