Sergej Esenin è un poeta russo vissuto a cavallo tra l'800 e il '900. I critici dividono la sua poesia in 4 fasi fondamentali,che investono gli argomenti più diversificati,come la campagna rivoluzionaria e il suo successivo distaccamento dagli ideali comunisti,la sua pulsione per la fede,la fondazione del movimento immaginista che si vantava di essere il superamento del futurismo mediante l'identificazione dell'immagine con il complesso dell'espressione poetica. Ciò che più caratterizza quest'uomo,però,è un'opera scritta nei suoi ultimi anni di vita, Moj Put'(la mia vita),che testimonia di un poeta alcolizzato,immaginifico e lucido sino all'autodistruzione. Si suicidò in un albergo di Leningrado,scrivendo nella notte la sua ultima poesia col sangue. Sopravviverà,ma si impiccherà il giorno dopo. Proprio di questo volevo parlare :come può un uomo distruggere la sua vita,essendo consapevole di ciò che fa,senza immaginare una vita futura nell'aldilà?