Con il numero di GMC 100 abbiamo gustato uno speciale in cui è stato fatto un veloce excursus sui primi 100 numeri di GMC.
Ben scritto e sicuramente divertente (spassoso l'accenno ai turni ...ferrei de la redazione "Il mio cavallo") ma a mio parere troppo superficiale. Ci si è limitati a una veloce carrellata sulle problematiche delle copertine saltando a piè pari una qualsiasi analisi sulla "filosofia" di GMC e di come la rivista è cambiata rispetto agli inizi.
E' indubbio che, ad esempio, i primi numeri di GMC dessero una sensazione più "semplicistica" rispetto agli ultimi che, sempre parere personale, assomigliano di più a quello che era la rivista Z, rivisitata e corretta.
Molte domande sono rimaste senza risposta e probabilmente ce li porteremo nella tomba come i segreti di Giulio Andreotti.
-Perchè la redazione di Z si spezzò in due e la diaspora ando' a fondare GMC lascando nelle canne il povero Vincenzo Beretta? Motivi economici o di impostazione?
-Perchè si affido' la rubrica della posta a un'esponente del gentil sesso? Un anticipazione di tempi emancipati o non piuttosto un tentativo di imitare quanto era accaduto alla redazione di K che era subentrata nella gestione della rivista ad Albini e compagni?
certamente sono questioni che magari potrebbero interessare poco i nuovi lettori, ma un breve accenno su come GMC si inseriva nel mercato editoriale dell'epoca è praticamente assente.